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Mattoncini Lega

Le reazioni del resto del centrodestra sul diktat leghista per le elezioni amministrative 2019 a Bassano. Scotton (Forza Italia) invita alla calma e Impegno per Bassano è ancora chiuso nel riserbo

Pubblicato il 12-03-2018
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Nicola Finco, capogruppo in Regione e Roberto Gerin, segretario cittadino, hanno gettato il macigno nello stagno. Vogliono costruire la prossima coalizione di centrodestra che correrà alle elezioni amministrative 2019 a Bassano del Grappa con i mattoncini della Lega. I quali, diversamente dai mattoncini assemblabili della multinazionale danese dei giochi da costruzione, sono esclusivamente di colore verde.
L'ho già riferito in un precedente articolo: sull'onda dell'exploit leghista alle elezioni politiche del 4 marzo, Finco e Gerin hanno esplicitamente inteso dettare i tempi e i modi per il voto comunale in città dell'anno prossimo, ponendo le condizioni alle altre forze politiche e civiche del centrodestra bassanese.
“Visto il grande risultato del bassanese - afferma il comunicato congiunto trasmesso dai due in redazione - è nostro dovere assumere la guida della coalizione per i prossimi impegni elettorali, in particolar modo in vista dell’elezione del sindaco di Bassano del Grappa nel 2019.” “Con Forza Italia e Fratelli d’Italia - continuano i due rappresentanti di quella che in Regione si chiama ancora Lega Nord - l’alleanza resta salda e leale ma non possiamo più nasconderci dietro a un dito: dovrà essere la Lega a guidare le danze per le comunali del 2019.”

Il Ponte di Lego realizzato dal farmacista Ruggero Comacchio nel 2015 (archivio Bassanonet)

Il diktat della Lega di casa nostra si fa forte del fatto che “le elezioni del 4 marzo hanno dimostrato che la Lega è il primo partito nel bassanese, raccogliendo il 37% dei consensi e il 31% nel solo territorio comunale di Bassano”. Lanciando in particolare un fendente nei confronti dello storico partner elettorale sia sul piano nazionale che locale: “Sappiamo purtroppo come è andata a finire nelle passate tornate amministrative, quando a Bassano sono stati scelti all’ultimo momento dei candidati espressione di Forza Italia i quali, a causa delle spaccature all’interno del centrodestra locale, non sono riusciti a raccogliere il consenso popolare, favorendo così la vittoria del centrosinistra”.
La costruzione Lega progettata dai due esponenti locali del partito di Salvini è già pronta e da portare a casa, da parte degli ancora alleati di coalizione, a scatola chiusa.
Basta seguire come sempre il foglio di istruzioni per attaccare i mattoncini come vuole la casa di produzione. Si deve aprire la scatola, versarne il contenuto su un “tavolo di confronto” con tutti gli alleati e quindi attenersi alle fasi di costruzione così come indicate dal fabbricante per realizzare il prodotto finale, ovvero arrivare all'appuntamento elettorale “pronti e con il candidato giusto”.
Tuttavia nel già citato precedente articolo - ovvero il mio editoriale “A las Finco de la tarde”, per il quale ho scomodato nientemeno che Federico García Lorca - ho espresso i miei interrogativi su come un simile messaggio agli alleati politici, che già suona come un ultimatum, possa essere recepito dai destinatari del medesimo.
Mi sono chiesto, tra le altre cose, in che misura il resto del centrodestra bassanese, in vista del voto 2019, potrà accettare l'esclusione dalla stanza dei bottoni e quanto in particolare Forza Italia sarà disposta a riconoscere alla Lega il diritto a dettare le condizioni. Sottolineando nell'occasione che “si vota a Bassano tra più di un anno, quando gli echi delle elezioni del 4 marzo saranno ormai lontanissimi” e rilevando che in quel momento “i giochi di forza all'interno del centrodestra bassanese non necessariamente risponderanno alle logiche che oggi appaiono indiscutibili”.
E neanche a farlo apposta, tali dubbi hanno trovato un riscontro immediato.
Ne fa fede una comunicazione pervenutami il giorno stesso della pubblicazione di quell'articolo da parte di Mariano Scotton, capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale a Bassano, che ha voluto dichiarare la propria opinione su quanto scritto.
“La Lega, con il successo alle ultime elezioni, ha tutto il diritto di esprimere il suo pensiero - afferma Scotton -. Ricordo però che le elezioni a Bassano saranno tra oltre un anno e la politica si evolve con grande velocità.” “Con la Lega in consiglio comunale c'è un'ottima collaborazione” - prosegue l'esponente di Forza Italia che aggiunge: “Ricordo che la legge elettorale delle amministrative è diversa da quella per le politiche e si vince con il 50% + 1 dei voti (la Lega a Bassano ha avuto il 31%).” Conclude Mariano Scotton: “Di conseguenza CALMA (scritto tutto in maiuscolo, NdR) e a bocce ferme bisogna sedersi attorno a un tavolo e ragionare razionalmente.” Come volevasi dimostrare.
Su un altro importante fronte della coalizione, vale a dire la lista civica Impegno per Bassano, il coordinatore Massimo Gianesin conferma a Bassanonet che “i rapporti complessivi all'interno del centrodestra in consiglio comunale sono buoni” ma informa al contempo che sulla presa di posizione della Lega “si sta discutendo” e che a tale riguardo la lista civica è al momento “in fase di riserbo” e non rilascia quindi dichiarazioni.
È comunque un riscontro inequivocabile del fatto che l'incursione leghista a più di un anno dall'appuntamento con le urne in città non è stata accolta dai diretti destinatari, per usare un eufemismo, con immediata apertura. Gli equilibri di coalizione in vista delle prossime amministrative bassanesi rappresentano pertanto una questione ancora tutta da definire ed è un sintomo di come i mattoncini Lega siano stati poco digeriti da chi, su indicazione di Finco e Gerin, dovrebbe seguire il foglio di istruzioni. E se il diktat leghista agli alleati è un progetto preconfezionato da portare a casa a scatola chiusa e da assemblare secondo step già definiti, per il momento chiuso rimane.
Insomma: per gli alleati di centrodestra il consenso ottenuto dal simbolo di Salvini alle elezioni politiche è un successo di cui non si può che dargli atto, ma a Bassano non è ancora tempo di Legaland.

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