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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
La Santa Alleanza
Clamoroso precedente nel Veneto: i sindaci di Padova, Vicenza e Treviso scrivono al governo e si appellano al premier e al ministro della Giustizia perché istituiscano a Bassano il Tribunale dell'Area Pedemontana Veneta
Pubblicato il 23-08-2014
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“Fuori Servizio”. Non è un cartello appeso su una pompa di benzina che ha esaurito il carburante o su un distributore automatico di bevande che si è guastato, ma è l'avviso, scritto col pennarello, affisso all'ingresso dell'ex Tribunale di Cittadella, già sezione distaccata del Tribunale di Padova, finito nel tritacarne dei tagli alle sedi periferiche di giustizia imposti dalla legge di riforma della geografia giudiziaria.
Sul foglio c'è anche una scritta in aggiunta: “Rivolgersi al Tribunale di Padova”.
Facile a dirsi, probabilmente un po' meno a farsi. E il carico di lavoro del Tribunale della città del Santo, conseguente all'accorpamento di Cittadella e di Este, non deve essere il massimo della gestibilità se è vero che il sindaco di Padova e già due volte sindaco di Cittadella Massimo Bitonci - rovesciando la sua antica posizione sulla questione - spezza finalmente una lancia a favore del salvataggio del Tribunale di Bassano ovvero dell'istituzione, nella città del Grappa, del Tribunale dell'Area Pedemontana Veneta.
Chiuso per riforma: la Cittadella della Giustizia di Bassano, nuova di zecca e abbandonata a sè stessa (foto Alessandro Tich)
Bitonci è in buona compagnia: assieme a lui - a perorare la causa della sede di giustizia bassanese, alla luce dei problemi riscontrati nelle rispettive città capoluogo - ci sono anche i sindaci di Vicenza e di Treviso, Achille Variati e Giovanni Manildo.
Un primo cittadino leghista e altri due dell'area di centrosinistra: una Santa Alleanza bipartisan a favore del riequilibrio, tramite il ripristino di Bassano, del carico di giustizia nel Veneto centrale.
Con l'avvicinarsi della scadenza (13 settembre) oltre la quale il governo - che fino a quella data ha la delega del parlamento in materia - non potrà più emettere decreti correttivi alla legge taglia-tribunali e nell'imminenza del Consiglio dei Ministri (29 agosto) che sarà in buona parte dedicato ai temi della giustizia, i tre sindaci hanno inviato ieri una lettera al premier Matteo Renzi e al ministro della Giustizia Andrea Orlando (www.comune.vicenza.it/fotonot/112589-documento_pro_tribunale_di_bassano.pdf) avente formalmente per oggetto “Tribunale dell'Area Pedemontana Veneta in Bassano del Grappa”.
“A parlare di Bassano e del suo tribunale non sono i bassanesi - dichiarano in una nota congiunta Variati, Bitonci e Manildo -, ma per la prima volta i primi cittadini delle città capoluogo nelle quali oggi funzionano i tribunali dopo la chiusura delle sedi distaccate, con l'accorpamento di Bassano del Grappa a Vicenza. I sindaci conoscono bene la situazione dei palazzi di giustizia dopo che la recente riforma della geografia giudiziaria ha previsto tribunali solamente nelle città capoluogo, con una serie di problemi di adattamento dell'edilizia giudiziaria, che è in primis a carico delle amministrazioni comunali.”
“Per questo - continuano i tre sindaci - avanziamo al presidente Renzi e al ministro della Giustizia Orlando una proposta che vede in Bassano del Grappa, che ha un palazzo di giustizia nuovo e pronto per essere utilizzato, la sede di un tribunale dell'area della pedemontana veneta, ovviamente con il parere favorevole preventivo delle amministrazioni comunali coinvolte.”
“Da notare - evidenzia ancora il trio “Pa.Tre.Vi.” - che, secondo il Consiglio superiore della magistratura e lo stesso Ministero della giustizia, l'ufficio giudiziario ideale dovrebbe prevedere una popolazione media di 364 mila abitanti e un carico non superiore ai 18 mila procedimenti civili e penali. Ebbene, dopo la riforma, i due tribunali che più vengono a soffrire sono Vicenza e Treviso che incrementano i procedimenti rispettivamente del 147% e del 129% rispetto a prima. Inoltre la popolazione servita dai tribunali di Treviso e di Vicenza è pari a circa 800 mila abitanti ciascuna, mentre Padova ne serve circa 700 mila. Altro, dunque, che i 364 mila abitanti di un ufficio giudiziario ideale. L'ottavo tribunale veneto della Pedemontana sarà quindi destinato ad efficientare l'intero sistema della giustizia in Veneto.”
Nell'appello al governo - che si aggiunge alla lettera sul Tribunale di Bassano trasmessa sempre ieri a Renzi ed Orlando dal governatore Zaia - Bitonci, Manildo e Variati rilevano che la riduzione a sette dei tribunali operanti nel Veneto ha finito “con il creare diffusa inefficienza nell'amministrazione della giustizia”, con i problemi maggiori che “si registrano nel bacino vicentino, dove l'accorpamento dello storico Tribunale di Bassano del Grappa a Vicenza ha determinato rinvii così lunghi da paralizzare, di fatto, la risposta di giustizia (situazione ben nota)”.
“Tali criticità, già di per sé deleterie - sottolinea ancora la lettera -, vanno ulteriormente ad incidere su zone altamente produttive, alterandone l'equilibrio funzionale e minacciando la stabilità dell'intero sistema, con gravi ripercussioni sociali, economiche e finanziarie per l'intera Regione e per lo Stato.”
I tre sindaci invitano quindi il presidente del Consiglio e il Guardasigilli a tener conto “che a Bassano del Grappa esiste una ampia struttura giudiziaria, la “Cittadella della Giustizia”, idonea a riequilibrare, in parte, il carico giudiziario dell'area del Veneto centrale e soprattutto ad assicurare una pronta giustizia alla vasta area pedemontana, tra le più produttive del Paese”.
Da qui la considerazione che “il Tribunale di Bassano potrebbe diventare il tribunale dell'Area Pedemontana Veneta” rendendo così “più efficiente l'Amministrazione della Giustizia anche nelle altre Circoscrizioni venete” e avvicinandosi maggiormente “alle dimensioni indicate come ideali negli studi ministeriali”.
Con l'auspicio conclusivo, a firma dei tre primi cittadini, “che il Governo, tenuto conto del tessuto imprenditoriale veneto e delle difficoltà nel gestirlo efficacemente con gli uffici giudiziari attualmente esistenti, voglia considerare l'opportunità di costituire, a Bassano del Grappa, il Tribunale dell'Area Pedemontana Veneta”.
Motivazioni e argomentazioni che a Bassano, e per Bassano, non rappresentano una novità. La notizia sta nel fatto che ad esprimerle sono i sindaci di tre città con cui Bassano fino ad oggi ha stentato a rapportarsi e che hanno finito - seppure spronati dai problemi di casa loro - col sostenerne la causa: e si tratta, a suo modo, di un precedente clamoroso.
Basterà per convincere l'ex “collega” Renzi e il ministro della Giustizia Orlando a riprendere in mano, e in extremis, la pratica? Beh, questo è un altro paio di maniche.
Rosanna Filippin: “Ora è tempo che il ministro dia una risposta”
In politica, infatti, 1 + 1 non fa sempre 2 e anche di fronte all'evidenza di un sistema giudiziario veneto in tilt e di una Cittadella della Giustizia di Bassano del Grappa che sta per buttare al macero gli oltre 12 milioni di euro investiti per completarla, il recupero in prospettiva pedemontana del Tribunale bassanese - a fronte anche della “non criticità” rilevata dalla recente indagine della Commissione ministeriale per il monitoraggio della riforma della geografia giudiziaria - non è per nulla automatico.
La seduta del 29 del Consiglio dei Ministri è inoltre dedicata, tra le altre cose, al pacchetto di proposte per la riforma della giustizia, che è tutta un'altra cosa, e eventuali correttivi al taglio e all'accorpamento dei tribunali non potranno che essere affrontati in seconda battuta.
Il ministro Orlando, esponente del Pd, è quindi atteso al varco, a cominciare dai suoi compagni di partito: “Fin da subito, in concerto con l'ordine degli avvocati bassanesi, abbiamo proposto di allargare il bacino d'utenza del Tribunale di Bassano facendolo diventare l'ottavo Tribunale del Veneto, andando al di là dei Comuni del bassanese, proponendo un Tribunale della Pedemontana. Ora è tempo che il ministro dia una risposta.” A dichiararlo è la senatrice democratica Rosanna Filippin, che interviene al riguardo con una nota proprio a seguito dell'iniziativa dei sindaci di Padova, Treviso e Vicenza che - come afferma il comunicato - “con la mediazione del Pd, hanno deciso di scrivere congiuntamente al premier Renzi e a Orlando per spingere verso una riapertura di Bassano”.
“La nostra non è mai stata una sterile lotta campanilistica - afferma la senatrice bassanese - ma una battaglia che aveva come base la certezza che così non si può andare avanti e una proposta concreta per riorganizzare la giustizia nel Veneto.”
Ma Roma, per l'appunto, sarà disposta finalmente ad ascoltare il Veneto?
La Filippin, al riguardo, “prova a tenere accesa una piccolissima fiammella di speranza”. “Nei numerosi incontri, formali e informali, che ho avuto con il ministro Orlando - dichiara -, quest'ultimo non ha mai detto un no definitivo alla possibilità di intervenire a Bassano. Questo ci permette di sperare un poco ancora, visto che per esempio è stato categorico con altri Tribunali. Il 29 agosto il ministro Orlando presenterà i punti della riforma della giustizia e lì sapremo come ha deciso di muoversi: io ho comunque chiesto di vedere le proposte di legge prima di quella data ed è da tempo anche che chiedo di incontrare ufficialmente il ministro.”
Le fa eco il portavoce del Pd bassanese Luigi Tasca: “Non si contano le iniziative che abbiamo promosso a favore del Tribunale, tra incontri allargati con gli amministratori della zona, petizioni online, incontri e contatti con i politici di competenza. Il sindaco di Bassano ha incontrato Debora Serracchiani e molti altri sindaci e amministratori del territorio hanno firmato la nostra petizione, a riprova che il problema è sentito sia dai cittadini che dai politici della zona.”
“Il fatto che anche Variati, Manildo e Bitonci abbiano scritto al ministro - conclude Tasca - prova ancora una volta (se ce ne fosse stato il bisogno) che il problema è trasversale e coinvolge gran parte del territorio veneto: la regione come la nostra, da sempre traino dell'economia italiana, deve avere una giustizia con tempi certi per favorire la crescita e le aziende.”
La speranza, insomma, è davvero l'ultima a morire. Ma non dovessero andare in porto anche questi estremi tentativi di far valere le ragioni dell'auspicato ottavo tribunale del Veneto, il cartello “Fuori Servizio” dovrà essere fotocopiato e affisso, oltre che all'ingresso della Cittadella della Giustizia di Bassano, anche fuori dalla porta della nostra classe politica.
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