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Alessandro Tich
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Colpo di Stato
Il Consiglio di Stato rovescia le carte del restauro del Ponte di Bassano. Accolto il ricorso di sospensiva della Vardanega: stop al cantiere appena avviato fino al 6 luglio, data dell’udienza di merito del Tar del Veneto
Pubblicato il 13-05-2016
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Se non è una bomba, poco ci manca. Il Consiglio di Stato, riunitosi ieri in camera di consiglio, ha completamente rovesciato lo scenario dell’appalto dei lavori di ripristino e consolidamento statico del Ponte di Bassano, accogliendo la richiesta di sospensiva dei lavori presentata dalla Nico Vardanega Costruzioni Srl di Possagno.
La ditta possagnese - che prima aveva vinto la gara a procedura negoziata per affidamento del cantiere e poi era stata esclusa dalla medesima per le presunte incongruenze riscontrate dalla commissione comunale di aggiudicazione in merito al contratto di avvalimento con il Consorzio Stabile Al.Ma. di Aversa (Caserta) - si era appellata ai giudici amministrativi di secondo grado presentando ricorso contro l’ordinanza del Tar del Veneto, penalizzante nei suoi confronti. Come noto, lo scorso 6 aprile il Tar aveva rigettato il primo ricorso della Vardanega che richiedeva l’annullamento - previa sospensiva dell’efficacia - del provvedimento del Comune di Bassano che ne ha stabilito l’esclusione dalla procedura negoziata per l’affidamento dei lavori.
L’ordinanza del Tar, di fatto, rigettava l’istanza di sospensione dell’affidamento del cantiere, rimandando la sentenza di merito sulla richiesta di annullamento del provvedimento comunale all’udienza fissata per il prossimo 6 luglio.
Foto: archivio Bassanonet
Pochi giorni dopo, ovvero l’11 aprile, il Comune di Bassano firmava il contratto per i lavori sul Ponte con la Inco Srl di Pergine Valsugana, seconda in graduatoria e “aggiudicataria definitiva” del cantiere a seguito dell’esclusione di Vardanega.
Nella stessa giornata il Consiglio di Stato respingeva l’istanza della Vardanega che di fatto chiedeva di accelerare la decisione dei giudici di secondo grado, come previsto “nei casi in cui la gravità e urgenza delle circostanze non consentano di attendere la fissazione dell’udienza per decidere sull’istanza di sospensione”. Una questione formale, e cioè di tempi, e non di contenuti: ovvero del merito dell’argomento da affrontare. Lo stesso Consiglio di Stato rinviava quindi la discussione sull’istanza di sospensiva alla camera di consiglio del 12 maggio.
“Il Consiglio di Stato respinge il ricorso della Vardanega Costruzioni Srl”, intitolava in maniera ambigua un comunicato stampa trasmesso alle redazioni nel tardo pomeriggio dell’11 aprile dall’Amministrazione comunale di Bassano, nel quale si dava anche notizia della contestuale firma del contratto, per l'affidamento dei lavori, con Inco Srl.
Dopo aver vinto il primo round col Consiglio di Stato, e senza neanche attendere l’esito del secondo, nonché del terzo (nuovamente al Tar, che deve ancora esprimere la sentenza di merito sulla vicenda), l’Amministrazione comunale ha quindi proceduto alla consegna ufficiale del cantiere alla ditta trentina e alla partenza dei lavori, suggellati in pompa magna in una conferenza stampa svoltasi lo scorso 2 maggio a Palazzo Sturm.
Si è arrivati quindi a ieri, con la clamorosa sentenza dei giudici di secondo grado che - affrontando nel merito la questione - hanno dato ragione alla Vardanega, decretando in questo modo la sospensione dei lavori appena avviati. Il Comune di Bassano del Grappa e la Inco Srl, quali controparti, sono stati inoltre chiamati a pagare 4mila euro di spese processuali.
In più, ancora il Consiglio di Stato ha ammonito l’Amministrazione comunale per il fatto di avere affidato i lavori nonostante il processo al Tar del Veneto sia ancora in corso.
“L’Amministrazione comunale - scrive un comunicato diffuso ieri sera dal Comune - ha ricevuto in tarda serata la notizia da parte dell’avvocato che sta seguendo la causa relativa al ricorso rispetto all’aggiudicazione dei lavori di restauro del Ponte degli Alpini che, generando un certo sconcerto, il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso sulla sospensiva presentata dalla ditta Nico Vardanega Costruzioni, contraddicendo la sentenza lapidaria con la quale il Tar Veneto aveva invece accolto le tesi della commissione di gara.”
Ciò significa che “con buona probabilità i lavori dovranno essere sospesi” fino al 6 di luglio, giorno in cui il Tar Veneto esprimerà un giudizio sul merito, ossia deciderà se l’esclusione della Vardanega è stata legittima oppure no.
Questa mattina il sindaco Riccardo Poletto e il vicesindaco Roberto Campagnolo hanno convocato d’urgenza una conferenza stampa a seguito della tegola piombata ieri sera.
“A prescindere che si tratta ancora di una valutazione sulla sospensiva dovuta a misure cautelari riguardanti il diritto di una ditta di partecipare o meno alla gara - dichiara il vicesindaco Campagnolo -, la sentenza del Consiglio di Stato ci impone di sospendere il cantiere fino all’udienza del Tar, concedendo comunque di fare interventi per la messa in sicurezza del Ponte, a cui noi come Pubblica Amministrazione dobbiamo comunque fare fronte per l’incolumità pubblica e per la tutela di un bene vincolato.”
“La partenza dei lavori era prevista a fine mese, ora slitta di altro mese almeno - prosegue Campagnolo -. In questo periodo l’intenzione è quella di fare fronte alle attualità che riguardano le esigenze di sicurezza del Ponte, già previste dalla gara, scorporandole dalla stessa. La prossima settimana, tuttavia, valuteremo con i legali e con i tecnici quali sono i nostri margini di manovra.” “La prossima settimana - afferma ancora l’amministratore comunale - cercheremo anche di capire che cosa fare il giorno dopo il 6 luglio.”
“Dallo scorso 24 febbraio, data in cui abbiamo affidato la gara alla Inco escludendo la Vardanega - conclude il vicesindaco -, abbiamo avuto tre pronunciamenti di due tribunali diversi riguardanti le istanze cautelari e siamo in attesa del quarto. Nessuno è entrato ancora nel merito circa il fatto se questa Amministrazione e il seggio di gara abbiano fatto in modo corretto quello che hanno fatto.”
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