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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
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Dopo 81 anni Bassano adotta il nuovo Regolamento di Polizia Urbana. Il documento si rivolge ai cittadini, con un elenco di norme di “buon comportamento” e di atti sanzionabili dagli agenti. E attenzione a scuotere i tappeti per strada...

Pubblicato il 10-07-2013
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“E' stato un grosso parto”. L'assessore alla Polizia Locale Dino Boesso, affiancato in conferenza stampa dal comandante degli agenti municipali Maria Luisa De Togni, sintetizza così il lungo iter che ha portato all'adozione del nuovo Regolamento di Polizia Urbana, approvato lo scorso 30 maggio dal consiglio comunale e operativo dallo scorso 29 giugno. Non si tratta - come verrebbe da pensare di primo acchito - di un regolamento ad uso interno del comando di via Vittorelli, bensì di un documento concepito in primo luogo a beneficio dei cittadini.
“Abbiamo fatto una stesura la più semplice possibile - sottolinea Boesso -. Il regolamento altro non è che un insieme di norme di buon comportamento. Se ci fosse buona educazione, non servirebbe farlo.”
E invece serve, eccome. E non solo perché la madre dei maleducati, anche in riva al Brenta, è sempre incinta. Ma anche perché il vecchio Regolamento di Polizia Urbana di Bassano, applicato fino a un mese fa, risaliva ancora all'epoca del Duce. Redatto dal podestà di Bassano nel 1932, conteneva tra le altre alcune norme a dir poco antiquate, specchio della ruspante società del Ventennio: tra queste, i divieti di “pettinarsi in pubblico” e di “spennare i polli”. Ma adesso che molti uomini hanno la testa rasata e che i polli - economicamente parlando - vengono spennati in altro modo, è giusto dotarsi di uno strumento al passo coi tempi.

Foto: archivio Bassanonet

E così, dopo 81 anni, nasce il nuovo vademecum comunale dei comportamenti obbligati e di quelli vietati in città. 32 articoli in tutto, contenenti le cose da fare e soprattutto da non fare in quanto passibili di sanzione amministrativa.
Basterebbe l'articolo 6 (“Atti vietati”) per stare sul chi va là. Pur trattandosi di comportamenti degni delle orde barbariche di “1997: Fuga da New York”.
Solo per citarne alcuni: è vietato “manomettere o in qualsiasi modo danneggiare il suolo pubblico, le attrezzature o gli impianti su di esso”; “rimuovere, manomettere, imbrattare o fare uso improprio di arredi e attrezzature pubbliche”; “arrampicarsi su monumenti, pali, arredi, segnaletica, inferriate ed altri beni pubblici”; “l'utilizzo di bombolette spray, schiume, petardi e coriandoli non biodegradabili”; “gettare o immettere nelle fontane o nella vasche pubbliche schiume, sostanze chimiche, detriti e rifiuti di qualsiasi genere”; “gettare a terra rifiuti, gomme da masticare, cicche di sigarette o altro materiale, nonché sputare”; “bivaccare o sdraiarsi nelle strade, nelle piazze, sui marciapiedi, sotto i portici, ovvero ostruire le soglie di ingresso”. E non manca ovviamente il divieto di “imbrattare o danneggiare monumenti, edifici pubblici o facciate di edifici privati prospicienti la pubblica via” e di “orinare e defecare al di fuori dei servizi igienici”.
Insomma: il piccolo manuale, in senso preventivo, del perfetto vandalo.
Tra gli altri temi “sensibili” del regolamento, il “divieto di consumo, non controllato, di bevande di qualsiasi gradazione alcolica”. Bere una birra o un grappino in luogo pubblico, dalle ore 23 alle ore 6, fa scattare la multa: 50 euro di sanzione ridotta. Sono esclusi dal divieto i plateatici degli esercizi pubblici, durante gli orari di apertura degli stessi.
C'è anche la “disciplina della mendicità nel territorio comunale”.
L'accattonaggio - spiega il comandante della Polizia Locale - non si può vietare in senso generale, ma regolare con una serie di restrizioni.
Ed ecco che l'accattonaggio sulla pubblica via è vietato “in centro storico; in via Angarano; nei borghi storici di Angarano e Margnan; nei luoghi di pregio storico e turistico; nei musei e negli edifici principali mete di turismo; alle intersezioni stradali; in aree antistanti e nei pressi degli ingressi di cimiteri, luoghi di culto, di cura e delle scuole; nei parcheggi pubblici; all'interno delle aree pedonali, dei mercati, delle fiere e delle manifestazioni in genere; davanti agli edifici ad uso pubblico; nei parchi e nelle aree verdi”. Praticamente dappertutto. Facciamo presente al commissario De Togni che nei giorni di mercato gli accattoni in centro storico, sempre quelli, sono regolarmente presenti. “Nei giorni di mercato facciamo anche dai 10 ai 15 verbali” - ci risponde. Ovvero: i mendicanti vengono pure multati, qualora paghino la multa, ma di più non si può fare.
Gli altri capitoli del regolamento - dalle “Luminarie” alle “Disposizioni sul verde pubblico”, dalla “Manutenzione degli edifici e delle aree” all'“Accensione di fuochi”, dal “Volantinaggio e distribuzione di materiale pubblicitario” al “Divieto di campeggio libero e di sosta in aree non attrezzate”, dai “Marciapiedi e portici” agli “Artisti di strada”, eccetera - riguardano i più diversi aspetti dell'utilizzo degli spazi pubblici, o prospicienti le aree pubbliche, della città. Se volete saperne di più, l'intero documento è pubblicato nel sito internet del Comune: www.comune.bassano.vi.it/Il-Comune/Statuto-e-regolamenti/Regolamento-di-Polizia-Urbana.
E in mezzo a tante regole da seguire, ci sono anche quelle che rischiano di passare inosservate ma che contengono invece elementi di curiosità.
Come la “sosta e fermata dei veicoli a motore”: è fatto obbligo “a tutti conducenti di veicoli a motore transitanti sul territorio comunale di spegnere il motore nelle fasi di sosta causate da qualunque ragione indipendente dalla dinamica del traffico.” Semafori rossi compresi? Non è specificato.
Per ragioni di quiete pubblica, inoltre, “chiunque detenga all'esterno dei locali di ritrovo giochi quali biliardini, flipper, oggetti a dondolo, video games e similari, ha l'onere di renderli inutilizzabili dopo le ore 23 e fino alle ore 7 del giorno successivo.” E chi detiene i video games all'interno dei locali? Risposta: “Esiste già una normativa al riguardo.”
L'ultimo articolo del regolamento - prima del capitolo dedicato alle sanzioni pecuniarie per le varie trasgressioni (da 25 a 500 euro) - è per i baristi: “Ai titolari di esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande, aperti al pubblico, ed in genere nei locali di pubblico ritrovo, è fatto obbligo di tenere costantemente agibili ed a disposizione della clientela i servizi igienici.”
E se chi va a fare la pipì al bar non consuma niente - cosa che fa infuriare molti gestori di locali pubblici -, è “clientela” oppure no? Anche qui i dubbi permangono.
La chicca finale? Non sussistendo più il divieto di pettine o di spennamento polli, deve pur esserci. Eccola qua: “Esposizione di panni e tappeti”. “Al fine di mantenere il decoro dell'ambiente - ammonisce l'articolo 16 - è vietato scuotere tappeti, panni ed oggetti similari su aree pubbliche o aperte al pubblico passaggio.”
Regalatemi un Folletto che evito la multa.

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