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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Under 40
Un esposto all'Anticorruzione su un incarico diretto sotto i 40mila € per il restauro del Ponte degli Alpini. Un'interpellanza dell'opposizione. Ma la questione era già stata anticipata dal gruppo “B.d.G. - GenerAzione per il cambiamento”
Pubblicato il 17-10-2015
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Under 40. Non è una nuova nazionale di calcio di giocatori attempati, ma la sintesi di un nuovo argomento che fa discutere in città.
E cioè il metodo dell'affidamento “a spezzatino” da parte dell'Amministrazione comunale degli interventi preliminari al restauro del Ponte di Bassano, per importi tutti di poco - e in un caso di pochissimo - inferiori ai 40mila euro: cifra entro la quale la legge consente l'affidamento diretto e fiduciario (in economia) di beni e servizi per l'ente pubblico e oltre la quale gli affidamenti devono essere invece obbligatoriamente sottoposti a pubblica gara.
E' uno dei tanti aspetti del percorso amministrativo relativo ai previsti lavori di ripristino e consolidamento del Ponte Vecchio su cui punta il dito il gruppo “B.d.G. - GenerAzione per il cambiamento”, che ha passato al setaccio tutti gli incartamenti dell'iter sin qui prodotti elaborando un corposo e articolato documento di osservazioni e di critiche documentate: così numerose e così impegnative da riassumere che ci riserviamo di riferirle - per la parte “mancante” al presente articolo - in altri nostri prossimi contributi.
Foto Alessandro Tich
C'è però un filone del dossier analitico di B.d.G. che merita subito la priorità mediatica, in quanto “preme” per la sua attualità: e si tratta appunto del capitolo degli affidamenti in economia per le operazioni progettuali e preliminari dell'intervento di restauro sul monumento-simbolo di Bassano.
Chiaramente esposto
Facciamo intanto un flash-forward.
E' notizia di queste ore la presentazione di un esposto all'Autorità Nazionale Anticorruzione da parte della “Fondazione Architetti e Ingegneri Liberi Professionisti iscritti Inarcassa”, presieduta dall'architetto di Trento Andrea Tomasi, nella quale si segnalano presunte irregolarità “nell'affidamento all'ingegnere Claudio Modena della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva dei lavori di ripristino e consolidamento statico del Ponte degli Alpini” (per il testo completo dell'esposto: fondazionearching.it/documents/10181/80415/Lettera+Esposto+del+14-10-2015/6ed23736-4a40-480b-8bd1-04b4c83f9094).
Il nome del prof. Modena è noto ai nostri lettori: docente ordinario di Tecnica delle costruzioni al Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell'Università di Padova, sin dalle prime fasi dell'iter progettuale del restauro del Ponte ha svolto il ruolo di “mentore” dell'intervento assieme al prof. Giovanni Carbonara, docente ordinario di Restauro architettonico dell'Università La Sapienza di Roma.
Ma il prof. Modena è anche direttore tecnico e legale rappresentante della società SM Ingegneria s.r.l. di Sommacampagna (Vr). Ed è in questa veste che il Comune di Bassano, con determinazione dirigenziale 272/15, gli ha affidato l'incarico sopra citato. E' il punto di partenza dell'esposto della Fondazione, che focalizza la sua attenzione sul compenso previsto per l'affidamento diretto al professionista: 39.997 euro, a soli 3 euro dalla soglia minima dei 40mila oltre la quale scatta invece l'obbligo di gara.
Secondo la Fondazione Architetti e Ingegneri, si tratta di un servizio “inspiegabilmente sottostimato” e di un affidamento diretto “cui non si sarebbe potuto ricorrere se, applicando la legge, l'Amministrazione avesse rettamente il valore del corrispettivo da porre a base di gara”.
E questo perché, come si legge nel testo, “al fine di determinare l'importo del corrispettivo da porre a base di gara nei lavori di ingegneria e architettura (...) è obbligatorio fare riferimento ai criteri fissati dal decreto del Ministero della Giustizia del 31 ottobre 2013, n. 143”.
Morale della favola: applicando i criteri di cui sopra, correlati all'importo dei lavori a base di gara - ovvero, come afferma testualmente l'esposto “applicando la legge (ciò che codesta Amministrazione non ha evidentemente fatto)” - il corrispettivo “è pari a circa 440mila euro”, dieci volte superiore quindi a quanto deliberato. Ergo: “l'errata determinazione del corrispettivo, oltre a ledere gli interessi degli ingegneri e architetti liberi professionisti (...) viola le norme del Codice dei contratti pubblici (...)”.
In più - tra le altre cose - nell'esposto si cita anche lo schema di convenzione siglato con delibera di giunta del 16 settembre 2014 tra il Comune di Bassano e l'Istituto di Ingegneria Civile, Edile ed Ambientale dell'Università di Padova per la realizzazione di “attività di ricerca, analisi e valutazione della vulnerabilità statica e sismica del Ponte degli Alpini”, sempre per un importo Under 40 pari a 39.411,76 euro oltre Iva. E poiché il referente scientifico della convenzione per l'Università di Padova è proprio il prof. Claudio Modena, la Fondazione contesta “l'oggettivo e indissolubile collegamento negoziale tra i due incarichi” che appare come “un artificioso frazionamento dell'incarico” al professionista-docente.
La ciliegina sulla torta
Ma c'è anche ciliegina sulla torta. Ed è il comunicato al fulmicotone che la Fondazione Ingegneri e Architetti Liberi Professionisti ha pubblicato sulla home page del proprio sito internet, dal titolo “Che vergogna professore” (fondazionearching.it/), che riassume in maniera molto dura i concetti sostenuti dagli autori dell'esposto rispetto a quella che dagli stessi viene definita una “vergognosa procedura d'incarico”.
Apriti cielo. Come riportato oggi dalla stampa locale, il Comune di Bassano del Grappa respinge ogni accusa e sta predisponendo controazioni legali.
Il sindaco Poletto non nasconde la sua rabbia e il vice sindaco nonché assessore Campagnolo parla di “illazioni” e di “attacchi strumentali”, precisando che il prof. Modena non è il curatore del progetto, affidato a uno staff interno dei Lavori Pubblici del Comune, ma un esperto “che da un contributo alla parte strutturale”.
Ed è pacifico che anche il prof. Modena, dal canto suo, starà valutando gli eventuali passi da compiere per tutelare la propria figura professionale.
Quel che è certo è che la telenovela del restauro del monumento scrive la prima puntata di una nuova “storia nella storia”.
Mentre il gruppo consiliare di opposizione Impegno per Bassano, a seguito dell'istanza della Fondazione Architetti e Ingegneri, ha protocollato ieri un'interpellanza per il prossimo consiglio comunale (a firma dei consiglieri Stefano Monegato, Roberto Marin e Federica Finco) sul tema “Regolarità affidamento lavori Ponte degli Alpini”.
Gli interpellanti, “tenuto conto che proprio in una recente commissione lo stesso prof. Modena afferma non essere esperto nei manufatti in legno” chiedono “che l'Amministrazione dia immediate informazioni sulla regolarità e legittimità dell'affidamento”. Chiedono inoltre “che si giustifichi il perché dopo le prime stime iniziali che parlavano di 3-4 milioni di euro l'importo del restauro sia lievitato a 6,7 milioni”, “il perché fu scelto senza gara l'ing. Modena rispetto ad altri specialisti in manufatti lignei” e “che si spieghi la “casualità” dell'importo inferiore ai 40.000 € (limite affidamento diretto) di soli 3 (diconsi “3”!) €”.
Si attendono risposte “da dare con estrema urgenza e chiarezza, onde evitare ogni possibile illazione sui lavori da eseguire”.
Il segno premonitore
Alla luce di questi ultimi, concitati sviluppi il documento analitico di “B.d.G. - GenerAzione per il cambiamento” - presentato in conferenza stampa ancora martedì scorso - appare quasi come un segno premonitore.
“Dalle voci in capitolo - afferma infatti il comunicato del portavoce di B.d.G. Nicola Jacopo Maria Canilli, nella parte relativa agli incarichi fiduciari - traspare la responsabilità dell’assessore Campagnolo nel non bloccare una spiacevole consuetudine dell’Area Lavori Pubblici: l’aggiudicazione dei lavori mediante affidamento diretto e a volte pure senza rispettare l’obbligo di motivazione di tale scelta. Un fatto che avevamo già condannato e prendiamo atto del suo imperterrito perdurare.”
“Vengono omessi bandi - prosegue la nota - che scatterebbero per contratti del valore di 40.000 €, per affidare invece l’attività progettuale per 39.997 €, il coordinamento della sicurezza per 39.040,86€ e ora pure la bonifica bellica per 39.900 €. Dato che nel calcolo valutato per i lavori in questione va tenuto conto l’importo massimo stimabile, dove starebbe il margine della negoziazione nei sopracitati casi?”
Secondo l'analisi di B.d.G., “nelle determine dell'Area Lavori Pubblici capita sempre più spesso che non venga nemmeno specificato se le offerte presentate siano congrue e in linea coi prezzi di mercato. Tramite questa metodologia di affidamento dei lavori, si perpetua una cattiva consuetudine a reiterare incarichi a medesimi soggetti o comunque lasciando fin troppa discrezionalità di scelta all’Area Lavori Pubblici, a discapito della pluralità di competenze professionali sul territorio”.
Viene citato al riguardo il Consiglio di Stato, il quale afferma che “il metodo della trattativa privata rappresenta comunque un'eccezione ai principi di libera concorrenza, e dunque di rispetto, al contempo, della pari condizione dei potenziali interessati e dell'interesse dell'Amministrazione alla convenienza economica dei lavori”.
“Se vogliamo soffermarci ulteriormente sui 39.900 € della bonifica bellica - prosegue Canilli -, la cifra stimata al 23/12/2014 per spese tecniche per opere di bonifica e indagine archeologica era di 12.000€, mentre al 10/02/2015 ammontava a 20.000€. Se risulta alla fine costare prima il doppio e poi il triplo di quanto precedentemente stimato, sorgono inevitabili perplessità sulle capacità di stima del costo dei lavori.”
“Dubbi che non possono che crescere - aggiunge - quando nella tabella della delibera di approvazione del Progetto preliminare non compare la spesa di un milione e mezzo per le operazioni di entrata in alveo, come affermato da Campagnolo nella serata al Teatro Remondini e riportato sulla stampa. Dalle incongruenze riscontriamo pertanto quantomeno un forte pressapochismo.”
In più, riguardo alle altre voci in capitolo, “era stato rassicurato che le somme reperite avrebbero coperto l’intero importo dei lavori, con margini pure per un possibile avanzo nella quota stanziata dal Comune”.
“Pertanto - rimarca Canilli - consideriamo inverosimile che, dopo costi dei lavori raddoppiati in un anno da 3,5 a 6,7 milioni di euro, ora ritroviamo accantonata l’insufficiente cifra di 17.387,35 € per imprevisti vari. Si prevede l’utilizzo delle somme derivanti dai ribassi d’asta, e se sì, in che proporzione?”
Per queste ed altre “incongruenze”, secondo B.d.G. “emerge un quadro preoccupante, di cui non vediamo soluzione imminente con la nomina del nuovo Dirigente dell’Area Lavori Pubblici. Infatti la componente di responsabilità politica affiora chiaramente e non lascia molti margini di fiducia”.
Come risponderà - se risponderà - il Palazzo?
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