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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Attualità

Focus sulla città

Romano Zanon, commerciante di via Roma, esprime un atto di amore e di critica su Bassano sfogandosi su Facebook. Pubblichiamo il suo post, che già tante reazioni ha suscitato, anche su Bassanonet. Invitandovi a leggerlo con attenzione

Pubblicato il 26-03-2016
Visto 5.804 volte

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Ma chi l'ha detto che i commercianti siano tutti casa e bottega? Anzi, pardon: cassa e bottega? Chi per mestiere fa il negoziante è anche in primo luogo un cittadino, che come i cittadini suoi clienti condivide le sensazioni e le suggestioni ma anche i problemi del luogo in cui vive e lavora. A maggior ragione, se ciò che pensa e ciò che dice può rappresentare uno stimolante contributo al dibattito sulle questioni della civica attualità.
E' il caso di Romano Zanon, noto commerciante di via Roma, titolare del negozio Focus Home in Galleria Tabacchi. Il quale, oltre a svolgere con passione la sua attività, è anche un attento e sensibile osservatore della città.
Ebbene: navigando sui social, mi sono imbattuto su un post pubblicato da Zanon sulla sua pagina Facebook e sullo spazio Fb di Bassano senza censura.

Romano Zanon (fonte immagine: Facebook)

E' un post che sembra nascere dal cuore, frutto di riflessioni ma scritto di getto, e che con il cuore traccia un ritratto emozionale, e insieme disincantato, sulla situazione odierna della città di Bassano ma anche sul nostro “essere bassanesi”. E' un intervento che mi ha molto colpito, come ha colpito le tante persone che sui canali social lo hanno commentato. Un forte atto di amore, ma anche di critica e di autocritica su Bassano e per Bassano.
Ripubblico dunque nelle righe seguenti il post di Romano Zanon, invitandovi a leggerlo con attenzione:

“Sono nato in Via Vittorelli, in pieno Centro Storico. Ora abito a San Vito ma lavoro in centro e ci passo molto tempo. Oggi pomeriggio avevo da fare varie commissioni e mi sono preso un po' di tempo per me e per la mia Città. Naso all'insù ho percorso tante vie che conosco a memoria.
Amo la via dove sono nato, amo via Barbieri, una parte di via Da Ponte, le piazze, il lato ovest di via Campo Marzio, le nostre mura e le Porte, via Roma e via Matteotti. Conosco Bassano anche nella parte meno visibile, per lavoro o per amicizia ho avuto la fortuna di vedere androni, cortili, saloni mozzafiato. Nemmeno parlo del paesaggio - del belvedere - non serve, parla da se.
Eppure, amanti di Bassano, quante facciate vetuste, quanta confusione nella segnaletica, qualche angolo veramente sporco. Facciate, cornicioni, finestre, un fronte strada in più punti impresentabile. Rappezzi mal riusciti tra il porfido, colonne nere, epigrafi in disordine. Arredo urbano assente, come i fiori peraltro.
Deluso, ho abbassato lo sguardo e mi sono chiesto il perché di tanta piccola trascuratezza, di quel po' di disordine che toglie fascino anche alla donna più bella del mondo. Una ragione l'ho trovata nella stanchezza che certe volte proviamo nelle nostre case, qualche macchia, uno spigolo non più immacolato...però poi si pulisce, si imbianca. Bassano è casa nostra e le facciate dei palazzi sono le pareti delle piazze, giusto? E allora perché le lasciamo luride e fatiscenti?
Sapete che non faccio discorsi politici e non mi interessa la caccia al colpevole ma qui la politica si fa polis, è polis, è la nostra città!
C'è un grosso errore di fondo, lo stesso che commettiamo con le nostre cose, con i nostri figli, nostro marito, nostra moglie: lasciamo correre. Per quieto vivere mascherato da amore. È un errore madornale se lo commettiamo verso Bassano.
Non basta la sua collocazione geografica, lo sfondo dipinto da Dio, non basta se vogliamo essere città e non angolo di campagna. Non bastano mille anni di storia se ci soffiamo il naso con le sue pagine.
Vogliamo tanto essere città turistica e snoccioliamo statistiche improbabili su afflussi record... Guardiamola da fuori, la nostra Bassano, perché l'amore tradisce e annebbia mentre chi viene da fuori deve innamorarsi. Cerchiamo di fare una sorta di pagella.
Facilità di accesso? Scarsa
Facilità di parcheggio? Problematico
Costi di parcheggio? Elevati
Segnaletica e indicazioni? Confuse
Guida seria e facilmente reperibile? ....
Facilità di orientamento? Scarsa
Accoglienza in generale? ....
Vigili? Dove sono?
Ufficio informazioni? Nascosto
Museo? Mal segnalato
Il Ponte Vecchio? ....
Devo continuare? Non mi sembra il caso, non arriviamo nemmeno vicini alla sufficienza.
Esagerato? Può darsi. Critico? Si, non sto più zitto - dopo i 50 poi - amo sul serio Bassano!
C'è poi un altro grosso problema, il rapporto tra noi bassanesi che viviamo privatamente la nostra città e lo facciamo senza nemmeno averne coscienza, lo facciamo sempre, come se fosse solo nostra. Una città turistica non si popola per invito: 50 inviti, 50 sedie per sedersi, no! Non funziona così! La città è l'invito, dev'essere aperta a tutti e leggibile da tutti.
Bassano è nostra solo nell'accezione che noi dobbiamo farcene carico, prenderci cura della sua pietra e del suo tempo. Ma non lo facciamo, non quanto merita, la usiamo come palcoscenico per altri e ce ne facciamo vanto in modo così passivo da essere ridicoli, spettacolo concerto fiction, non importa. Basta che ci sia qualcuno che la “usa”, quasi non ne fossimo capaci.
E poi il commercio. Il centro storico è un quartiere tra altri ma con proporzioni invertite, pochi residenti, moltissime attività. Anche qui problemi, tanti progetti sulla carta e tanti problemi sulla strada. Un offerta esorbitante rispetto alla domanda, con il baricentro spostato verso l'abbigliamento, che ha bisogno di gente, di tanta gente, per pareggiare i conti.
Ma com'è l'offerta? Per lo più anonima, uguale in ogni città. Con qualche eccezione che fatica, che rischia di essere soffocata dai gomiti dei grossi nomi, che perde visibilità, che andrebbe preservata come parte della città stessa. E le aberranti aperture domenicali che svuotano la settimana e fanno lievitare i costi, costi che solo i giganti riescono a sopportare.
C'è poi la chiusura al traffico infrasettimanale che alimenta l'esterno, i mostri cresciuti attorno a Bassano... Ma già ho detto abbastanza.
Ho detto ciò che vedo e che è davanti agli occhi di tutti. Bassano non è messa bene. Colpa della politica senza lungimiranza degli ultimi 20 anni? Si, certo, e di chi ha lasciato fare! Sempre e comunque colpa nostra, mia e vostra.”

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