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Confcommercio, Astuni si dimette
Il comunicato di Confcommercio Bassano. Il presidente degli Albergatori rimette l'incarico nelle mani della giunta mandamentale, che ratifica le dimissioni. Ma la sua vicenda è ancora aperta
Pubblicato il 05-07-2017
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La decisione, di comune accordo, è stata presa nella giornata di ieri ma l'informazione ufficiale è stata diffusa questa mattina tramite un comunicato stampa trasmesso alle redazioni dalla presidenza di Confcommercio Bassano e contemporaneamente postato sulla pagina Facebook dell'associazione mandamentale di categoria.
Roberto Astuni, fino a ieri presidente della categoria Albergatori dell'Ascom bassanese, si è dimesso dall'incarico.
“Il sig. Roberto Astuni, responsabilmente, ha ritenuto di rassegnare le sue dimissioni dagli incarichi istituzionali presso Confcommercio Mandamento di Bassano del Grappa - informa il comunicato -. Nella persona del suo presidente, sig. Paolo Lunardi, Confcommercio Mandamentale ringrazia sentitamente Roberto per l’appassionato ed innovativo contributo dato alle tematiche sindacali e turistiche.”
Roberto Astuni (fonte immagine: Facebook)
Come afferma ancora la comunicazione, l'associazione mandamentale del commercio, turismo e servizi “auspica inoltre che, a titolo volontario, Roberto continui a supportare, con la sua esperienza e competenza, i colleghi impegnati nella promozione del nostro territorio, al fine di valorizzarlo e contribuire a creare nuove occasioni di lavoro per le giovani generazioni”. “La struttura organizzativa di Confcommercio Bassano - conclude il comunicato - provvederà pertanto, entro i 4 mesi previsti da Statuto, al rinnovo delle cariche di categoria.”
L'incarico per il quale Astuni ha rassegnato le dimissioni è appunto quello di presidente della categoria degli Albergatori, l'unico ruolo istituzionale che ricopriva in seno all'associazione di categoria.
La “Commissione Turismo e Innovazione” di Confcommercio Bassano, costituita a inizio mandato dal presidente mandamentale Paolo Lunardi e cui sempre Astuni era stato designato come coordinatore, non è invece un organo istituzionale dell'associazione, ma un gruppo di lavoro per lo sviluppo della funzione del commercio nell'emancipazione turistica del territorio. Come ci spiega il presidente Lunardi, al momento Astuni “non sarà più la figura di riferimento della Commissione” ma con l'auspicio che “continui a darci una mano, in profilo basso”. Il tutto in sintonia col desiderio, espresso nel comunicato, che il già presidente degli Albergatori “continui a supportare, a titolo volontario, i colleghi impegnati nella promozione del territorio”.
La decisione del conosciutissimo albergatore bassanese - che è anche, e rimane tale, presidente del Consorzio regionale di promozione turistica “Pedemontana Veneta e Colli” - taglia la testa al toro dopo gli strascichi della ormai ben conosciuta notizia (risalente al novembre dell'anno scorso ma rimbalzata all'improvviso sul blog marosticanotizie e quindi sui social e sulla stampa locale nei giorni scorsi) della sua condanna in secondo grado presso la Corte di Appello di Trieste, assieme agli altri due imputati Bruno e Simonetta Tamos, per il crac nel 2004 di quattro società di informatica facenti capo all'imprenditore triestino Bruno Tamos, di una delle quali era amministratore.
Sulla sentenza di secondo grado Astuni ha presentato ricorso in Cassazione: si attende ora il terzo e definitivo grado di giudizio.
Secondo informazioni apprese da fonti vicine alla famiglia Astuni, la tesi difensiva del presidente dimissionario degli Albergatori ripercorre la vicenda che scaturisce da fatti iniziati nel 1998 e che nulla hanno a che vedere con la sua successiva attività di operatore del turismo e del settore alberghiero.
All'epoca numerose persone da tutta Italia, lui compreso, avevano investito somme anche importanti di denaro ancora nelle vecchie lire nelle società di informatica di Trieste che allora, come assicurato dal proprietario, dovevano essere quotate in Borsa.
Sempre secondo la ricostruzione di parte dei fatti, tra gli investitori c'era anche un gruppo di bassanesi, preoccupati dal fatto che la quotazione in Borsa continuava ad essere rinviata. Astuni, sollecitato dagli altri investitori della nostra zona, aveva quindi chiesto a Tamos le motivazioni dei ritardi nella quotazione a Piazza Affari.
L'imprenditore triestino gli avrebbe detto di non preoccuparsi offrendogli anzi, per poter controllare da vicino l'andamento delle cose, l'incarico di amministratore di una delle società, affiancato dalla figlia Simonetta Tamos. Incarico che Astuni - ingenuamente, col senno di poi - aveva accettato. Trovandosi quindi formalmente coinvolto nelle indagini della Guardia di Finanza - che successivamente avevano accertato la distrazione di fondi, presuntamente perpetrata dal Tamos, a seguito del fallimento delle società dichiarato nel 2004 - e nel conseguente procedimento giudiziario.
Spetterà ai giudici della Corte Suprema valutare le argomentazioni di Astuni, che si dichiara innocente e anzi vittima del raggiro e che per il processo di secondo grado ha persino lamentato di non avere avuto neppure la possibilità di poter presentare testimoni in sua difesa. Nel frattempo, rispetto al suo incarico in Confcommercio, ha fatto di sua iniziativa un passo indietro.
“Roberto ci ha anticipato - dichiara a Bassanonet il presidente mandamentale dell'associazione di categoria Paolo Lunardi -. Dando le dimissioni è stato bravo e sensibile verso l'associazione. Ieri la giunta mandamentale ha ratificato le dimissioni, evitando di dover consultare le normative del codice etico e dello statuto. Sono stati risolti tutti i problemi in anticipo.”
Roberto Astuni, dal canto suo, su indicazione del suo avvocato non rilascia invece dichiarazioni.
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