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Triangolo mortale
L'inquietante omicidio di Romano d'Ezzelino. Coppia di amanti accusata di avere ucciso il convivente di lei e di averne occultato il cadavere, bruciandolo, in un bosco a Possagno. I due sono scoperti, e arrestati, grazie a un guasto alla macchina
Pubblicato il 25-04-2015
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Lei, lui (l'amante) e l'altro (il compagno e convivente).
Scalpore e costernazione per il triangolo della morte che ha portato al fermo di polizia giudiziaria, con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, di una coppia di amanti di Romano d'Ezzelino: Lucia Lo Gatto, 41 anni, residente a Romano in via Isonzo, in quartiere Cristallo a Fellette, e Manuel Palazzo, 27 anni, originario di Asolo, suo vicino di casa.
Nei confronti dei due pendono pesantissimi elementi di indizio riguardo alla morte di Aldo Gualtieri, 40 anni - convivente e primo cugino della donna, dalla quale ha avuto due figlie di 14 e 9 anni - i cui resti carbonizzati sono stati rinvenuti nel primo pomeriggio di giovedì sotto un cumulo di sassi in un'area boschiva lungo il sentiero Castel Cesil, nei pressi del Tempio Canoviano, a Possagno.
Da sinistra: Manuel Palazzo, Lucia Lo Gatto e Aldo Gualtieri, la vittima
Sono stati due taglialegna del posto, Andrea e Elido Fornasier, a fare il macabro ritrovamento dopo aver notato il cumulo di pietre sul sentiero, infestato di mosche. Sul luogo sono immediatamente accorsi i Carabinieri della Compagnia di Treviso e il personale del Suem 118 di Crespano del Grappa.
La svolta delle indagini sull'efferato episodio è avvenuta praticamente subito dopo la scoperta dei resti umani, che al momento erano ancora senza nome.
Il meccanico Giorgio Rigo, titolare di un'autofficina a Possagno, ha infatti riferito che nella mattinata di domenica scorsa aveva recuperato una Wolkswagen Golf di colore grigio, rimasta in panne, causa batteria scarica, proprio nelle vicinanze del punto dove è stato ritrovato il cadavere carbonizzato.
L'intervento del meccanico era stato richiesto da Pietro Dal Broi, carrozziere possagnese, organizzatore di una gara podistica che quella domenica passava proprio sul sentiero Castel Cesil. Davanti al Dal Broi, che poco dopo le 9 era andato a fare da apripista alla manifestazione, si era presentato all'improvviso “un giovane, molto agitato” che gli aveva chiesto, disperatamente, di chiamare qualcuno per far ripartire la macchina, rimasta ferma nel bosco. All'interno dell'auto, ha riferito l'organizzatore della corsa, c'era una donna “che continuava a nascondersi”.
Il meccanico è arrivato dopo circa un'ora, dopo che le centinaia di partecipanti alla manifestazione podistica avevano percorso il tratto del sentiero e la strada, pertanto, era finalmente libera. Ha ricaricato la batteria, e la coppia è ripartita.
Sia il Dal Broi che Rigo avevano notato, nei pressi del luogo dove l'auto si era guastata, un cumulo di pietre fumanti, con della legna accastata sopra che stava ancora ardendo. Ma a nessuno, nonostante l'ora, è passato per la testa che quei sassi incandescenti potessero esser ben altro che i resti di una grigliata nel bosco all'aria aperta. Fino al ritrovamento di giovedì: quando tutti i nodi, raccogliendo le testimonianze, sono venuti velocemente al pettine.
In poche ore i Carabinieri sono risaliti alle identità dei due presunti responsabili dell'occultamento del cadavere e della presunta vittima e, nella notte tra giovedì e venerdì, si sono presentati nella casa della donna al primo piano del condominio “Smeraldo” in quartiere Cristallo a Fellette.
Al momento del blitz dei militari dell'Arma, i due amanti erano assieme.
Come successivamente appurato, il Palazzo si era da pochi giorni trasferito nella abitazione della Lo Gatto, ufficialmente a seguito della rottura con la propria fidanzata. I due amanti, che al momento del fermo non hanno proferito parola, sono stati portati in caserma a Treviso dove sono stati arrestati con la pesante doppia accusa, come già detto, di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il provvedimento cautelare è al vaglio del Gip, cui spetta la decisione sulla convalida dell'arresto. Contestualmente, sia l'appartamento della donna che la Golf, con la quale i due sono stati visti domenica a Possagno, sono stati posti sotto sequestro.
L'autopsia sui resti di Aldo Gualtieri sarà molto probabilmente effettuata nei prossimi giorni. Sia nell'appartamento dove i due amanti sono stati fermati che nella vettura con la quale avrebbero trasportato il corpo dell'ucciso fino al bosco di Possagno sono stati effettuati i rilievi degli specialisti del Ris, dai cui riscontri si attendono le conferme definitive alle ipotesi di reato di cui la coppia è accusata.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l'omicidio sarebbe avvenuto tra la serata di sabato e le prime ore di domenica. Sempre secondo i riscontri degli investigatori, è presumibile che il Gualtieri abbia sorpreso la convivente con il suo amante in atteggiamenti inequivocabili e da lì sia scaturita una violenta lite, nel corso della quale l'uomo è stato assassinato. Non si esclude che la vittima possa essere stata uccisa con un coltello da cucina. Ma sia l'arma usata per il delitto sia il presunto autore materiale dello stesso - il Palazzo, la Lo Gatto oppure entrambi - sono elementi ancora in fase di accertamento.
Domenica mattina i due amanti avrebbero quindi trasportato nel bagagliaio della Golf il cadavere dell'ucciso fino al bosco di Possagno e gli avrebbero dato fuoco, nella buca lungo il sentiero poi ricoperta di sassi. Ma non avrebbero fatto i conti con l'imprevisto guasto meccanico dell'automobile, in un luogo impervio e isolato, che ha fatto risalire alla loro identità.
Manuel Palazzo è attualmente rinchiuso in carcere a Treviso, Lucia Lo Gatto è invece associata alla casa circondariale di Venezia. I resti del corpo della vittima - che era originaria del Catanzarese come la Lo Gatto, e che lavorava saltuarimente come pittore edile - si trovano all'ospedale di Treviso, a disposizione dei consulenti che saranno nominati dal sostituto procuratore Maria Giovanna De Donà per l'effettuazione dell'esame autoptico.
Di Aldo Gualtieri emerge in queste ore la storia di un passato difficoltoso, fatto di diversi conti aperti e chiusi con la giustizia e di ripetute visite delle forze dell'ordine, per controlli, una delle quali anche nei giorni precedenti all'omicidio di cui sarebbe rimasto vittima. “Una famiglia difficile da entrambe le parti, con un passato molto pesante” - ha commentato il sindaco di Romano d'Ezzelino Rossella Olivo, che ha ricordato come da anni la famiglia di quartiere Cristallo fosse seguita dai servizi sociali del Comune. Un ménage familiare difficile, sfociato ora in tragedia.
Nei prossimi giorni si attendono le conferme sulla terribile ipotesi che i due amanti abbiano deciso di mettersi definitivamente insieme, dopo avere eliminato il terzo incomodo. Senza porsi il problema che prima o poi la scomparsa del Gualtieri sarebbe venuta a galla e che, soprattutto, ci sono due figlie minorenni di mezzo. E tentando di coprire ogni sospetto nel condurre delle vite apparentemente normali, nonostante i trascorsi della donna, anche nella convivenza con la vittima, avessero già fatto emergere una situazione di disagio che con la normalità aveva poco da condividere.
Affiorano in queste ore anche i minimi particolari sul comportamento soprattutto di Lucia Lo Gatto, definita da una certa stampa come “la mantide”, nei quattro-cinque giorni tra l'omicidio e l'arresto. Come ad esempio l'appuntamento preso dall'estetista per farsi le unghie. Come se nulla fosse accaduto.
Oggi nei bar del Bassanese, inevitabilmente, non si parlava d'altro. Ma non è il momento di dare sentenze: se l'arresto sarà convalidato e se i due presunti amanti-killer saranno rinviati a giudizio, ci penseranno i giudici di un regolare processo.
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