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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Politica

A.A.A. centrodestra cercasi

Quando troppi galli cantano insieme non fa mai giorno. I tentennamenti degli eredi del PdL in vista del voto amministrativo a Bassano: cronaca e analisi di un ritardo annunciato

Pubblicato il 15-03-2014
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Qualche sera fa, dopo mesi che non la guardavo, mi sono sintonizzato per un attimo su una nota emittente televisiva locale e ho beccato al volo un'intervista con l'ex sindaco e maggiorente dell'ex PdL bassanese Gianpaolo Bizzotto.
Il quale si lamentava del ritardo con cui il centrodestra di Bassano si sta preparando alla prossima campagna elettorale, senza aver ancora deciso il nome di un proprio candidato sindaco, alla luce anche del fatto - ipse dixit - che “Bassano è una città di centrodestra”.
Dichiarazione di parte, ma comunque da tenere in considerazione.

Mauro Lazzarotto, Stefano Monegato e Roberto Marin in una nostra foto di archivio: soltanto tre dei tanti nomi già circolati sulla stampa, e più o meno bruciati, circa il possibile candidato sindaco del centrodestra a Bassano

A patto che - sempre che il cosiddetto e sempre più esteso “elettorato mobile” la pensi come Bizzotto - il centrodestra esca finalmente allo scoperto, presentando un nome in grado di catalizzare interesse e curiosità sulla propria figura di aspirante primo cittadino e in seconda battuta sulla proposta programmatica di lista (Forza Italia) o di coalizione (eventuali civiche a supporto, più l'incognita della componente di destra, ex Alleanza Nazionale per intenderci).
Sulla formazione della possibile squadra elettorale degli eredi del Popolo della Libertà continuano a susseguirsi riunioni a porte chiuse e incontri aperti ai simpatizzanti (uno dei quali qualche sera fa all'hotel Palladio).
Ma in queste ore continua ancora a regnare l'attendismo, complicato ulteriormente dalla novità - ufficializzata ieri pomeriggio - della corsa autonoma della Lega Nord con Tamara Bizzotto candidata sindaco. Nome che i vertici locali della Lega avevano già proposto da un mese a questa parte agli omologhi del centrodestra nell'ipotesi di un revival dell'alleanza elettorale del 2009, senza tuttavia cavarne un ragno dal buco. Ora la Lega, rispetto agli indecisi potenziali alleati, sfrutta il vantaggio di aver giocato di anticipo e spetta semmai al centrodestra salire sul binario tracciato dal Carroccio e accettare di entrare in coalizione a supporto della candidatura dell'attuale presidente leghista del consiglio comunale.
Ma visto il precedente, al momento resta soltanto un'ipotesi sulla carta.
Anche perché, per una decisione politica e strategica di tale importanza, deve esserci alla fin fine qualcuno che comanda: e nel centrodestra di Bassano - visto come sono andate le cose fino ad oggi - a comandare, o perlomeno a cercare di farlo, sembrano essere in tanti. E siccome quando troppi galli cantano insieme non fa mai giorno, ecco che il lamento televisivo di Bizzotto appare più che giustificato.
L'ex sindaco di Bassano, del resto, nel centrodestra locale è soltanto uno degli esponenti di spicco di quelle che una volta in politica si chiamavano “correnti”. Ciascuna con il proprio referente, con la propria fetta di potere a cui aspirare e con i propri nomi da mettere in lista. Inevitabile, con la scissione di un PdL che già di per sé era l'espressione di due anime politiche uguali e contrarie, e al cui interno e separatamente si consumavano a loro volta i rituali giochi di forza, alla base dei cosiddetti equilibri di partito. Lo avevamo visto alle ultime politiche e ora la storia sembra ripetersi anche alle amministrative.
Negli scorsi mesi e settimane nessuno, come il centrodestra, è finito tante volte sulla stampa locale in vista dell'appuntamento del voto a Bassano.
Non però per un lancio ufficiale e definitivo del progetto politico e amministrativo per la città, ma per la ridda di nomi di “possibili”, “potenziali” o “auspicati” candidati sindaci, tirati fuori dal maggiorente di turno (talvolta smentito dal rispettivo “chiamato in causa”) oppure finiti nel tritacarne mediatico per presunta auto-disponibilità alla candidatura o, all'estremo opposto, per non richiesto coinvolgimento “a propria insaputa”.
Cito quelli che mi vengono in mente, in ordine sparso e puramente casuale: Mariano Scotton, Luca Maria Chenet, Stefania Amodeo, Mauro Lazzarotto, Roberto Marin, Stefano Monegato, Federica Finco e lo stesso Gianpaolo Bizzotto. Senza contare l'highlander di coalizione Dino Secco, coordinatore provinciale di Forza Italia nonché primo fra tutti, cronologicamente, tra i “chiacchierati” per l'investitura a candidato sindaco.
Chiedo scusa a quelli di cui, eventualmente, mi sono dimenticato.
Ma quanto sopra esposto è il chiaro sintomo di quel fuoco incrociato che ha contraddistinto, a tutt'oggi, le altalenanti manovre pre-elettorali degli ex pidiellini. Che a loro volta devono tener conto del “gradimento” - nei confronti sia dei nomi proposti che di quelli gettati prematuramente sulla graticola mediatica - degli esponenti politici di riferimento delle rispettive aree o con voce parziale in capitolo: oltre al già citato Dino Secco, l'assessore regionale Elena Donazzan, l'eminenza grigia Sergio Martinelli (sempre e ancora lui), nonché Gianpaolo Bizzotto e il redivivo Luciano Fabris. Adesso ci si mette anche Luigi D'Agrò, che sempre secondo articoli di stampa è pronto ad offrire la sua quota elettorale a sostegno di una coalizione dal cammino ancora zoppicante.
E allora? Delle due, l'una: o il centrodestra fa un grande passo indietro per fare un passo in avanti, cedendo all'evidenza del tempismo della Lega Nord e unendosi al Carroccio nel nome del candidato sindaco condiviso Tamara Bizzotto, oppure deve continuare per la sua strada, sfrondando dubbi e veti incrociati nel minor tempo possibile. Convergendo finalmente su un nome che rappresenti un'autorevole ventata di entusiasmo, e possibilmente di novità: perché il grande rischio, per la parte politica che ha bollato l'Amministrazione Cimatti - a ragione o a torto - come un minestrone, è quello di proporre un brodo riscaldato.
C'è ancora tempo per trovare la quadratura del cerchio anche se ormai, a due mesi dal voto, siamo agli sgoccioli. Serve un candidato con le palle, di età confacente e con carisma sufficiente a ricordare, oppure a convincere gli elettori che Bassano “è una città di centrodestra”. Basterà per contrastare quella che il nostro affezionato e spiritoso utente Davide Piubello, in un suo commento, ha già ribattezzato “la corazzata Polettemkin”?

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