Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Bortolo Forever

Il nuovo numero de “L'Illustre Bassanese” dedicato al Presidentissimo degli alpini Bortolo Busnardo. Il nipote e presidente nazionale ANA Sebastiano Favero: “Trasmetteva carica e capacità di fare, ma anche la capacità di guardare in alto”

Pubblicato il 15-07-2014
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Torno con estremo piacere a scrivere di Bortolo Busnardo, uno dei più grandi uomini - se non forse il più grande - che ho avuto la fortuna di conoscere in questo territorio nella mia ormai quasi trentennale attività di giornalista.
“Presidentissimo” degli alpini della sezione ANA Montegrappa, punto di riferimento assoluto delle penne nere e modello di integrità morale per chi alpino non lo è stato. Autorevole e rigoroso nell'impegno associativo, doti che sapeva stemperare con la sua innata cordialità. Una figura inconfondibile, fermamente dedita ai valori della vita militare, della storia patria e della tradizione alpina. Uno spirito, attivo fino all'ultimo, da autentico soldato: ma la sua vera arma, efficace e indimenticabile, era il sorriso.
A darmi l'occasione di ricordarlo ancora una volta, il nuovo numero (il 150simo!) de “L'Illustre Bassanese”, il bimestrale monografico di cultura edito e diretto da Andrea Minchio, dedicato proprio a Busnardo a due anni e mezzo dalla scomparsa. “Un'avventura”, come il referente stampa della sezione alpina e direttore del quadrimestrale sezionale “Sul Ponte di Bassano” Flavio Gollin - che nella pubblicazione monografica ha avuto l'impegnativo compito di ripercorre la vita dell'illustre penna nera - definisce la creazione dei contenuti della rivista nella conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa editoriale nella sede dell'ANA Montegrappa sul Ponte.

Foto Alessandro Tich

Una “mescolanza di esperienze e testimonianze” scritta a più mani per tracciare in una ventina di pagine un sentito e documentato racconto del personaggio simbolo dell'alpinità bassanese e non solo. Il profilo della persona, i ricordi dei figli, le storie e gli aneddoti del servizio militare, la vita privata e la carriera nell'Associazione, le missioni di solidarietà all'estero (dall'“Operazione Sorriso” con l'asilo per i bambini di Rossosch, 50 anni dopo la ritirata di Russia alla trasferta in Madagascar per il “Villaggio Impresa” di Mahajanga, fino agli aiuti ai missionari a Capo Verde), il “dietro le quinte” della storica Adunata Nazionale degli Alpini di Bassano nel 2008: sono alcuni dei capitoli che, come tasselli di un mosaico, ricostruiscono il brillante percorso della sua esistenza.
Sul tavolo dell'affollato incontro di presentazione, alcuni degli autori dei testi - tra cui il presidente della sezione ANA Montegrappa Giuseppe Rugolo; il presidente nazionale ANA, e nipote di Busnardo, Sebastiano Favero; il consigliere sezionale ed ex sindaco di Bassano Lucio Gambaretto; il giornalista Giovanni Lugaresi - rendono omaggio alla memoria del carismatico leader accanto alla signora Vanna, moglie di Bortolo e compagna di una vita.
Le loro parole non sono di circostanza: il Presidentissimo, uomo schivo anche se sempre in prima linea, non amava le celebrazioni fine a sé stesse.
“E' stata una figura che ha attraversato i tempi degli alpini e della società bassanese - afferma il presidente sezionale Rugolo -, incidendo un solco ben delineato a uso e consumo di noi che camminavamo sotto di lui, sotto il suo sguardo e il suo sorriso disincantato che ci dava il senso delle cose. Bortolo Busnardo ha inciso profondamente, con 22 anni di presidenza e 50 anni di militanza, sulla vita della sezione. Era un uomo attento, preciso e granitico nella sua fede alpina, ma che sapeva adattarsi ai cambiamenti dei tempi ed era sempre disponibile al confronto. Sono pillole di memoria che oggi ci aiutano nel duro gestire le cose degli alpini.”
“Sono onorato di collaborare a questa bellissima pubblicazione, e non è un modo di dire - dichiara il giornalista e scrittore Giovanni Lugaresi -. Busnardo non è stato solo un galantuomo, ma anche un gentiluomo, un alpino che poteva insegnare quello che i non alpini, come me, possono fare per l'Associazione. Quello che gli alpini fanno è un esempio per gli altri italiani, gli alpini rappresentano la cattiva coscienza della classe politica italiana, perché sono le persone del fare e del dire poco. Bortolo Busnardo era un alpino degno del nome, perché era un uomo degno del nome.”
“Per me era lo zio Bortoin, il mio compagno fidato da quando avevo le braghe corte - ricorda un commosso presidente nazionale ANA Sebastiano Favero -. Da zio è poi diventato grande amico, uomo di riferimento, alpino di riferimento, e infine quello che mi ha tracciato la strada. Quando c'era da impegnarsi, in tutti i sensi, lui rispondeva: presente. L'asilo di Rossosch, a 50 anni dalla disfatta di Russia: lì ho visto cosa voleva dire per lui essere alpini fino in fondo. Trasmetteva carica e capacità di fare, ma aveva anche la capacità di guardare in alto, di guardare ai valori. Sono gli uomini come zio Bortoin che permettono alla nostra società di crescere e alla nostra Associazione di guardare al futuro con orgoglio, sapendo di avere avuto uomini di questa levatura. Mi accompagna ogni giorno.”
E anche chi non ha conosciuto il Presidentissimo di persona, leggendo “L'Illustre” e parlando con gli alpini della sezione e con chi è stato “compagno di viaggio” di Busnardo, si è potuto fare una chiara e oggettiva idea del personaggio. E' il caso del vicesindaco di Bassano Roberto Campagnolo, che interviene alla conferenza stampa in rappresentanza dell'Amministrazione comunale: “Ho capito che era un leader che dava l'esempio - sottolinea Campagnolo -, spero che questa mia impressione corrisponda alla sua figura.” Tutti i presenti annuiscono.
Fabrizio Busnardo, figlio dello storico President e attuale vicepresidente della sezione ANA Montegrappa, presenta infine la nuova edizione della benemerita iniziativa “Sei giorni con gli alpini”, promossa assieme al Comune di Bassano del Grappa.
Anche quest'anno, ai giovani dai 17 ai 26 anni residenti nei Comuni dove sono presenti i gruppi alpini della sezione, viene data la possibilità di trascorrere sei utilissime giornate di servizio civile con le penne nere, valide anche come crediti formativi per i ragazzi di 4° e 5° superiore, per apprendere i fondamentali delle attività svolte dai volontari di alta quota: dal montaggio di una tenda allo spegnimento di un incendio, dal pronto soccorso all'arrampicata (facile), dalla conoscenza del Grappa e della storia degli alpini fino all'abc della protezione civile. Accadrà dal 28 luglio al 3 agosto prossimi: iscrizioni presso l'Ufficio Protocollo del Comune e la sede Ana sul Ponte fino a venerdì prossimo, 18 luglio. Anche questa è un'“eredità” del presidente Busnardo: l'iniziativa - giunta al quinto anno - è infatti nata con lui, per instillare nelle nuove generazioni lo spirito alpino dopo la fine del servizio militare obbligatorio.
Nel frattempo il Presidentissimo, come si dice nel gergo alpino, è “andato avanti”. Ma il suo esempio, a giudicare dalla partecipazione e dalle testimonianze di oggi, è ancora vivo più che mai. Ora si aggiunge nel suo ricordo anche un numero de “L'Illustre Bassanese” che, come molti altri, è assolutamente da collezione.
Se lo merita davvero: Bortolo Forever.

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