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Il “tosiano” D'Agrò
Il “fiume carsico” Luigi D'Agrò riaffiora in vista del voto a Bassano. Con una civica da lui ispirata e un possibile candidato sindaco “fuori dagli schemi e di alto prestigio”. Che sulle alleanze possa pesare la sua amicizia con Flavio Tosi?
Pubblicato il 26-02-2014
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Qual è la differenza tra Luigi D'Agrò e un fiume carsico? Nessuna.
Entrambi scorrono silenziosi per lunghi tratti e per lunghi periodi, invisibili nel loro corso sotterraneo, e quindi - all'improvviso - riaffiorano alla superficie.
E il fiume-D'Agrò, a Bassano del Grappa, riaffiora mediamente ogni cinque anni. Lo aveva fatto nel 2009, muovendosi nel backstage della candidatura a sindaco di Stefano Cimatti, della cui campagna elettorale è stato uno dei principali supporter.
Luigi D'Agrò (foto: archivio Bassanonet)
E lo rifà puntualmente anche nel 2014, annunciando la sua seria intenzione - anticipata sulla stampa locale - di formare una lista civica “slegata dalle vecchie logiche di partito”, in corsa alle prossime elezioni amministrative bassanesi. Non ancora come candidato sindaco, investitura che potrebbe anche spettare ad altri, ma sicuramente come figura politica di riferimento.
Anche perché, nell'ultimo quinquennio - benché ufficialmente “in disparte” - la politica non l'ha mai abbandonata.
Quella politica di cui, nella nostra regione, è uno dei decani: espressione della vecchia Dc del “Veneto Bianco” e delle sue successive gemmazioni centriste (Cdu, Udc e dintorni), ha alle spalle un curriculum di lunghissimo corso. Parlamentare per due legislature, già assessore e consigliere regionale e comunale. Tra gli highlander della politica bassanese - e non sono pochi - lui probabilmente è il più highlander di tutti.
Intervistare D'Agrò ha sempre un che di imprevedibile. Nel senso che il noto politico di casa nostra non si sottrae minimamente alle domande, anche quelle più dirette e punzecchianti. Ma tanta è la sua disponibilità a farsi torchiare dal cronista, quanta la sua abilità a “dire e non dire” nelle sue risposte. Rilasciando dichiarazioni che spesso vanno lette tra le righe: retaggio della cara vecchia scuola democristiana, in versione 2.0.
Allora dottor D'Agrò: cerchiamo prima una conferma diretta. L'ipotesi di una lista da lei ispirata che correrà alle amministrative a Bassano è una certezza o è ancora un'incognita?
“In questo momento è una certezza. Ci sono le condizioni per offrire alla città un'ipotesi di risorse umane per la politica attiva, e questo è sempre un dono che si fa alla democrazia. Non siamo ancora nelle condizioni di dire che questa azione è il risultato di una proposta che salirà al governo della città, ma è una possibile forma di alleanza con un'area che possa dimostrare una candidatura a sindaco condivisa.”
La sua lista, cioè, non necessariamente esprimerà un proprio candidato sindaco per sostenere invece un candidato sindaco di “alleanza d'area” con altre liste?
“Un candidato condiviso è una seria ipotesi su cui stiamo lavorando. Ma non è escluso che entri in gioco la figura di un nostro candidato sindaco, fuori dagli schemi e di alto prestigio, che potrebbe anche aumentare il valore di una proposta disarticolando le modalità di entrambi i poli.”
Questa figura di possibile candidato sindaco è espressione diretta della squadra che sta costruendo?
“E' espressione di qualcos'altro, non inglobato immediatamente nella lista. Ma potrebbe diventare la personalità decisa ad essere il candidato di questa lista.”
E questa personalità, secondo le voci che si rincorrono in città, potrebbe essere un noto imprenditore di Bassano?
“E' una via di mezzo, legata molto al mondo del fare.”
Apriamo una parentesi extra-bassanese, ma che apre uno scenario ai più impensato. E' vero che lei è un estimatore, e anzi un amico di Flavio Tosi?
“Sì, e non è da oggi. Sono amico di Tosi da tempo e non certamente da adesso, e da ben prima che diventasse sindaco di Verona. Rappresenta una persona di provenienza politica diversa dalla mia, sulla quale mi sento di esprimere degli spazi di condivisione riguardo a un percorso che non è sempre in linea con l'espressione ideologica del suo partito.”
E questa “consonanza” con Tosi, e quindi col segretario regionale della Lega Nord, rimane circoscritta alla sfera delle sue amicizie personali o potrebbe avere in qualche modo dei riverberi in prospettiva elettorale a Bassano?
“Non ne ho fatto motivo di richieste, né mi sono confrontato al riguardo. Qualora mi venisse indicata dalla sua area una richiesta formale di collaborazione, la prenderei in considerazione.”
Una domanda al D'Agrò plurinavigato politico. A quelli che dicono che Bassano ha bisogno di volti nuovi, non solo come candidati sindaci ma anche come ispiratori delle proposte per la città, lei cosa risponde?
“Hanno ragione. Credo che uno dei problemi che affliggono questo nostro Paese a tutti i livelli sia la gerontocrazia, che il più delle volte esprime conoscenze del passato e non innovazione mirata alla conoscenza del futuro.”
Sì dunque ai volti nuovi, e no al “vecchio che avanza”. Ma visto che lei appartiene alla vecchia guardia, e non è certamente un volto nuovo, si sente dentro o fuori?
“Quando si stabilisce che nel governo Renzi l'età media è di 43 anni, dico che la media di età fa aggio su un mix fra trentenni e sessantenni.”
Allora lei si sente dentro. Ma in questo progetto elettorale lei starà dietro le quinte o ci metterà la faccia?
“La faccia la metti anche quando stai dietro le quinte.”
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