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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Per chi suona la brentana

Protocollata ieri in municipio una lettera al sindaco dei residenti di via Volpato sul rischio di allagamenti in una possibile piena del Brenta a causa della tura di cantiere del Ponte. Il Comune: “Pagheremo gli eventuali danni”

Pubblicato il 07-03-2018
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Per chi suona la brentana. I residenti delle vie del centro di Bassano direttamente affacciate sul fiume - soprattutto via Volpato, via Pusterla e via Macello - sanno benissimo cosa significhi convivere con il Brenta quando è in una situazione di piena di dimensioni superiori alla media, se non di portata eccezionale. Accade ogni tanto, ogni tot anni, e per pianterreni e scantinati è tutto uno stare sul chi va là.
Ora però l'asticella della soglia di attenzione si alza sensibilmente.
A sollevare preoccupazioni su possibili allagamenti conseguenti ad una piena anche non straordinaria del fiume, statisticamente possibile nelle condizioni climatiche di passaggio tra inverno e primavera, è la tura di cantiere innalzata a monte del monumento.

La tura di cantiere del Ponte vista da via Volpato (foto Alessandro Tich)

Secondo gli abitanti e gli operatori economici di via Volpato in particolare, la struttura di sbarramento realizzata con massi ciclopici è troppo alta e in caso di brentana il fiume - invece di “scivolare via” grazie al più veloce sgretolamento di una tura più bassa - impiegherebbe più tempo ad asportare i massi nell'azione di abbattimento di una barriera artificiale che in condizioni idrometriche normali, come da progetto, si eleva di 3 metri sopra il pelo dell'acqua e che in quel punto restringe il corso del fiume.
Inevitabile - in queste condizioni di “tappo” e finché non si arriva alla disgregazione della tura - l'allagamento della via limitrofa sulla riva destra. Ed è proprio questo il timore di chi ci abita e ci lavora.
Non si tratta di un allarme potenziale dell'ultimo minuto. Ancora nell'ottobre del 2015 era stata inviata al sindaco Poletto una lettera, firmata da 18 abitanti di via Volpato, nella quale si segnalavano i danni che avrebbero potuto arrecare le ture progettate per i lavori di restauro del Ponte e si invitava l'Amministrazione a ridurre la loro dimensione, portandola ad altezze pari a quelle dei precedenti interventi.
Nel gennaio 2016 perveniva la risposta del sindaco nella quale si afferma che, visto che il progetto è stato approvato dal Genio Civile, “non ci possono essere dubbi sull'adeguatezza degli interventi previsti”. Dopo le prime ture realizzate nel 2017, meno impattanti e poi rimosse per la prima “finestra” di pausa stagionale, nel 2018 si è deciso invece che le ture dovessero essere quelle di progetto, di altezza tale da garantire l'agibilità del cantiere fino a piene di 480 mc/sec (metri cubi al secondo).
Nello scorso mese di febbraio l'ing. Alessandro Guarnieri, residente in via Volpato e portavoce degli abitanti ed esercenti della via medesima, si è pertanto recato due volte presso i competenti uffici del Comune per esprimere le rinnovate preoccupazioni sul rischio di danni da allagamento in caso di piena e per chiedere delucidazioni al riguardo. In primo luogo al R.U.P. (Responsabile Unico del Procedimento) del cantiere del Ponte Diego Pozza e secondariamente all'assessore Roberto Campagnolo con un tecnico di riferimento.

All'origine della motivata richiesta di chiarimenti, i dati contenuti nella Relazione Idraulica del progetto esecutivo in base ai quali, secondo l'ing. Guarnieri, un'eventuale piena nell'impatto con la barriera di cantiere sarebbe molto pericolosa.
Lo si evince da una relazione di sintesi che a sua volta il professionista e portavoce di via Volpato ha redatto in merito all'“effetto delle ture sul livello del Brenta”.
Il documento evidenzia che nella Relazione Idraulica si rileva che la preoccupazione del progettista è quella di non superare i livelli e la velocità dell'acqua relativi a piene centenarie (2.362 mc/sec) del tipo di quella del 1966 (2.800 mc/sec). Viene quindi rilevato che per il progettista “il solo pericolo possibile è quello che si verifichi una piena centenaria in presenza delle ture: pertanto vi è la necessità che queste vengano asportate dalla corrente, ma devono invece resistere a piene minori”.
L'ingegnere fa le pulci ai calcoli della Relazione, compresi quelli per la dimensione dei massi della tura, sostenendo tra le altre cose che “vi è il rischio che i massi più grossi costituiscano ostruzione, anche in caso di una piena significativa, con tutte le conseguenze che si possono immaginare”. “C’è anche da chiedersi - aggiunge - quale sarà l’impatto sul Ponte immediatamente a valle, quando sarà colpito dai massi che verranno invece divelti dalla piena.” Guarnieri contesta inoltre che “il progettista non si è preoccupato degli effetti delle ture sui fabbricati in riva al fiume, anche a seguito di portate non centenarie”. Porta gli esempi con modelli matematici riferiti a due portate di piena di 480 e 750 mc/sec. Nel primo caso le ture “arrecano un aumento di livello di 1,9 m” e nel secondo “di 2,5 m”. “Portate pari a 750 mc/sec - sottolinea il professionista -, provocherebbero l’allagamento dei garage di via Volpato 37 e l’allagamento dei piani terreni (quota 107,7) dei fabbricati a nord di questo. Dal 2010 ad oggi si sono verificate 5 piene di questo tipo, la maggiore delle quali, 950 mc/sec, nel maggio 2013.”
Ma anche con una portata di 480 mc/sec la piena provocherebbe nel fabbricato “oneri di aggottamento” (prosciugamento) e di drenaggio del pavimento.
Infine la relazione del portavoce della via sottolinea che “le piene del Brenta hanno la caratteristica di svilupparsi molto rapidamente”. “Nel maggio 2013 - rimarca Guarnieri - si è verificata una piena di 950 mc/sec (3,85 m all’idrometro Barzizza) in 15 ore. Il che significa che, in presenza delle ture, in circa 10 ore l’acqua arriverebbe ad allagare via Volpato. Non c’è neanche il tempo di prendere provvedimenti per limitare i danni.”

Con questi presupposti tecnici l'ing. Alessandro Guarnieri ha richiesto ed ottenuto due confronti con l'amministratore e il funzionario comunale di riferimento.
A seguito dei quali ha protocollato ieri mattina in municipio una lettera al sindaco Riccardo Poletto a firma sua, in veste di portavoce, e degli abitanti ed esercenti di Via Volpato.
“Facciamo seguito - esordisce la lettera - agli incontri del 6 e del 26 febbraio 2018 presso l’Ufficio Tecnico, per manifestare ancora una volta la nostra viva preoccupazione sui danni che le ture recentemente realizzate potranno arrecare ai nostri fabbricati ed alle attività che in essi vi si svolgono.”
“È evidente - specifica il testo - che la tura di sinistra provocherà sul lato destro, a parità di portata, altezze maggiori del livello del Brenta rispetto al normale, almeno fino al raggiungimento della quota della tura stessa. Un ulteriore aumento di portata farà tracimare l’acqua sopra la tura e questa, a detta dei progettisti, dovrebbe iniziare a “sciogliersi”: noi abbiamo molte perplessità sulla rapidità di disgregazione della tura e sulla percentuale di massi che verrà asportata dalla corrente, visto la grande eterogeneità delle dimensioni degli stessi.”
“Non ci sono stati precisati tempi e modalità di scioglimento della tura, in relazione alla crescita della brentana - scrive ancora il portavoce -, e pertanto non ci è stato comunicato con quale portata si potrà presumere venga raggiunta la quota di via Volpato. Noi riteniamo che una piena pari a quella che si è verificata il 17 maggio 2013, che in 15 ore ha raggiunto la portata di 950 mc/sec, risentirà pressoché al 100% della presenza della tura ancora integra; con la conseguenza che via Volpato sarà allagata.”
“Il Comune, nelle persone dell’assessore Campagnolo e del dott. Pozza, ha dichiarato che si farà carico di tutti gli eventuali danni che gli abitanti ed esercenti di via Volpato dovessero subire per effetto delle ture - prosegue la comunicazione -. Ne prendiamo atto, anche se, da cittadini, non riteniamo giusto far gravare sulla comunità un onere ingiustificato, visto che si potevano prevedere, in sede di progetto, modalità operative tali da richiedere ture molto meno impattanti, nel pieno rispetto della sicurezza sia del cantiere che dei fabbricati vicini.”
“Facciamo presente - conclude la lettera - che anche gli abitanti di via Pusterla saranno soggetti al rischio allagamento, trovandosi in situazione persino peggiore, e ciò arrecherà un ulteriore aggravio alle casse comunali. Rinnoviamo pertanto l’appello al Comune di far ridimensionare le ture prima dell’imminente periodo di disgelo, ovvero, se ciò non venisse attuato, richiediamo una conferma scritta dell’impegno dello stesso alla rifusione degli eventuali danni.”
Si attende adesso, come da richiesta finale della lettera, la risposta dell'Amministrazione comunale. Nel frattempo si profilano nuove questioni all'orizzonte sul sofferto andamento del cantiere di restauro del Ponte. Ma su questa cosa, egregi lettori, vi lascio un po' in suspense: sarà oggetto prossimamente di un ulteriore articolo.

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