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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
L'Estate sta arrivando
Presentata a Venezia la 37sima edizione di Operaestate Festival. Un evento diffuso con un centinaio di spettacoli in 36 località della Pedemontana e non solo. Dove gli interpreti e i luoghi delle rappresentazioni sono co-protagonisti
Pubblicato il 31-05-2017
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“Lo staff di Operaestate è come la legge del calabrone. Per la fisica non potrebbe volare, eppure vola.”
L'assessore bassanese alla Cultura, alla Promozione del territorio e ancora per pochi giorni (si veda articolo precedente) alle Attività economiche Giovanni Cunico sconfina persino nell'entomologia per sottolineare quanto la ristretta squadra di dirigenti e di collaboratori di Operaestate Festival Veneto riesca ad allestire ogni anno una delle principali manifestazioni stagionali di spettacolo a livello nazionale, riconosciuta anche nel 2017 dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali come uno dei primi tre festival multidisciplinari organizzati lungo la Penisola.
“Stagionali” per modo di dire, dal momento che - tra workshop, laboratori e residenze artistiche internazionali, soprattutto di danza - l'attività di Operaestate e del suo CSC-Centro per la Scena Contemporanea si svolge in realtà per tutto il corso dell'anno. Con una messe di progetti europei (16 fino ad oggi) vinti sui programmi Cultura UE.
L'infaticabile staff di Operaestate alla presentazione di Venezia (foto Alessandro Tich)
Ma l'estate sta arrivando e quindi il festival diffuso delle Città Palcoscenico, in programma come sempre da luglio a settembre, fa partire il conto alla rovescia per una nuova edizione: sarà la trentasettesima.
È ancora e sempre Venezia la città prescelta per la presentazione ufficiale del programma, visto che un importante sostegno alla manifestazione che vede Bassano come città capofila viene garantito dalla Regione.
Appuntamento al Palazzo Grandi Stazioni a Santa Lucia, sede staccata della Regione Veneto. A fare gli onori di casa è l'assessore regionale alla Cultura Cristiano Corazzari. “Operaestate - afferma - è un esempio di buona pratica dell'esercizio di un'attività culturale di altissimo livello nel territorio. Un buon esempio di come fare rete e come la cultura possa produrre legami forti tra enti territoriali e soggetti che coprono vari settori.”
Anche quest'anno, infatti, il festival si moltiplica sulla dorsale della Pedemontana vicentina, trevigiana e bellunese, ma non solo, unendo in un unico, grande progetto ben 36 Comuni, coinvolgendo anche la provincia di Padova, arrivando fino a Mogliano Veneto, alle porte di Venezia, e sconfinando verso il Trentino.
In cartellone un centinaio di spettacoli di danza, teatro e musica: impossibile presentarli tutti in questa sede, ce ne occuperemo di volta in volta nel corso dell'estate.
A questi si aggiungono oltre 40 appuntamenti, concentrati in quindici giorni, di B.Motion: l'appendice del festival di agosto e settembre dedicata ai nuovi linguaggi delle arti performative contemporanee che quest'anno, oltre alla danza e al teatro, sarà dedicato anche alla musica. Al punto che, come rivela ancora l'assessore regionale Corazzari, Operaestate si erge a modello “per il nascituro Testo Unico sulla Cultura, che sarà approvato entro questa legislatura”.
“L'iniziativa legislativa - spiega - vuole concepire le iniziative culturali nel modo più ampio e trasversale possibile. A Venezia abbiamo il problema del turismo di massa. La risposta arriva non solo nel limitare i numeri ma anche nel qualificare l'offerta e questa può essere un'iniziativa efficace.”
“Il festival è il risultato di una filiera di istituzioni pubbliche, dal Ministero della Cultura alla Regione, fino alle Amministrazioni coinvolte - sottolinea il sindaco di Bassano Riccardo Poletto -. È un buon esempio di collaborazione, per quello che è partito sin dagli inizi come un festival diffuso.” “Ci sono due aspetti che emergono - continua Poletto -. Il primo è il territorio trasformato in palcoscenico, il secondo è l'innovazione continua dei linguaggi ma anche la sinergia con moltissime altre forme di produzione culturale.”
L'assessore comunale alla Cultura Cunico mette a fuoco la “doppia anima” della manifestazione: “È un risultato di capacità e competenza a livello locale, di industria creativa che sforna talenti e di competenze professionali nel settore cultura. Ma anche di una rete di relazioni.”
Si inizia lunedì 17 luglio a Villa Ca' Erizzo Luca a Bassano con l'“Arlecchino Furioso” del Teatro Stabile del Veneto, con gli attori di Stivalaccio Teatro, evento di partenza di uno dei filoni del programma del teatro che sarà dedicato all'”arte della commedia”.
E poi via via avanti, in un continuo programma per tutti i gusti e per tutte le suggestioni, compreso il Minifest (cartellone teatrale per bambini e famiglie) che da solo proporrà una quarantina di serate.
L'evento clou di Operaestate 2017 è in programma il 22 luglio al Teatro al Castello “Tito Gobbi” di Bassano: dopo quindici anni ritorna infatti in Italia direttamente da Londra la Rambert Dance Company, la più antica e più importante compagnia di danza inglese.
Sarà la serata del “Rambert Event”: spettacolo con le coreografie di Merce Cunningham, uno dei “grandi” della coreografia del '900, e con la musica eseguita dal vivo da Philip Selway, batterista dei Radiohead (quelli di Karma Police, vi può bastare?).
“Quest'anno al festival si aggiunge un'ulteriore parola d'ordine, accanto alle altre tre che hanno caratterizzato l'ultimo triennio: viaggio, scoperta e rivelazione - rimarca il direttore generale di Operaestate Rosa Scapin, affiancata dal direttore artistico della sezione Teatro Carlo Mangolini -. La nuova parola è “rinascita”. La tensione del festival è verso il nuovo, ma soprattutto verso i pubblici, con i percorsi come “L'arte della commedia” e “Explorando” per il teatro, le “Architetture del corpo” per la danza e, per la musica, la grande classica eseguita dai giovani talenti emergenti fino alle espressioni più contemporanee.”
E c'è anche la “novità 2017”. Si tratta di cinque straordinarie “passeggiate teatrali”, commissionate dal festival per esaltare il protagonista indiscusso della manifestazione: il paesaggio della Pedemontana. Un'occasione, come evidenzia ancora Rosa Scapin, “per rimanere stupiti dai paesaggi che si andranno a raccontare”.
A partire dai terrazzamenti della Valbrenta a San Nazario, dove il 20 agosto la compagnia Amor Vacui racconterà di tabacco e contrabbandieri, di abbandono e di rinascita, fino alla Grotta dell'Angelo con la musica di Saverio Tasca. Lungo le colline di Mussolente, il 3 settembre, sarà la “attrice-giardiniera” Lorenza Zambon ad accompagnare il pubblico dalla scenografica Villa Piovene fino al Santuario della Madonna dell'Acqua.
A Molvena, il 10 settembre, tra le dolci colline dei ciliegi, si materializzerà un racconto sugli alberi, con la guida di Vasco Mirandola, la musica di Erika Boschiero e le apparizioni dei danzatori di Dance Makers.
Passeggiate teatrali anche nello splendido Parco di Villa Rossi a Santorso dove Carlo Presotto e La Piccionaia, il 28 luglio e il 2 settembre, condurranno in “silent play” due esplorazioni sul tema della notte e del dialogo tra uomo e natura.
Sarà l'apoteosi di quello che è il tratto distintivo del festival diffuso: un cartellone dove gli interpreti e i luoghi delle rappresentazioni sono parallelamente co-protagonisti.
Come Marco Paolini (11 e 12 agosto) alle prese con il suo nuovo assolo “Tecno Filò (Technology and me)” all'impressionante Tagliata della Scala a Primolano di Cismon del Grappa. Oppure la Chiesetta di San Bartolomeo, affacciata sul Brenta a Pove del Grappa e recentemente riaperta dopo il restauro, in cui Luca Scarlini assieme a Beatrice Zanon, con “la furia del colore”, racconteranno il 17 agosto gli incantesimi di Tintoretto.
E ancora Villa Razzolini di Asolo, Palazzo Pretorio a Cittadella, la Fondazione Bonotto di Molvena, Villa Da Porto a Montorso, le rive del Brenta a Campolongo: questi, ed altri, saranno i luoghi che si trasformeranno in teatri a cielo aperto.
Ce n'è anche per gli Afictionados di “Di Padre in Figlia”: il protagonista dello sceneggiato Tv Alessio Boni, svestiti finalmente i panni del produttore di grappa Giovanni Franza, tornerà a Bassano, il 18 agosto al Teatro al Castello “Tito Gobbi”, per un recital di poesie di Alda Merini.
E non mancherà nel tentacolare cartellone di Operaestate Festival, anche quest'anno, la rivisitazione artistica del centenario della Prima Guerra Mondiale.
E in questo particolare filone, si preannuncia come un evento carico di emozioni lo spettacolo in programma l'8 agosto: “Eroi sono quelli che costruiscono la pace” di Sandro Cappellotto e Claudio Ambrosini. Sarà infatti rappresentato alla Gipsoteca Canoviana di Possagno. Che proprio cento anni fa, il 24 dicembre 1917, venne distrutta da un bombardamento, col paese ormai svuotato dai residenti in fuga.
La bellezza di Canova violata dalla furia umana che però, come ricorda a Venezia il direttore del Museo Gipsoteca Mario Guderzo, non è stata cancellata e ha saputo risorgere.
L'opera sarà uno squarcio sulla “Guera Granda”, rivissuta con gli occhi di un bambino di Seren del Grappa di un secolo fa. Spazio e tempo che in questo, come in altri appuntamenti del festival, si fondono, si interrogano e si rivolgono alla sensibilità di oggi.
Più che un calabrone, sembra il volo di una farfalla.
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