Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Davanti all'edicola

Risposta alla lettera aperta dell'assessore Giovanni Cunico. Per chiarire una volta per tutte alcune cose e chiudere definitivamente la questione

Pubblicato il 07-11-2017
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Egregio assessore Giovanni Cunico,

rispondo doverosamente alla lettera aperta che lei ha gentilmente trasmesso ieri in redazione, che contiene le sue considerazioni di replica al mio editoriale “L'assessore alla sCultura” e che abbiamo pubblicato integralmente.

Foto Alessandro Tich

Anche perché io, diversamente magari da qualcun altro in questa città, nel campo dell'informazione ho sempre dato e continuo a dare spazio a tutti.
Innanzitutto la ringrazio per la profonda lezione di giornalismo che lei mi ha voluto dare. Sono tante le persone, che non svolgono il mio mestiere, che nell'ormai lungo corso della mia carriera hanno preteso di insegnarmi la professione e lei da oggi si aggiunge a questa nutrita schiera di tuttologi da tastiera.
Lei è anche un attento osservatore del mondo dell'editoria e sostiene, rivolgendosi a me, che “il calo di lettori sul suo blog sia dovuto anche alla sua piccola ossessione sul “giovane assessore alla sCultura”, che fanno addormentare di noia prima di tutti lo stesso assessore”. A parte il fatto che Bassanonet non è un blog (e lei che è così sensibile ad apparire sui media dovrebbe saperlo), cerco di scuoterla dal sopore provocato dalla noia rammentandole che la risposta dei lettori di questo portale gode di ottima salute.
In qualsiasi momento, se vuole, le posso trasmettere i report di Google Analytics che confermano questo dato e il drastico calo dei commenti su questo portale rispetto al passato, dopo la strategica eliminazione dei nickname dei tastieristi anonimi, è dovuto alla tendenza della community a spostare lo sviluppo dei dibattiti sui social network senza che ciò infici minimamente la fidelizzazione del pubblico sulla testata che dirigo.
E per farle dormire sonni tranquilli, sempre a causa della noia generata da ciò che scrivo, le giuro sul Ponte di Bassano che non ho nessuna “ossessione” nei suoi confronti.
Ma lei pensa che un giornalista, analogamente a molti condottieri da social, si metta a scrivere per sfogare le sue eventuali paranoie personali contro qualcuno? Prendendo in prestito una sua frase, mi darei dello scemo da solo.
Per gli studi che mi hanno formato e per le numerose esperienze internazionali che ho avuto la fortuna di vivere - tra cui la grande e ancora inarrivata mostra di Jacopo Bassano del 1992-93 a Bassano del Grappa e a Fort Worth in Texas - sono semplicemente molto sensibile ai temi della Cultura. Quella con la “C” maiuscola, che abbina il fascino della divulgazione scientifica a un'intelligente capacità di essere fruita e goduta dal pubblico per allargare i propri orizzonti verso il mondo.
E siccome si tratta del suo referato, è inevitabile che le mie antenne - rispetto ad alcuni altri e più amorfi assessorati comunali - siano puntate su di lei.
E quando le cose funzionano, sono il primo a sottolinearlo. Ad esempio Operaestate Festival, la mostra di Robert Capa, la mostra “Paintings”, la riqualificazione del bookshop del Museo Civico, le iniziative per il progetto “I come from” eccetera.
Si rilegga i miei articoli al riguardo (basta cliccare il tag con il suo nome) e vedrà quanto “ossessionato” sono.
Quando invece ritengo che le cose non vadano nel verso giusto, da cittadino prima ancora che da cronista, non ci penso due volte a sottolinearlo.
E questo non per “tentare di provocare il dibattito tra 'favorevoli' e 'contrari'”, come scrive lei, ma per quella libertà di pensiero che per fortuna fa ancora parte del nostro ordine costituzionale. Né tanto meno - come pure lei sostiene nella sua lettera aperta - per rincorrere le notizie che già sono apparse sulla stampa, la qual cosa confermerebbe, a suo dire, “il primato del giornalismo su carta”. Non siamo alle Olimpiadi, assessore, e l'informazione non è una disciplina inserita nel programma di Bassano Città Europea dello Sport.
Non c'è nessun primato e nessuna rincorsa, anche perché Bassanonet non è un quotidiano ma un un mezzo di informazione, specificamente sulla rete, senza obbligo di aggiornamento giornaliero e nel quale le notizie oggetto di cronaca o di commento vengono comunque selezionate. A volte arrivo prima io e i giornali vengono dopo di me, altre volte arrivano prima loro e se ritengo che la notizia è degna di un mio approfondimento o editoriale di commento, la riprendo citando sempre la fonte.
Scrivendo cose che io posso scrivere e che lei può leggere solamente qui.
Per questo si contraddice da solo: lei replica a un editoriale che dice cose che altrove non sono state ancora dette e contemporaneamente si chiede “Ma Bassanonet non era nata per far trovare sul web quello che i giornali locali non scrivono?”.
Come volevasi dimostrare.
In quanto infine all'oggetto del nostro educato contendere - e cioè il progetto “Atelier Canova”, da lei spiegato in dettaglio nella sua lettera - non mi dilungo.
Ho già ampiamente espresso la mia opinione nel mio articolo, da lei contestato, “L'assessore alla sCultura”. Ribadisco solo che - come scrive lei - “utilizzare le più sofisticate tecnologie del nostro tempo per completare quella parte di filiera produttiva della bottega canoviana che si è interrotta duecento anni fa con la prematura scomparsa dell’artista” e cioè “utilizzare la tecnologia digitale per realizzare i marmi o bronzi di alcuni gessi custoditi in Museo, ovvero partendo dall’ultima fase progettuale del lavoro di Antonio Canova, quella più avanzata del progetto, la parte che lo scultore affidava alle maestranze” è una azzardata forzatura concettuale, prima ancora che scientifica.
Lei comunque faccia come meglio crede, ci mancherebbe altro.
Non saranno certo le osservazioni critiche di un umile cronista a far riconsiderare un progetto che equivale alla registrazione di un nuovo disco con la voce di Michael Jackson o di George Michael.
Ma mi permetta di puntualizzare un'ultima cosa. Lei contesta la mia tesi secondo la quale a Bassano state scoprendo “l'acqua calda” semplicemente perché “la Gipsoteca Canoviana ha già utilizzato analoghe tecnologie per restaurare i suoi gessi”.
“Siccome a Possagno - sono le sue parole - hanno già fatto qualcosa di simile, a Bassano ci si schiera a priori contro? È una miope visione che sa di competizione provinciale, e che rifiuto con forza.”
Anche qui, egregio Giovanni Cunico, lei è fuori tema. Non c'è nessun schieramento a priori né tanto meno “una miope visione che sa di competizione provinciale”.
Nel mio editoriale ho solamente rilevato che a Possagno si usano da anni queste tecnologie per il restauro delle opere di Canova danneggiate dalla guerra, e cioè per il motivato recupero dell'esistente, e non per l'arbitraria scultura a posteriori di opere complete che non sono mai esistite. Tutto qui.
E allora chiudiamola qui, esimio assessore. Verrà sicuramente un giorno in cui ci incontreremo in piazza, magari davanti a quell'edicola sotto il municipio che lei sostiene essere la mia principale fonte di informazione. Le offrirò volentieri un caffè.
E, grazie alla caffeina, io mi scrollerò di dosso la pigrizia del cronista che lei indebitamente mi imputa e lei si risveglierà dal sonno della noia.

La saluto cordialmente

Alessandro Tich
Direttore responsabile Bassanonet.it

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