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Redazione
Bassanonet.it
“Sono consapevole”
Tre conferenze su droga e cyberbullismo al New Cambridge Institute di Romano d'Ezzelino per sensibilizzare gli studenti sulle conseguenze di comportamenti sbagliati. Tra i relatori anche il nostro direttore responsabile Alessandro Tich
Pubblicato il 13-01-2016
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Si è chiuso il ciclo di conferenze dal titolo “Sono consapevole”, organizzate dal New Cambridge Institute, la scuola superiore paritaria di Romano d'Ezzelino che ancora una volta - come da ormai consolidata tradizione - ha dedicato una serie di incontri su argomenti di grande attualità per gli studenti dei suoi quattro istituti.
L'intento dell'iniziativa è stato quello di sensibilizzare e responsabilizzare i ragazzi su temi di cruciale rilevanza per la loro fascia di età, quali la droga e il cyberbullismo, che vedono frequentemente coinvolti proprio loro, i giovani, che spesso finiscono per sbagliare proprio per mancanza di consapevolezza rispetto ai rischi che si corrono nell’adottare certi tipi di comportamenti.
Dare consapevolezza per fare le scelte giuste ed evitare quelle sbagliate: questa, in sostanza, la missione dell’iniziativa che sin da subito ha trovato il pieno appoggio della dirigente scolastica prof.ssa Maria B. Larocca.
La conferenza del nostro direttore Tich agli studenti del New Cambridge
L’altra parola chiave, oltre a consapevolezza, è infatti responsabilità: intesa come capacità di prevedere le conseguenze, soprattutto quelle negative, delle proprie scelte. Una capacità che si sviluppa col progredire dell’età e accumulando esperienze che consentono di imparare dagli errori fatti.
La prof.ssa Paola Baggio, coordinatrice del progetto, spiega che lo spunto è venuto dalla lettura delle linee guida su questi argomenti diffuse lo scorso aprile dal Miur (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) mediante una circolare. Con l’inizio dell’attuale anno scolastico la prof.ssa Baggio ha messo in moto la macchina organizzativa e, al fine di preparare i ragazzi in vista delle conferenze, sono stati organizzati dei momenti di approfondimento in tutte le classi: ogni coordinatore infatti ha dedicato nella propria classe un’ora di riflessione attiva su cyberbullismo, utilizzo dei social network e diffusione delle nuove tecnologie comunicative.
Se l’idea è venuta dalla circolare del Miur, la sensazione di doversi occupare di queste tematiche e quindi organizzare un ciclo di conferenze - intitolate appunto “Sono consapevole” - è emersa nel corpo docenti del New Cambridge, proprio dal quotidiano confronto in classe con ragazzi che il più delle volte hanno dimostrato di “non sapere” e di “non conoscere” cosa può accadere loro facendo determinati tipi di scelte. Fari puntati dunque su due grandi questioni tipicamente giovanili, ovvero cyberbullismo e droga, grazie agli interventi del prof. Jacopo Longo, del prof. Marco Spolaore - entrambi docenti del New Cambridge Institute - e infine del giornalista Alessandro Tich.
Il primo dei tre incontri, tenuto dal docente di scienze Jacopo Longo, ha posto l’attenzione sugli effetti fisici e psicologici derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti. L’interessante lezione del prof. Longo ha dimostrato, prendendo in esame studi scientifici su alcune delle droghe più diffuse, come gli effetti derivanti dall’assunzione di stupefacenti siano gravi e talvolta anche devastanti, tanto più se l’assunzione avviene in giovane età ovvero quando il corpo e il cervello sono ancora in fase di sviluppo.
Ai danni fisici (neurologici, polmonari ecc.) vanno aggiunti poi i quelli psicologici perché alcune droghe, oltre a creare dipendenza e stati d’ansia, colpiscono la sfera, fondamentale in giovane età, della capacità decisionale e della motivazione. Il prof.Longo ha poi portato la realtà in classe mostrando agli alunni presenti in sala dei video e leggendo una toccante testimonianza di un ragazzo con alle spalle problemi di tossicodipendenza.
La seconda conferenza, tenuta dal docente di economia e diritto Marco Spolaore, verteva invece sugli effetti giuridici che ricadono su minori responsabili di atti di cyberbullismo o di uso e spaccio di sostanze stupefacenti.
Obiettivo di questa seconda fase del progetto era principalmente quello di sfatare alcuni falsi miti, purtroppo molto diffusi tra i nostri ragazzi, secondo cui chi sbaglia non paga, tanto più se chi sbaglia è un minore.
Il prof. Spolaore, codice civile e codice penale alla mano, ha spiegato alla giovane platea che invece le conseguenze giuridiche derivanti da certi errori fatti in gioventù possono rovinare la vita di un ragazzo per poi ripercuotersi nella sua vita da adulto compromettendo in alcuni casi anche la possibilità di trovare un lavoro.
“Per ultimi, quando però ormai è tardi, arriviamo noi giornalisti” ha esordito il dott. Alessandro Tich, giornalista professionista nonché attuale direttore responsabile di Bassanonet.it e del TG di Canale 68 Veneto.
La terza ed ultima delle tre conferenze - dal titolo “I minori dentro la notizia” - ha infatti chiuso il cerchio spiegando ai ragazzi che dopo essersi rovinati la salute assumendo droga, dopo aver rovinato la vita a qualcun altro con atti di bullismo o con altri tipi di reato e dopo averne pagato le conseguenze civili e penali, esiste un rischio ulteriore: ovvero quello di finire sul giornale, sul portale online o in televisione come dei criminali e magari solo per aver assecondato e non essersi opposti a una scelta sbagliata del proprio gruppo di amici.
Se è vero infatti che da un lato la tutela dell'immagine, ovvero la privacy dei minori è garantita a 360° dalla “Carta di Treviso”, resta il fatto - come ha sottolineato il nostro direttore - che “il completo anonimato non è garantito e che finire sotto i riflettori dei media locali finisce per creare danni d’immagine che possono lasciare un segno indelebile.”
E poi “c’è quel “numero magico”, il “18” - ha concluso Tich -, perché una volta compiuta la maggiore età viene meno ogni tutela e a quel punto davvero si rischia, dopo essere stati sbattuti in prima pagina con tanto di foto, di veder compromessa per sempre la propria reputazione”.
Ovvero si rischia di veder rovinata la propria vita ancor prima di cominciare la scalata e questo magari solo per semplice mancanza di consapevolezza.
Una consapevolezza che la scuola, insieme alla famiglia, deve cercare con sforzo incessante di trasmettere ai ragazzi.
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