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Ultima chiamata

Tribunale: venerdì 22 novembre nuova mobilitazione sul Ponte di Bassano col governatore Zaia contro l'accorpamento con Vicenza, la cui criticità è stata riconosciuta dalla Commissione ministeriale a Roma. Invitati tutti i parlamentari veneti

Pubblicato il 18-11-2013
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Zaia 2, il ritorno. Il governatore del Veneto è atteso nuovamente sul Ponte degli Alpini per perorare la causa del Tribunale di Bassano, non più limitato al solo ruolo di sede giudiziaria - attualmente soppressa - dell'ottava città del Veneto ma preso a simbolo dei tagli lineari che da Roma rischiano di abbattersi in modo indiscriminato su alcuni fondamentali comparti del settore pubblico nella nostra regione, oltre la giustizia: sanità in primis.
Ma questa volta è davvero “l'ultima spiaggia”, come la chiama in conferenza stampa il sindaco Cimatti, se non persino “una chiamata alle armi”, come la definisce il presidente del consiglio comunale Tamara Bizzotto.
Perché quella che è in programma venerdì 22 novembre - alle ore 10.30 sul Ponte di Bassano - non sarà l'ennesima manifestazione “contro la chiusura” del Tribunale bassanese, ma una mobilitazione generale, di rilievo regionale e in stile “ultima chiamata”, sugli effettivi e disastrosi effetti dell'accorpamento con Vicenza emersi già nei primi due mesi dell'entrata in vigore della riforma della geografia giudiziaria.

Foto: archivio Bassanonet

Il tutto mentre la Commissione tecnica istituita presso il Ministero della Giustizia per il monitoraggio degli effetti dell'attuazione della riforma sta per concludere il suo lavoro, da cui usciranno le indicazioni per gli eventuali provvedimenti correttivi alla riforma stessa, per il tramite dei pareri delle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera.
“La presidente della Commissione, dott.ssa Annamaria Palma Guarnier, che abbiamo incontrato a Roma - afferma il presidente dell'Ordine degli Avvocati di Bassano Francesco Savio - ci ha detto che l'accorpamento di Bassano con Vicenza è una delle tre situazioni critiche in tutta Italia. Dobbiamo calcolare che questo è stato confermato anche da Vicenza, che ha segnalato le enormi difficoltà logistiche e di personale.”
Lo scopo pratico, e soprattutto tattico, della manifestazione di venerdì prossimo - in vista della relazione conclusiva della Commissione tecnica e del “passaggio di palla” nuovamente al parlamento - è quindi ben preciso.
“Questo è il secondo passaggio, che deve responsabilizzare la politica - spiega ancora il presidente Savio -. La prima manifestazione dello scorso luglio era per Bassano. Ora sul problema bisogna coinvolgere tutti i parlamentari veneti, che abbiamo invitato a partecipare. Il problema non è bassanese, il problema è veneto. E' una battaglia regionale, che riguarda uno degli argomenti dei tagli lineari in vari settori nel Veneto e che ci porta a dire, pur andando contro gli interessi della nostra categoria, che oggi come oggi non ha più senso fare una causa.”
Ci pensa l'avv. Giuseppe Maiolino - con pochi ma significativi e soprattutto sconcertanti dati - a spiegare il perché: “A Bassano un decreto ingiuntivo veniva emesso in poche ore o al massimo in un giorno dal deposito, a Vicenza ci vogliono dai 10 ai 20 giorni. Il rinvio della prima udienza a Bassano era nell'ordine di 5 giorni, a Vicenza ora è di un anno o di un anno e mezzo.
Le udienze di precisazione e conclusione prima della sentenza venivano fissate in un periodo tra i 6 e gli 8 mesi a Bassano, a Vicenza già oggi sono previste nel 2018, nel 2019 e persino nel 2020, arrivando a far durare fino a 13 o 14 anni una causa di primo grado.”
“C'è poi un costo della giustizia molto maggiore - aggiunge il consigliere dell'Ordine forense cittadino -, ad esempio i costi degli atti dei pignoramenti a Bassano erano di 30 euro, a Vicenza si va dai 250 ai 300 euro, per le difficoltà e spese di trasferta di chi deve arrivare da Bassano o fin da Enego.”
“Il decreto legislativo della riforma - puntualizza l'avv. Roberto Pozzobon, membro dell'Organismo unitario dell'avvocatura - si poneva due obiettivi: efficienza e risparmi a costo zero. Sta accadendo esattamente l'opposto.
La giustizia nel Veneto è una cenerentola, con grave carenza di magistrati. Avere l'ottavo Tribunale del Veneto è una necessità anche per gli altri Tribunali della regione.”
Insomma, un Titanic giudiziario: di cui gli esperti della Commissione tecnica ministeriale - che agli inizi, come rivela clamorosamente l'avv. Antonio Mauro, “non sapevano neanche che abbiamo una sede di Tribunale nuova” - alla fine non hanno potuto che prendere atto, inserendo il caso di Bassano-Vicenza tra le tre massime criticità riscontrate in tutta Italia tra gli accorpamenti della riforma, assieme alla pugliese Lucera e a Rossano in Calabria.
Basterà per convincere le Commissioni parlamentari e quindi il granitico ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, sempre che nel frattempo rimanga tale, ad adottare gli opportuni decreti correttivi?
Ovviamente no: ed è per questo che si rende necessaria proprio in questo momento l'azione di pressing definitivo nei confronti della politica.
E' quanto si propone di fare la manifestazione di venerdì prossimo, al centro di una riunione preparatoria svoltasi questa mattina in municipio e alla quale, oltre al sindaco e ai rappresentanti dell'avvocatura bassanese, hanno preso parte esponenti delle categorie economiche (i presidenti mandamentali di industriali e commercianti, Francesco Bernardi e Luca Maria Chenet), il presidente dell'Ordine dei Commercialisti di Bassano Amedeo Busnardo e l'ex deputata - e in quanto tale utile consigliera di “cose romane” - Manuela Lanzarin.
Il programma della mobilitazione prevede la partenza del corteo alle 10.15 dal Tribunale di Bassano, per poi raggiungere il Ponte Vecchio. In caso di maltempo, ci si ritroverà tutti direttamente sul Ponte.
All'appuntamento di venerdì sono stati invitati tutti i deputati e senatori eletti nel Veneto, un'ottantina circa, chiamati a testimoniare il loro interesse - come si legge nell'invito dell'Ordine degli Avvocati - “per il Tribunale di Bassano del Grappa, per la Giustizia veneta, per l'economia veneta e per il Veneto tutto.”
Sul palco della manifestazione sono programmati diversi interventi: uno per un rappresentante di ciascun partito, poi le categorie economiche e le rappresentanze territoriali, oltre ovviamente al governatore Zaia che ribadirà il suo leit-motiv della “nuova linea del Piave”.
E intanto Tamara Bizzotto, presidente del consiglio comunale chiamata a tenere le fila con i politici invitati, suona la carica: “Lanciamo un appello al territorio: venite - incalza l'esponente leghista -. Questa è una chiamata alle armi, è fondamentale partecipare, per tutto il Veneto. La presenza della gente al Ponte sarà determinante.”

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