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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Il gigante arrugginito

Spettacolare “varo” a scorrimento del viadotto sull'Astico della Pedemontana tra Sarcedo e Breganze: 1481 tonnellate di acciaio posate su quattro campate. E' il gemello minore del viadotto sul Brenta della SPV che sarà realizzato a Bassano

Pubblicato il 12-09-2013
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Domanda: come si fa a spostare un gigante lungo più di 100 metri e con un impalcato di acciaio di mille e duecento tonnellate? Risposta: con un sistema a scivolamento basato su principi idrostatici e poggiato su pattini scorrevoli di acciaio inossidabile teflon.
E' in questo modo che da questa mattina viene effettuato il “varo” del viadotto sul fiume Astico della Superstrada Pedemontana Veneta, tra i Comuni di Sarcedo e Breganze. L'enorme manufatto viene spinto dalla sua posizione di partenza, fatto scorrere e quindi posato sulle spalle e sulle pile già realizzate, pronte ad accogliere e a sostenere la grande struttura.
Il nuovo ponte viene mosso per tratti successivi di tre metri, alla velocità di un metro e mezzo al minuto, intervallati dalle lunghe e necessarie soste tecniche per il riposizionamento e per la ripresa del tiro di spinta. Un “andamento lento” che consentirà la conclusione della spettacolare operazione nel tardo pomeriggio.

Foto Alessandro Tich

La struttura posata oggi è il “lancio” del primo e più grosso troncone del viadotto sull'Astico, con una lunghezza di 110 metri sui 180 metri complessivi dell'opera e un peso di circa 1200 tonnellate, sulle 1481 tonnellate totali del manufatto. Il secondo e ultimo troncone sarà montato e posato successivamente.
I componenti strutturali del viadotto, costruiti dalla S.C.L. di Verona e arrivati in loco con carichi di trasporti eccezionali, sono stati assemblati direttamente in cantiere “in saldatura e con pochi bulloni - come ci spiega il direttore tecnico del cantiere, ing. Giulio Lorenzi -, per reggere meglio agli sforzi.”
Il ponte completo poggerà su quattro campate (con due spalle e tre pile di sostegno), impiegando isolatori antisismici, con un impalcato unico di acciaio di 25,90 metri di larghezza.
Un'opera tanto ingegneristicamente interessante quanto - lo dobbiamo dire - esteticamente “brutta”: la struttura di acciaio si presenta infatti completamente arrugginita, e tale resterà in via definitiva. Non si tratta tuttavia di ruggine vera e propria, ma del cosiddetto acciaio “Corten” - che produce, visivamente, l'effetto ruggine - combinato con una patina autoprotettiva di rame, cromo e nichel resistente alla corrosione. “Fa da verniciatura, e insieme da protezione” - spiega ancora l'ing. Lorenzi.
Il gigante arrugginito che si sposta lentamente sopra il fiume è una di quelle cose a cui si assiste raramente: e già di buona mattina, sul ciglio della parallela Nuova Gasparona e sui declivi attorno al cantiere si formano gruppi e capannelli di curiosi, armati di videocamere e macchinette fotografiche.
Ogni tanto l'aria viene squarciata da un lungo suono di trombe di camion: qualche Tir di passaggio sulla attigua Provinciale saluta così il “varo” del viadotto. In tarda mattinata fa la sua comparsa anche uno sparuto gruppetto di oppositori alla SPV, tre persone in tutto, che dalla collinetta sopra il cantiere esibisce un piccolo striscione con la scritta “No Pedemontana”.
In occasione della posa del viadotto arriva sul posto il governatore del Veneto Luca Zaia, assieme al sindaco di Breganze Silvia Covolo, al commissario straordinario per l'emergenza Pedemontana Silvano Vernizzi e ai dirigenti del Consorzio SIS, concessionario della Superstrada.
“La Pedemontana è una realtà, e questo grande viadotto di 1481 tonnellate sta a dimostrare che l'opera va avanti - dichiara Zaia, attorniato dalla consueta selva di cronisti e telecamere -. E' un segnale positivo per una delle più grandi infrastrutture realizzate nella nostra regione, che mette in collegamento territori isolati dalla grande viabilità del Veneto. Questa Superstrada cambierà la vita e la storia del nostro Veneto.”
Il governatore auspica inoltre “il completamento dei lavori se possibile anche prima della data prevista del 2016, perché questa opera strategica favorisce l'economia e aumenta la competitività di un'area produttiva tra le più importanti del Veneto, ed è necessaria sia per il recupero dei tempi dei trasporti, e sia sul fronte della sicurezza stradale.”
E non manca - da parte di Zaia - anche un'annotazione sui lavoratori del cantiere, in stile “prima il Veneto”: “Gli operai impegnati in questo tratto sono circa 300 - afferma il presidente della Regione -. 120 sono dipendenti della concessionaria SIS e 180 di aziende subappaltatrici che sono tutte locali, venete, del territorio. Altre imprese venete verranno coinvolte man mano che i lavori procederanno. Il Consorzio SIS è stato di parola.”
Il viadotto sull'Astico della SPV costituisce un rilevante passo in avanti nello scenario dei due tratti A (Villaverla - Breganze) e C (Marostica - Rosà) del lotto 2 della Superstrada, attualmente in costruzione. L'impegno del commissario straordinario Vernizzi - come apprendiamo in occasione dell'incontro odierno - è quello di portare in approvazione entro l'anno i progetti esecutivi per tutti gli altri lotti, che saranno poi eseguiti dal concessionario “come meglio riterrà opportuno”.
La cerimonia del “varo a scorrimento” del ponte della Pedemontana si conclude con la foto di rito di Zaia e delle altre autorità con le maestranze e con l'altrettanto rituale brindisi a calici di prosecco. Nel frattempo i curiosi fermi sul ciglio della Gasparona sono ancora lì: l'operazione-spostamento del gigante di acciaio procede al rallentatore, ma evidentemente c'è chi ha il bon tempo di assistere alla scena senza fretta alcuna.
Visto da vicino, quello tra Sarcedo e Breganze è un ponte davvero imponente. E il bello è che non si tratta neppure del più grande viadotto della Pedemontana, ma del secondo viadotto per grandezza di tutta l'arteria.
Il primato spetta al futuro viadotto sul Brenta a Bassano del Grappa, che sarà lungo 430 metri e i cui lavori di fondazione sono iniziati da poco.
Quello sull'Astico è il suo gemello minore: lunghezza e relative distanze delle campate a parte, infatti, il ponte di Bassano (della SPV) sarà tale e quale. Stessa struttura a impalcato unico di acciaio, stesse spalle e pile di sostegno e - soprattutto - stesso look “arrugginito”.
Abituati al bello come siamo, dovremo farci l'abitudine.

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