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L'isola d'Elba

Bassano Stadium: dopo la presentazione dell'ambizioso progetto il leghista Luciano Todaro propone di spostare l'attenzione dall'area altamente urbanizzata del Mercante, valutandone la fattibilità nell'area dismessa dell'ex fabbrica di viale Vicenza

Pubblicato il 16-02-2017
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E se il futuro Bassano Stadium, invece che nella già notevolmente urbanizzata zona dell'attuale Stadio Velodromo Mercante, venisse edificato ristrutturando un'area dismessa di un'altra parte della città, collocata in un punto meno congestionato e in attesa da anni di riqualificazione?
Nel “Day After” della presentazione pubblica dell'ambizioso progetto da parte del presidente del Bassano Calcio Stefano Rosso - affiancato dal sindaco Poletto e da alcuni pezzi grossi nel campo della consulenza progettuale sportiva e delle infrastrutture per la Serie B - arriva al riguardo una “proposta in embrione” che chiede agli addetti ai lavori di essere presa in considerazione per “valutarne la fattibilità”.
A lanciarla è un volto noto, anche se non più “in attività” amministrativa, della politica bassanese: l'ex segretario cittadino e capogruppo consiliare leghista Luciano Todaro, attualmente consigliere federale e componente del collegio nazionale dei probiviri della Lega Nord/Liga Veneta. Il quale premette, in un comunicato trasmesso in redazione, di non sapere se la proposta in questione “sia economicamente realizzabile” ma “sentendosi egualmente di esplicitarla”.

L'area dell'ex fabbrica Elba a Bassano (fonte immagine: Google Maps)

“Nel ringraziare la Famiglia Rosso ed in questo caso, in particolare, il Presidente Virtus Bassano Signor Stefano, per l’amore che sempre dimostra per la nostra Bassano - scrive Todaro -, vorrei poter dare un modesto contributo di idee per la realizzazione del nuovo Stadio sportivo, magari proponendo di situarlo in una zona differente da quanto progettato.”
“Credo anche - prosegue l'esponente leghista - che non si debba essere condizionati dal fatto che si debba rinnovare lo stadio Mercante a tutti i costi ma si possano valutare anche soluzioni differenti. Bassano è costellata da una quantità di luoghi da riqualificare. Uno di questi è l’area ex Elba, sita ad Ovest, verso Marostica, da anni abbandonata e, si teme, possa rimanere in questo stato sine die.”
“L’area, di dimensioni ragguardevoli - aggiunge l'autore della proposta -, è sufficientemente vicina ai caselli della nuova superstrada, non vi sarebbe alcuna difficoltà per la realizzazione dei necessari parcheggi, i quali potrebbero costituire anche una soluzione per l’agognato park “destra brenta”, così spesso implorato. È già servita da mezzi pubblici, non è “incassata” tra costruzioni urbane.”
“La frequentazione della zona - continua - non costituirebbe un aggravio riguardo al traffico urbano nei momenti di punta e potrebbe costituire un punto qualificante per l’economia della zona. Non vi sarebbe inoltre la temuta sottrazione di aree verdi in quanto zona già edificata da edifici ormai fatiscenti.”
Todaro non va oltre, “lasciando a tecnici più esperti l’eventuale valutazione di costi e benefici”.
È pur vero che un ipotetico spostamento del progetto Stadium nell'area della ex fabbrica di viale Vicenza lascerebbe aperto un ulteriore problema: e cioè che cosa fare del vecchio Stadio Mercante, che diventerebbe a sua volta un enorme spazio, in mezzo alle case del popoloso quartiere di San Vito, alla ricerca di un possibile futuro. Ma nel proporre di ripensare l'attuale e fatiscente isola d'Elba in ottica Soccer Team, l'ex “assessore al pungolo” dell'era amministrativa Cimatti mette comunque a fuoco alcune questioni oggettivamente rilevanti.
È difficile che l'Amministrazione di Bassano e la famiglia Rosso, accomunate da improvvisa ed entusiastica partnership, cambino idea sul luogo dove sviluppare quello che di fatto sarebbe un intervento urbanistico di enormi proporzioni per una città di poco più di 40mila abitanti, anche se ancora tutto da delineare nella sfera di cristallo della cosa pubblica e dell'iniziativa privata. Riteniamo tuttavia che quello di Luciano Todaro sia solo il primo dei tanti interventi che di qui al prossimo futuro animeranno il dibattito sul progetto destinato a diventare il nuovo e imperante leitmotiv della Bassano che verrà.

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