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Ebola: “Pronto Soccorso e 118 preallertati”
L'Ulss 3 dirama un comunicato sulla situazione dell'epidemia nel mondo e il protocollo per la gestione di casi e contatti. "Il rischio di importazione e di trasmissione della malattia è da ritenersi molto basso, anche se non del tutto escludibile"
Pubblicato il 15-10-2014
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Il picco dell'epidemia è concentrato in Guinea, Sierra Leone e Liberia, in Africa Occidentale, dove secondo l'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) i casi accertati sono quasi 9000 e i decessi più di 4400, con un tasso di mortalità che sfiora il 70%.
Intanto oggi la Germania registra il primo caso mortale: un dipendente africano dell'Onu deceduto a Lipsia dove era stato trasferito in ospedale dalla Liberia.
E' allarme mondiale per la diffusione del virus Ebola, anche se “l’OMS non prevede al momento alcuna restrizione di viaggi e movimenti internazionali verso le aree affette e da queste”. Tuttavia “il Ministero della Salute ritiene opportuno consigliare ai cittadini italiani il differimento di viaggi non urgenti e indispensabili verso i paesi africani interessati dall’epidemia”.
Dall'Africa Occidentale dilaga la psicosi per il virus Ebola (fonte immagine: resapubblica.it)
Lo segnala, in un lungo e dettagliato comunicato stampa trasmesso oggi alle redazioni, l'Azienda Ulss 3 di Bassano del Grappa che “vista la crescente attenzione dei media e dei cittadini sulla epidemia di malattia da virus Ebola” riassume nella nota le attuali conoscenze sulla realtà epidemiologica e clinica della malattia e evidenzia le iniziative messe in atto “a livello nazionale, regionale, provinciale e aziendale per garantire massima sicurezza ai cittadini del nostro territorio”.
Pubblichiamo di seguito, integralmente, il comunicato stampa dell'Ulss n.3:
COMUNICATO DELL'ULSS N.3 DI BASSANO DEL GRAPPA
MALATTIA DA VIRUS EBOLA - PROTOCOLLO PER LA GESTIONE DEI CASI E DEI CONTATTI
15 ottobre 2014
Vista la crescente attenzione dei media e dei cittadini sulla epidemia di malattia da virus Ebola che sta interessando in modo rilevante alcuni paesi dell’Africa Occidentale e che sta preoccupando e impegnando gli organismi sanitari internazionali, si ritiene utile diffondere un comunicato con la duplice finalità di riassumere le conoscenze attuali della realtà epidemiologica e clinica e evidenziare le iniziative messe in atto a livello nazionale, regionale, provinciale e aziendale per garantire massima sicurezza ai cittadini del nostro territorio.
In questo momento l’epidemia sta coinvolgendo:
Guinea, Sierra Leone, Liberia: nell’intera area geografica di questi 3 paesi l’epidemia è tutt’ora in atto con continui nuovi casi.
Nigeria: tutti i casi verificatisi sono risultati in relazione ad un solo caso indice introdotto dalla Liberia; tutti i contatti hanno superato il periodo di quarantena e il paese può essere considerato libero dalla malattia.
Senegal: si è verificato un solo caso importato dalla Guinea i cui contatti hanno superato il periodo di quarantena; anche il Senegal quindi può essere escluso dalle aree affette.
Repubblica Democratica del Congo: il focolaio presente in questo paese non è collegato con l’epidemia in corso negli altri paesi africani; i casi si sono comunque verificati in un’ area remota non interessata da flussi turistici o migratori.
USA: finora si sono registrati 2 casi in Texas, uno importato e uno secondario nell’operatore sanitario che ha assistito il primo caso.
Spagna: finora si è verificato un caso nel personale di assistenza di un malato rimpatriato.
Germania: è stato registrato un caso mortale.
La trasmissione del virus Ebola avviene attraverso il contatto diretto della cute o delle mucose (occhi, cavo orale) di una persona sana con sangue o altri materiali biologici, quali saliva, vomito, urina, feci, sperma, secrezioni salivari (droplets) di una persona malata, viva o deceduta; attraverso i rapporti sessuali; attraverso oggetti contaminati con sangue o altri materiali biologici di una persona malata o deceduta; attraverso la manipolazione e il consumo di animali infetti.
Non vi sono evidenze di trasmissione del virus per via aerea.
Le zanzare non trasmettono il virus Ebola.
La contagiosità inizia con la comparsa della prima manifestazione di malattia, la febbre elevata; la probabilità di trasmissione aumenta nel corso della malattia con l’aggravamento successivo delle condizioni cliniche; il paziente si mantiene contagioso fino a quando il virus è rilevabile nel sangue: perciò è necessario uno stretto monitoraggio prima della dimissione. Il virus inoltre può continuare ad essere eliminato, tramite allattamento e per via sessuale, fino a 12 settimane dopo la guarigione.
Il periodo di incubazione della malattia (il periodo che intercorre tra il momento del contagio e l’insorgenza dei primi sintomi) varia da 2 a 21 giorni, più frequentemente tra gli 8 e i 10 giorni. Durante questo periodo la persona infettata non trasmette il virus ad altre persone.
Manifestazioni cliniche: si tratta di una malattia acuta grave, caratterizzata dalla comparsa improvvisa di febbre alta, debolezza intensa, dolori muscolari, mal di testa e mal di gola; possono comparire poi: vomito, diarrea, esantema cutaneo diffuso, insufficienza renale ed epatica, emorragie cutanee e degli organi interni.
L’OMS non prevede al momento alcuna restrizione di viaggi e movimenti internazionali verso le aree affette e da queste; tuttavia, il Ministero della Salute ritiene opportuno consigliare ai cittadini italiani il differimento di viaggi non urgenti e indispensabili verso i paesi africani interessati dall’epidemia.
L’OMS ha disposto, negli aeroporti internazionali, nei porti marittimi e nei principali valichi terrestri, l’effettuazione dello screening in uscita di tutte le persone con malattia febbrile, provvedendo, come misura minima, alla somministrazione di un questionario e alla misurazione della temperatura: alle persone con malattia compatibile con Ebola non è permesso viaggiare.
Anche negli aeroporti europei è stato attivato il monitoraggio per individuare e isolare passeggeri che presentano, all’arrivo, sintomi riferibili alla malattia.
Il Ministero della Salute italiano, anche se la probabilità di importazione di casi nel nostro paese è molto bassa, ha fornito indicazioni per il rafforzamento delle misure di controllo e sorveglianza nei punti di ingresso internazionali presidiati dagli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera. Inoltre, tramite il nuovo protocollo di riferimento nazionale sopracitato, il caso sospetto, probabile o confermato viene gestito a livello centrale secondo istruzioni molto dettagliate, con il coinvolgimento delle Regioni e, se necessario, delle altre Amministrazioni dello Stato e/o Enti privati, prevedendo l’eventuale trasferimento, in modalità protetta, presso uno dei Centri Clinici Nazionali di Riferimento, in stretto coordinamento con lo stesso Ministero.
Il sospetto diagnostico emerge dal riscontro della combinazione di elementi clinici (febbre associata ad almeno uno dei sintomi tra mal di testa intenso, vomito, diarrea, dolore addominale, manifestazioni emorragiche di vario tipo inspiegabili) e dell’indispensabile criterio epidemiologico del soggiorno in un’area infetta nei 21 giorni precedenti. Le procedure per la gestione dei casi sospetti di malattia e delle persone che possono essere venute in contatto con il malato, per quanto di competenza dell’ULSS n. 3 di Bassano del Grappa, sono già state attivate, secondo il protocollo del Ministero della Salute.
I casi sospetti che dovessero arrivare all’osservazione dei medici di medicina generale devono essere prontamente segnalati al Dipartimento di Prevenzione che metterà in atto le procedure di isolamento e disporrà le opportune misure di disinfezione. Pronto Soccorso e 118 sono preallertati ed in grado di avviare i pazienti potenzialmente infetti alle strutture di cura infettivologica a ciò deputate. L’azienda inoltre si è dotata di dispositivi e presidi necessari alle misure di isolamento dei casi sospetti, per la protezione dell’eventuale diffusione alla popolazione e agli operatori sanitari durante le varie fasi dell’assistenza, compreso il trasferimento ai centri specializzati.
L’Azienda ha diffuso a tutti gli operatori sanitari potenzialmente interessati, compresi i medici di medicina generale e della continuità assistenziale, le istruzioni emanate dal Ministero della Salute. E’ previsto venerdì p.v. all’ospedale di San Bonifacio (VR) un incontro di aggiornamento indetto dalla Regione sulle tematiche epidemiologiche, cliniche, organizzative relative alla malattia da virus Ebola, cui farà seguito martedì 21 a Vicenza una riunione dei rappresentanti delle ULSS provinciali per rendere omogeneo il protocollo di intervento a livello provinciale.
Considerato quanto sopra esposto, il rischio di importazione e di trasmissione della malattia è da ritenersi molto basso, anche se non del tutto escludibile: non sono perciò indicate ulteriori misure preventive o di controllo rispetto a quelle già in atto, anche per quanto riguarda la presenza negli ambienti di vita, di lavoro e nella collettività di persone che hanno soggiornato nei 21 giorni precedenti nei paesi interessati dall’epidemia.
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