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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Special report
Ore 12, Grillo in diretta
I “portavoce eletti” in parlamento del Movimento 5 Stelle si presentano a Solagna. In un incontro che parla anche del progetto del traforo del Grappa della Nuova Valsugana. E a sorpresa, in diretta telefonica, interviene Beppe Grillo
Pubblicato il 12-10-2013
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Piove, governo ladro. Non sarà così per il resto della giornata, ma alle 9.30 - ora prevista per l'inizio dell'incontro coi parlamentari del MoVimento 5 Stelle al cinema teatro Valbrenta a Solagna, promosso dal M5S Area Pedemontana Veneta - cade acqua che Dio la manda.
I “cittadini portavoce” eletti alla Camera e al Senato, provenienti dai quattro angoli del Veneto, sono annunciati in netto ritardo.
Confesso di attenderli con interesse: mi incuriosisce molto questo ancora inesplorato fenomeno dell'“uomo qualunque” proiettato all'improvviso nelle stanze dei bottoni di Roma. Anche se i bottoni, nell'attuale frangente politico, sono i pulsanti dei banchi di opposizione.
I "cittadini eletti" al parlamento del M5S intervenuti all'incontro di Solagna (foto Alessandro Tich)
Il ritardo annunciato si prolunga: in attesa di dare inizio al programma della mattinata, riecheggia senza sosta in sala e col volume a palla l'inno rap del M5S, con ritornello ritmato: “Non siamo un partito / non siamo una casta / siamo cittadini / punto e basta / ognuno vale uno / ognuno vale uno / ognuno vale uno / vale / vale uno”. Per essere orecchiabile, è orecchiabile: non riuscirò a togliermelo dalla testa per una buona mezz'ora. Un addetto ai lavori ci scherza su: “Te lo metto in chiavetta, così te lo ascolti anche in macchina”.
Il primo a giungere a destinazione è il bellunese Federico D'Incà, vice capogruppo alla Camera e membro della Commissione Bilancio.
Ma gli altri suoi colleghi, il cui intervento è previsto all'inizio dei lavori, sono ancora per strada: il programma subisce una variazione al volo e parte con la presentazione del gruppo M5S di Solagna, organizzatore in loco dell'evento, con l'intervento degli attivisti Eddy Scapin e Valentina Zonta.
Si entra quindi subito nel merito dell'argomento centrale dell'appuntamento in Vallata: il progetto della Nuova Valsugana, e nella fattispecie il tunnel previsto sotto il Grappa. Bruno Smaniotto, del Gruppo Spontaneo Solagna, affiancato dagli altri due attivisti locali Daniele Nervo e Alessandro Bellò, illustra una serie di slides riferite al progetto generale, nel tratto bassanese e della Valle, e ai dettagli del traforo di 12 km tra Romano d'Ezzelino e località La Lupa in Comune di Cismon. Con particolare riguardo alle opere accessorie: sedi di cantiere a Romano e Solagna, uscite (Solagna, Lanari, San Nazario sud) con strade in “discendenza” o in viadotto, l'abbattimento del viadotto di S. Marino e il nuovo ponte sul Brenta tra Rivalta e Sasso Stefani, un binario ferroviario di servizio per i cantieri a San Nazario, lo spostamento del binario a S. Marino con realizzazione di una nuova galleria ferroviaria, i nastri trasportatori per i detriti, uno dei quali previsto “vicino alla casa di riposo”.
Colpisce in particolare un'immagine inserita tra gli allegati al progetto, in cui si evidenzia la concentrazione dei fumi prevista nel tracciato dell'infrastruttura: la “nuvola” più densa ricade proprio su Solagna. “A causa dell'altitudine e per “effetto camino” - spiega Smaniotto - la maggiore concentrazione dei gas di scarico sarà a Solagna e non all'imbocco di Romano. E nel progetto non è previsto un sistema di abbattimento dei fumi.”
Altra parte contestata del progetto: le due nuove rotatorie progettate a Cismon, con contestuale chiusura, poco più a nord, del piccolo ponte della birreria Cornale. La prima porta in superstrada, la seconda invece in Destra Brenta.
“Chi arriva da Trento ed è diretto a Bassano o Vicenza - osserva Smaniotto - per non pagare la superstrada andrà in Destra Brenta, dove aumenterà sensibilmente il traffico. Su questa cosa i sindaci della Destra Brenta se ne sono stati zitti.”
C'è poi il problema idrogeologico, con il Grappa paragonato a una “spugna” carsica che “immagazzina acqua che rilascia alle risorgive che alimentano le falde”. “Tre bacini d'acqua, il Col Cavraro, i Fontanazzi e Val della Corda - rileva il relatore - saranno intaccati dal traforo.” Si teme pertanto l'effetto-Mugello, col traforo della TAV al centro di un controverso procedimento per danno ambientale causa l'impoverimento delle falde acquifere.
“Con la scusa di un semaforo, si costruisce un corridoio internazionale”, ammoniscono gli attivisti locali che propongono, in alternativa, la risoluzione dei punti critici nella viabilità esistente e il disincentivo del traffico su gomma.
La qual cosa, però, deve fare i conti con il PTRC (Piano Territoriale Regionale di Coordinamento) della Regione Veneto, che va in direzione opposta.
Il M5S - come spiegano le attiviste Michela Furin e Daria Ferrari, di Rovigo e Verona - ha intanto presentato una cinquantina di emendamenti al Piano, tra i quali “l'abbandono del Project Financing e la messa in sicurezza delle strade nei territori” e raccolto e depositato in Regione 8500 firme a sostegno.
E' il turno del “cittadino in parlamento” D'Incà, che parla della “grande truffa del Project Financing” che alimenta “opere che se non si ripagano con gli introiti, con i contratti pubblico/privato pesano comunque sulla comunità”.
E riferisce di un progetto di legge depositato a luglio dal M5S e da calendarizzare il Commissione “per la modifica della copertura al 100% delle opere con il Project Financing”.
“Ho presentato un'interrogazione sulla SPV - aggiunge - dopo aver richiesto gli atti al commissario Vernizzi, il quale li ha negati perché si tratta di contrattazione privata. E' stata una risposta indegna.”
Seguono gli interventi degli altri cittadini eletti, finalmente presenti in sala. In mezzo ai quali, a mezzogiorno, avviene il fuori programma.
Pronto, c'è Grillo
La sorpresa si chiama Beppe Grillo, che qualcuno raggiunge al cellulare e che si collega in diretta-altoparlante con il pubblico in sala.
“Sono in macchina e sto percorrendo le infrastrutture italiane - afferma il leader - e ciò che vedo di continuo è un atteggiamento degli anni '70 e '80.
Io sto viaggiando da 40 anni, i trasporti sono diminuiti, la gente viaggia meno, i carburanti sono aumentati. Si continua come negli anni '70, adesso vogliono fare l'autostrada Monza-Milano, si concentra tutto adesso, sempre a debito. Bisogna andare oltre, c'è gente che non è più capace di andare oltre una prospettiva di cemento, calcestruzzo, buchi. Ci vuole la neurologia o la psichiatria per parlare con questa gente. Non sono le infrastrutture, ma le strutture che stanno scivolando, col dissesto idrogeologico. Le strade ci vogliono, ma dove servono.”
Mentre è in corso il collegamento telefonico, in sala non si sente volare una mosca. Al che Grillo, non sentendo reazioni dall'uditorio, si congeda con una uscita alla Grillo: “Mi sentite o ho parlato da solo? Ho parlato da solo.”
Gli altri volti del MoVimento sono quelli - innanzitutto - di Alberto Airola, eletto al Senato e arrivato da Torino, componente della Commissione vigilanza sulla Rai. Che descrive come “il campo di battaglia di Waterloo presidiato dai grandi generali” che difendono “un'azienda pubblica che con 1 miliardo e 700 milioni dal canone deve rispondere ai cittadini” e dove invece “la situazione clientelare è invereconda”. “E' un muro di gomma che bisogna scardinare - incalza Airola -. E' un lavoro duro, ma va fatto.”
Emanuele Cozzolino, veneziano di Mirano, è in Commissione Affari Costituzionali alla Camera: “E' stato istituito il comitato per le riforme costituzionali. La Costituzione, esclusi i principi fondamentali, potrà essere modificata da 40 persone elette dai partiti e non dalle persone. Lotteremo mani e unghie per evitare che la Costituzione venga stravolta.”
Silvia Benedetti, deputata padovana, in Commissione Agricoltura, svela un retroscena di palazzo con una parlamentare del Pdl che ha inviato nientemeno che un curriculum a un dirigente di ministero per la nomina a sottosegretario: “Noi siamo gli unici su cui far leva, non dobbiamo mandare curriculum e non abbiamo nulla da perdere.”
Marco Da Villa, mestrino in Commissione Attività produttive alla Camera: “In questo momento il ministro Lupi sta inaugurando a Venezia le paratoie del Mose, il giorno successivo il nuovo arresto sull'affare Mose, che vuole dire Consorzio Venezia Nuova, che vuole dire Mantovani Spa e quindi grandi opere nel Veneto. Siamo già nelle mani di queste persone. La giunta regionale, politicamente, è connivente con questo sistema.”
E se Arianna Spessotto, cittadina deputata di San Donà di Piave, sottolinea il “progetto devastante” della TAV tra Venezia e Trieste, il vicentino e portavoce al Senato Enrico Cappelletti puntualizza: “Non è vero che il M5S è contro tutto e tutti e contro le grandi opere, ma è contro le grandi opere inutili.”
E invoca trasparenza: “Ho presentato un'interrogazione al ministro dello Sviluppo Economico Zanonato sul perché un parlamentare non ha diritto all'accesso agli atti di un'opera in Project Financing. Il ministro, dopo mesi, non mi ha ancora risposto. Ha il tempo per andare in televisione, ma non per rispondere a una questione che riguarda il trasferimento di debito pubblico sulle generazioni future.”
Nel frattempo, dopo il dibattito con le domande dal pubblico, si è fatta quasi l'una e mezza, e non piove più. Solagna fa anzi onore al suo nome, e fuori splende adesso addirittura il sole. In vista della seconda parte della giornata, gli organizzatori tirano un sospiro di sollievo.
I cittadini eletti si trasferiscono a Bassano, dove li raggiungerà il resto del gruppo di colleghi parlamentari e dove nel pomeriggio è prevista la manifestazione “Il parlamento in piazza”, preceduta dal pranzo assieme ad altri cittadini elettori nella mensa del centro giovanile, spartana buvette dove si svolge un pasto a 5 Stelle al prezzo convenuto di 15 euro a testa.
Del resto, ognuno vale uno: anche davanti a un piatto di spaghetti.
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