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Torna a casa, Bloody
Nemo Propheta in Patria: la prima volta a Bassano del bassanese The Bloody Beetroots, al secolo Simone Cogo, star mondiale della electro music. Domenica al Liv di S. Michele si esibirà in un “super Dj Set” che avrà il gusto di una rimpatriata
Pubblicato il 03-12-2014
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Ebbene sì: Bassano del Grappa ha il suo Uomo Mascherato. Un supereroe le cui avventure stanno - e non da oggi - conquistando il mondo. Parliamo di The Bloody Beetroots (traduzione letterale: “Le Rape Rosse Insanguinate”) a.k.a. (also known as) Sir Bob Cornelius Rifo, che all'anagrafe risponde al normalissimo e più rassicurante nome di Simone Cogo. Nato in quel di Bassano del Grappa nel 1977.
Chi non mastica di tendenze musicali magari non lo sa, ma The Bloody Beetroots è un assoluto e riconosciuto guru della discografia elettronica: produttore e dj tra i più richiesti, superstar dell'electro-punk. Il suo primo album “Romborama” ha venduto più di due milioni di copie, e nel singolo “Out of Sight”, uscito l'anno scorso, ha collaborato nientemeno che col beatle Sir Paul Mc Cartney, icona del '900 e baronetto di Sua Maestà. Ed è stato anzi Paul Mc Cartney - secondo le Scritture - a cercare al telefono il buon Sir Bob per proporgli la collaborazione, e non viceversa.
Non contento, l'Uomo Mascherato bassanese nel successivo album “Hide” ha proseguito le partnership illustri, coinvolgendo nella sessione discografica altri mostri sacri del calibro di Peter Frampton e Tommy Lee dei Motley Crue.
Sir Bob Cornelius Rifo, a.k.a. The Bloody Beetroots (fonte immagine: vanityfair.it)
Degno rappresentante della categoria “nessuno è profeta in patria”, fino a quest'anno la fama del nostro eroe è dilagata soprattutto al di là dei confini nazionali, Stati Uniti in primis e poi ancora Australia, Asia e via suonando.
Un successo internazionale confermato dall'impianto planetario dei suoi tour e dj set. Poi è arrivato il Festival di Sanremo - che Simone “The Mask” ha rischiato persino di vincere, in coppia con Raphael Gualazzi, con l'electro-orecchiabile hit “Liberi o No” - conquistando la consacrazione agli occhi del grande pubblico italiano. Consacrazione oltremodo ufficializzata dall'inserimento di The Bloody Beetroots nell'elenco dei personaggi illustri legati a Bassano - alla voce “Bassano del Grappa” di Wikipedia - assieme, tra gli altri, a Jacopo da Ponte, Orazio Marinali, Giovanni Battista Brocchi, Jacopo Vittorelli e Francesca Michielin.
Una gran bella soddisfazione, al di là della sua folgorante carriera artistica, per questo Daft Punk de noantri, che come i suoi due celeberrimi electro-techno-colleghi francesi si presenta sul palco e alle occasioni pubbliche obbligatoriamente con il volto nascosto e conseguente alone di mistero. Suscitando persino un dibattito, degno di un congresso internazionale di studi, sull'origine della maschera che ne contraddistingue il look: ispirata, secondo una corrente di pensiero, al personaggio di Venom della Marvel Comics e, secondo un'altra scuola filosofica, a una variante “nera” del costume dell'Uomo Ragno. Il dibattito scientifico continua: sono gradite, al riguardo, anche tesi di laurea.
Ma sono aspetti che passano in secondo piano rispetto all'elettrizzante prospettiva di poter assistere dal vivo a una performance del bassanese più elettronico del mondo. Già: perché la città di Bassano - dopo anni di peregrinazioni della nostra Very Important Person in concerti, dj set e festival dance elettronici nei vari angoli del globo - potrà finalmente riabbracciare il suo famoso figliol prodigo.
C'è sempre una prima volta nella vita
A quanto pare, quello con Sir Bob de Bassan sarà un incontro ravvicinato davvero speciale. Accadrà domenica prossima, 7 dicembre, al Liv Club di San Michele (ex Jamila, ex Decò) con un “esclusivo ritorno a casa” del grande ospite internazionale che per l'occasione si esibirà in un “super SBCR Dj Set” (dove SBCR è appunto l'acronimo di Sir Bob Cornelius Rifo) espressamente dedicato alla sua città.
E' la prima volta che accade, e convincere l'artista ad esibirsi a casa sua non era poi così automatico. Una cosa è salire sul palco a Los Angeles, a Sydney o a Città del Capo, un'altra - sotto il profilo delle attese e delle emozioni - è incontrare il pubblico di Bassano. Ma mai dire mai, e c'è sempre una prima volta nella vita: e dopo il suo affollatissimo concerto live all'Home Festival di Treviso lo scorso settembre, ecco che il “Welcome Back Home” dell'Uomo Mascherato in salsa bassanese si è finalmente concretizzato.
Merito di Samuele Bucciol di SNACKulture, ideatore del progetto Liv Club assieme al proprietario del locale Alessandro Pegoraro, che è riuscito a portare finalmente a Bassano il bassanese Bloody. In realtà il poliedrico Simone a Bassano ci viene spesso, ma senza maschera e in forma privata per incontrare la famiglia. Ma qui si tratta di tutt'altra cosa: una rimpatriata sotto i riflettori.
La serata avrà inizio alle 23.00, con un dj set “di riscaldamento” di Elisa Bee alla consolle. All'una di notte, lo spazio on stage sarà finalmente tutto per Sir Bob che darà il meglio di sé - non ne abbiamo dubbi - su un palco dedicato, con annunciati effetti scenici e speciali. Dalle 3 fino a...esaurimento pile chiuderà infine, nuovamente alla consolle, dj Alvino di Radio Deejay. La prevendita sta marciando alla grande e l'evento è già vicino al tutto esaurito, con un migliaio circa di persone attese.
Il tutto condito dalla benedizione ufficiale dell'Amministrazione comunale di Bassano, che oggi ha messo a disposizione la sala consiliare del municipio per la presentazione alla stampa dell'evento. Per il vicesindaco Roberto Campagnolo, che ha fatto gli onori di casa, la serata “è un motivo di vanto per un concittadino che si è messo in gioco, dopo un percorso di studi classici”, riferendosi al fatto che Simone Cogo non è un musicista per caso: prima di diventare quello che è diventato, ha infatti studiato al conservatorio.
Amedeo Lombardi, organizzatore dell'Home Festival di Treviso, ha sottolineato come l'evento bassanese sia un esempio di “creatività che è motore dell'economia” e che “la cultura crea ricchezza, considerando la cultura non solo la visita a musei e chiese, ma anche l'industria culturale dello spettacolo” che con 2700 imprese del settore nel Veneto “genera una ricaduta dell'8% nell'economia regionale”.
Samuele Bucciol ha evidenziato come The Bloody Beetroots “negli ultimi cinque anni ha guardato a tutto, fuorché a Bassano”. E ora che il “grande momento” è arrivato la città ha già risposto in anticipo, con alcuni negozi del centro che hanno allestito le vetrine in onore dell'Uomo Mascherato e con il movimento giovanile underground bassanese “che sta attendendo l'evento, collaborando attivamente alla prevendita”.
E allora giù il cappello e su la maschera: Sir Bob Cornelius Rifo, alias Simone Cogo, alias The Bloody Beetroots, arriva tra noi.
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