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La prova del 10
Comunicato congiunto dei dieci sindaci del Bassanese e dell'Altopiano contrari a qualsiasi ipotesi di accoglienza dei profughi. “Totale contrarietà all'ospitalità dei profughi che avviene in modo arbitrario e senza alcun criterio”
Pubblicato il 30-07-2015
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La prova del 10 continua. I dieci sindaci del comprensorio bassanese e dell'Altopiano che hanno messo nero su bianco - con un documento rivolto al prefetto Eugenio Soldà - la loro contrarietà a qualsiasi ipotesi di accoglienza dei migranti smistati dal centro regionale di Mestre e destinati ai Comuni della provincia di Vicenza, ribadiscono il loro “no fermo e deciso sul tema della crescente emergenza dei profughi”.
E quanto afferma un comunicato stampa congiunto trasmesso in redazione, che pubblichiamo di seguito:
Profughi, un'emergenza continua (fonte immagine: iltirreno.geolocal.it)
COMUNICATO STAMPA CONGIUNTO SULL'EMERGENZA PROFUGHI
Un no fermo e deciso è quello che ribadiscono i dieci Sindaci firmatari del documento inviato al Prefetto di Vicenza, dott. Eugenio Soldà, sul tema della crescente emergenza dei profughi.
I primi cittadini di Asiago, Cartigliano, Gallio, Pove del Grappa, Pozzoleone, Romano d'Ezzelino, Rossano Veneto, Rosà, Schiavon e Tezze sul Brenta lo scorso 22 luglio hanno espresso per iscritto al Rappresentante del Governo nazionale, a seguito della riunione della Conferenza dei sindaci del bassanese convocata in via straordinaria il 9 luglio 2015 (modalità singolare che esprime il carattere di urgenza), la totale contrarietà all'ospitalità dei profughi che avviene in modo del tutto “arbitrario, senza alcun criterio e cognizione di causa nella Provincia di Vicenza”.
Un'emergenza che non trova fine con il rischio di far nascere tensioni sociali rompendo i sempre più spesso fragili equilibri tra comunità, con conseguenti fatti di cronaca come le proteste avvenute nel trevigiano o le recenti prese di posizione di alcuni profughi ad Este che hanno reso necessario il loro trasferimento forzato. Piccole e grandi contrapposizioni tra i vari attori della vita sociale dei paesi interessati dalla presenza dei migranti sono all'ordine del giorno, come raccontano i fatti di Musile di Piave, Cavallino senza citare le quotidiane battaglie di Eraclea.
La volontà dei Sindaci firmatari del documento rimane quella di difendere sempre ed in ogni sede la propria cittadinanza già alle prese con le gravi difficoltà economiche dettate dal momento. Un tessuto sociale oltremodo caratterizzato dalla presenza di oltre un 10% di cittadini immigrati alla costante ricerca di attenzione e lavoro.
Una difesa ad oltranza legata alla salvaguardia degli edifici pubblici, quali “simbolo delle Comunità” che non dovranno essere acquisiti dalla Prefettura in modo coatto per l'ospitalità dei migranti. Nell'assenza di un progetto unitario condiviso e nella totale incertezza nella gestione dell'emergenza a livello nazionale, i Sindaci diffidano la suddivisione dei profughi in base alla popolazione di ogni singolo comune, condizione questa che aprirebbe scenari ignoti e di indubbia difficoltà, con i sindaci abbandonati nella gestione della problematica.
Nessuna discriminazione, nessuna mancanza di carità cristiana, ma la precisa consapevolezza che i cittadini, con in testa le fasce più deboli, sono e rimarranno sempre in vetta alle priorità dell’azione di ogni singola amministrazione locale.
I Sindaci dei comuni di:
Asiago, Cartigliano, Gallio, Pove del Grappa, Pozzoleone, Romano d'Ezzelino, Rossano Veneto, Rosà, Schiavon e Tezze sul Brenta
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