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Alessandro TichAlessandro Tich
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“La guerra del terrorismo islamico. Il dovere di difenderci”. L'intervento di Magdi Cristiano Allam, invitato da Polites, a Bassano. “Ci sono due grandi emergenze: l'invasione degli immigrati e la strategia di islamizzazione dell'Europa”

Pubblicato il 07-03-2015
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Che stia per arrivare Magdi Cristiano Allam te ne accorgi dallo spiegamento di forze che già un'ora prima dell'incontro presidiano l'accesso all'hotel Palladio di Bassano. Un'auto dei Carabinieri, una della Polizia di Stato, una della Polizia Locale. Poliziotti in borghese controllano a vista le auto parcheggiate in via Gramsci e gli angoli meno in vista delle pertinenze dell'albergo. Lo stesso relatore, al suo ingresso nella sede della conferenza, viene scortato da due guardie del corpo.
Al di là della vita blindata condotta dal giornalista, scrittore e politico egiziano naturalizzato italiano - convertitosi al Cristianesimo nel 2008 - le misure di precauzione sono comunque necessarie, visto che Allam viene a parlare non di rose e fiori, ma di un tema - come specificato sulla locandina dell'incontro pubblico - che più tosto non si può: “La guerra del terrorismo islamico. Il dovere di difenderci”.
L'appuntamento è organizzato da Polites, l'associazione di cittadini (di area centrodestra) presieduta dall'ex consigliere comunale di Forza Italia Massimo Gianesin e che annovera tra i suoi esponenti di rilievo l'ex candidato sindaco di Bassano Federica Finco. Lo scopo di Polites è quello di promuovere sul territorio valori come “impegno, etica, tradizione, famiglia, cultura della vita, giovani, giustizia” eccetera. E l'atteso ospite, prima di iniziare il suo intervento, annuncia la sua “adesione immediata all'associazione, condividendone lo spirito e le finalità”.

Madgi Cristiano Allam al suo arrivo all'hotel Palladio a Bassano (foto Alessandro Tich)

Poi, come al suo solito, Magdi Cristiano Allam prende il toro per le corna e va dritto al sodo. Contestando i fondamenti del relativismo religioso che si è diffuso nella società occidentale, generando un pensiero dominante secondo il quale, semplificandolo al massimo, “i terroristi sono cattivi, ma l'Islam è buono”.
“C'è un passo evangelico - esordisce il relatore - che recita: “Conoscete la verità e la verità vi renderà liberi”. Non siamo stati noi a dichiarare questa guerra, ma la dobbiamo affrontare. C'è un fronte finanziario-economico, di cui non parliamo oggi, che sta trasformando l'Italia da uno Stato ricco in una nazione povera. Poi ci sono due grandi emergenze: l'invasione degli immigrati e la strategia di islamizzazione dell'Europa. Questa consta a sua volta di due strumenti. Il primo è il terrorismo dei tagliagole, che attentano in modo deliberato alla sacralità della vita. Il secondo strumento è la proliferazione di moschee, scuole coraniche, banche e centri di formazione islamici che creano sul territorio, di fatto, uno Stato nello Stato.”
“E' di ieri un'intervista all'Ansa del direttore di Frontex - prosegue - che avverte l'Italia del rischio che nei prossimi mesi arrivino dai 500mila al milione di clandestini provenienti dalle coste libiche. Sono cifre che si traducono in un'invasione. Nel 2014, con la scellerata operazione Mare Nostrum, il numero dei clandestini arrivati in Italia si è quintuplicato. Il costo pro capite per ogni clandestino è di circa 1000 euro al mese, oltre all'impatto sociale del fenomeno. E sappiamo che recentemente i terroristi islamici dell'Isis hanno minacciato azioni militari, e di invaderci. La costa libica ormai da quattro anni è nelle mani delle formazioni islamiche: i Fratelli Musulmani, Ansar al Sharia e l'Isis, che oltre al territorio sta conquistando anche i pozzi petroliferi e ha dichiarato in modo esplicito guerra all'Italia.”
L'intervento dell'oratore tocca quindi i massimi sistemi. “E' un bluff tutto questo? La storia ci dice - dichiara - che dopo la morte di Maometto nel 632, in 200 anni gli islamici hanno occupato tutta la sponda orientale e meridionale del Mediterraneo, che erano cristiane. Nell'864 avevano già devastato due volte la Basilica di San Pietro. Non è un bluff, a San Pietro ci sono già arrivati. Hanno occupato per due secoli la Sicilia e per otto secoli l'Andalusia. Parliamo di una realtà che evidenzia una straordinaria capacità di invasione.”
“Tutto questo - afferma Allam - non accade per caso, non si tratta di un pugno di esagitati impazziti. Lo fanno in stretta osservanza di ciò che è scritto nel Corano. L'Islam è una religione per la quale è Dio che si fa testo, e che si incarta nel Corano, che è Dio stesso ed è un ordine che non si discute. La Sura 8:12-17 del Corano recita così: “Diffonderò il mio terrore nel cuore dei miscredenti, colpiteli fra capo e collo. Non siete voi che li uccidete, ma Allah.” Questo spiega perché ogni volta che massacrano inneggiano: “Allah è grande”. Ecco perché oggi dobbiamo riscattare il nostro dovere di conoscere la verità, per essere in grado di rapportarci con quello che succede nel mondo.”
E cosa sta succedendo? Accade che dobbiamo rapportarci a dei terroristi che, come sottolinea l'ospite, presentano nuove caratteristiche rispetto al passato.
“Innanzitutto sono terroristi autoctoni - spiega -. I protagonisti di atti come quelli di Parigi o Copenaghen sono cittadini europei, e l'Europa viene concepita come parte integrante della guerra santa islamica. E' poi un terrorismo non più a struttura verticale, ma a forma di piovra multitentacolare fatta di microcellule, molto più difficili da intercettare. Infine è un terrorismo che non cerca obiettivi altisonanti, ma minimali - anche se simbolici - e più semplici da colpire, espressione di una strategia di logoramento con l'obiettivo finale di inculcare e radicare la paura. Lo strumento con cui ci vogliono fare la guerra è la paura.
E' un obiettivo che si raggiunge quando l'immagine di una testa mozzata resta dentro di noi. Ecco perché stanno investendo molto sul piano della comunicazione, che è parte integrante di una guerra di natura psicologica, in cui loro come minoranza sono convinti di vincere la maggioranza, quando questa maggioranza morirà dentro.”
Da qui il richiamo alla politica italiana ed europea: “Noi siamo complici di quanto è accaduto sull'altra sponda del Mediterraneo. A cavallo tra Siria e Iraq è stato costituito lo Stato Islamico che è grande come la Gran Bretagna, comprende 12 milioni di persone e controlla 60 pozzi petroliferi. E' un polo di attrazione per 30-40mila terroristi, di cui 10mila sono cittadini europei.”
“Noi - ammonisce il giornalista - oggi rischiamo di fare la stessa fine. E' un processo in cui si inserisce la strategia di islamizzazione dei Fratelli Musulmani, che sono gli interlocutori “istituzionali” degli Stati. Il Qatar, che finanzia i Fratelli Musulmani, ha investito 2 miliardi per l'acquisto di grattacieli a Milano. E' un messaggio politico: “noi investiamo in Italia a condizione che voi sosteniate la politica dei Fratelli Musulmani”. E' partito il progetto di un'Università Islamica a Lecce, per la quale il Qatar è disposto a investire 30 milioni di euro. Sono tutti strumenti di islamizzazione dell'Europa.”
“Si può legittimamente divergere sull'analisi e sulle misure da intraprendere - conclude Magdi Cristiano Allam -. Ma questi sono dati indiscutibili, ed è giusto che ognuno conosca questa verità. Noi oggi dobbiamo essere quantomeno uniti nel comprendere che non possiamo restare inerti. Il nostro dovere morale, prima che politico, è salvaguardare la nostra civiltà e il nostro inalienabile diritto alla vita, per lasciare ai nostri figli e nipoti un'Italia in cui possano essere veramente sé stessi. I nemici non ce li siamo scelti, ma questo è il momento in cui dobbiamo riscattare il dovere di conoscere, e di difendere la nostra civiltà.”

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