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Alessandro TichAlessandro Tich
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Der Kommissar

SPV: finisce la lunga era di Silvano Vernizzi. Il ministro Delrio non proroga la gestione commissariale sulla Pedemontana, la cui gestione passa ora alla Regione Veneto. CoVePA: “Superstrada a percorso libero per i residenti”

Pubblicato il 30-12-2016
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Il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio lo aveva anticipato nei mesi scorsi e ora è passato dalle parole ai fatti. L'esponente di governo ha infatti deciso di non prorogare la gestione commissariale per la Superstrada Pedemontana Veneta, la cui gestione, da dopodomani 1 gennaio 2017, ricadrà nuovamente e interamente nelle competenze della Regione Veneto.
“La Regione del Veneto - informa un comunicato della giunta regionale - si sta quindi organizzando per il passaggio di consegne che avverrà auspicabilmente in tempi brevi.”
La notizia arriva in un momento cruciale del lungo iter di realizzazione dell'infrastruttura, che non è ancora arrivato al cosiddetto “closing finanziario” della costruenda superstrada a pedaggio, ovvero alla chiusura del finanziamento privato per l'opera in project financing.

L'ingegner Silvano Vernizzi a un sopralluogo in un cantiere della Pedemontana Veneta (foto Alessandro Tich - archivio Bassanonet)

Sempre la Regione Veneto fa sapere che “il lavoro in questi ultimi mesi si è incentrato sulle possibili soluzioni ai problemi emersi” e che “in vista anche dell'imminente fine della gestione commissariale, ha costituito un gruppo di lavoro per studiare possibili soluzioni”.
Il gruppo di lavoro in questione è composto dall'avv. Marco Corsini, avvocato dello Stato esperto in materia di contratti e appalti pubblici; dall'avv. Velia Leone, esperta in diritto comunitario e finanza di progetto; dagli avvocati Bruno Barel, Pietro Calzavara e Diego Signor dello Studio legale Barel e dal prof. Veronica Vecchi, economista esperta in finanza di progetto.
“Per prima cosa - aggiunge la nota stampa trasmessa da Palazzo Balbi a Venezia - la Regione del Veneto ha affidato tramite gara un incarico a Redas Engineering di Bologna e Area Engineering per la determinazione di uno studio di traffico indipendente e aggiornato (i consulenti sono gli stessi consulenti del Passante di Mestre che hanno centrato le stime con i dati reali). Sono stati poi rivisti gli atti e i rapporti contrattuali.”

Sette anni e mezzo

Finisce così la lunga era dell'ingegner Silvano Vernizzi, amministratore delegato di Veneto Strade SpA (società partecipata dalla Regione, dalle sette amministrazioni provinciali del Veneto e da quattro società autostradali) che per sette anni e mezzo ha ricoperto il potente ruolo, stabilito dal governo, di “Commissario Delegato per l'emergenza determinatasi nel settore del traffico e della mobilità nel territorio delle province di Treviso e Vicenza”.
Lo stato di emergenza per la viabilità tra le due province - con contestuale nomina a Commissario di Vernizzi con pieni poteri per la realizzazione della SPV - era stato dichiarato dall'allora governo Berlusconi il 31 luglio 2009 e l'ordinanza di nomina commissariale era stata firmata dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi il successivo 15 agosto.
Erano altri tempi: sulla tolda di comando della Regione sedevano l'allora governatore Giancarlo Galan e l'assessore alle infrastrutture Renato Chisso.
Ed era stato proprio Galan, riuscendo nell'intento, a richiedere al governo amico la nomina di un Commissario per accelerare le procedure di realizzazione della superstrada.
“Compito principale del Commissario e della struttura commissariale cui fa capo - si legge nel sito istituzionale commissariopedemontana.it - è creare le condizioni per il superamento dell'emergenza, attraverso la realizzazione del progetto di superstrada a pedaggio Pedemontana Veneta, progetto che a livello preliminare è già stato approvato dal CIPE con delibera n. 96 del 29 marzo 2006.” “Il Commissario Delegato - continua il testo - è subentrato quindi alla Regione del Veneto quale stazione appaltante dell'opera da realizzare in regime di concessione di progettazione, realizzazione e gestione.”
Ma la gestione commissariale, coi lavori della SPV avviati a Romano d'Ezzelino il 10 novembre 2011, ha portato di fatto a una situazione senza apparente via d'uscita: per l'infrastruttura di iniziativa privata le casse pubbliche hanno dovuto attingere sempre di più ai loro forzieri (560 i milioni di euro stanziati a tutt'oggi dal governo) e il closing finanziario dell'opera tramite l'emissione di project bond - a sostegno del Concessionario Sis, controllato dalla famiglia Dogliani e in crisi di liquidità - è stato congelato dalla Cassa Depositi e Prestiti.
Con le conseguenti pesantissime riserve espresse a più riprese dalla Corte dei Conti sulla conclusione e la sostenibilità economica del progetto viario.
Ora il ministro Delrio ha tagliato la testa al toro riconsegnando alla Regione Veneto la patata bollente del ruolo di stazione appaltante per la realizzazione dell'opera, decade l'emergenza-traffico dichiarata per le province di Treviso e Vicenza e da dopodomani l'ingegner Vernizzi - per ricordare il titolo di una famosa canzone degli anni '80 - non sarà più Der Kommissar.

CoVePA al contrattacco

Oggi, nel Day After dell'annuncio della fine della gestione commissariale per la Pedemontana, il CoVePA (Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa) ha tenuto una conferenza stampa a Bassano del Grappa.
“La Pedemontana Veneta - dichiarano i portavoce CoVePA Matilde Cortese, Massimo Follesa e Elvio Gatto - ha perso il Commissario, ma con lui va allontanato il gruppo di gestione di questo fallimento con tutti i vertici, i collaboratori, gli assistenti e i passacarte.”
“Lo stop ai cantieri è nei fatti - proseguono - e i Dogliani sanno benissimo che a gennaio non saranno in grado di riprendere i lavori se non immettono i capitali a cui li obbliga il contratto firmato. A meno che non intervenga la Regione Veneto attivando clausole fraudolente nel contratto che potrebbero portare l'esborso pubblico ora previsto a 614 milioni di euro a oltre 1 miliardo. Va rivista la gestione dei lavori e riprenderli dove realmente serve cioè in provincia di Treviso e per restituire la mobilità tra Bassano e Thiene.”
Secondo il Coordinamento “la revisione del sistema dei flussi di traffico e dei pedaggi deve contemplare la riduzione dei costi del progetto con il taglio di tratte inutili a partire dal blocco della galleria Malo-Castelgomberto”. Sempre per il CoVePA “nel primo lotto, se si interrompe il tratto ovest, ed è possibile farlo dalla A31 a Castelgomberto, si risparmiano oltre 700 milioni con riduzione dell'esposizione finanziaria”.
“
La SPV - incalzano i portavoce - deve essere superstrada a percorso libero per i residenti, va rivisto il sistema dei caselli, il pedaggiamento e le tariffe devono essere popolari per consentire il reale utilizzo al traffico locale.”
E ancora: “Se si vuole far andare avanti la Pedemontana Veneta lo si può fare cambiando la legge oppure i privati mettono 1,7 miliardi di euro di fondi propri oltre ai costi finanziari e agli oneri fiscali cioè oltre 2 miliardi totali.” Nodo espropri: “Vanno pagati subito prima di tutto quale garanzia di ogni eventuale ripresa dei lavori, servono 300 milioni di euro subito e chiusi in cassa.”

Il “distacco” di Anas

Infine il CoVePA punta il dito sulla possibile operazione a regia regionale che vedrebbe l'intervento della Cav (Concessioni autostradali venete) Spa - recentemente “promossa” con emendamento governativo da società di gestione del Passante di Mestre a concessionaria autostradale - a sostegno e presa in carico delle opere in project financing della Regione Veneto, Pedemontana in primis.
Il Coordinamento diffonde una parte di trascrizione della seduta del 6 dicembre 2016 della Commissione Lavori Pubblici del Senato con l'audizione dell'ingegner Gianni Vittorio Armani, presidente di Anas, che detiene il 50% delle quote di Cav Spa. E che confermerebbe il “distacco” della società controllata come socio unico dal Ministero dell'Economia e delle Finanze circa un eventuale intervento o subentro nella realizzazione della SPV.
“Al momento - è un passo dell'intervento di Armani in Commissione - non è previsto che Anas entri in Pedemontana Veneta e nessuna richiesta è stata in tal senso avanzata.” Ancora il presidente Anas - nell'unico passo del suo intervento registrato nel canale Youtube del Senato - dichiara che “la risoluzione contrattuale” col concessionario della SPV “diventa di fatto una soluzione non praticabile, lì dove non c'è una alternativa industriale alla concessione stessa” (wwwcovepa.blogspot.it/2016/12/la-pedemontana-veneta-secondo-armani.html).
Tutto chiaro? Ovviamente no. E anche su questo intricato e delicato fronte, buon 2017 a tutti.

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