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Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

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Gli oneri “dimenticati” del Comune di Bassano

I risultati della Commissione di indagine. Alla base degli ammanchi, verificatisi dal 2004: “Errori materiali e deficit di controllo” nell'area urbanistica del Comune. Recuperati 2 milioni da Grifone e Unicomm

Pubblicato il 31-05-2013
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Et voilà, il conto è servito: 2.224.123,55 euro.
E' la somma complessiva degli oneri di urbanizzazione e di costruzione “dimenticati” e mai riscossi dal Comune di Bassano del Grappa prima che il sindaco Cimatti, nel dicembre del 2011, non scoperchiasse il problema facendo scattare una lunga e complessa istruttoria interna, con la conseguente istituzione di una Commissione speciale di indagine deliberata nel settembre 2012 dal consiglio comunale.
E' quanto ha accertato la Commissione medesima, composta da 9 consiglieri comunali di tutti i gruppi consiliari (Riccardo Poletto, presidente; Tamara Bizzotto, vice presidente; Bruno Bernardi, Elisa Cavalli, Rodolfo Celestino, Stefano Facchin, Antonio Mauro, Giovanni Schirato, Giambattista Sandonà). Ma c'è anche la buona notizia: l'ammanco accertato, a seguito dell'azione di riscossione tardiva delle somme dovute, è stato recuperato. “Tutte le somme acclarate - dichiara il presidente Poletto - o sono entrate già in cassa, oppure sono garantite da fideiussioni bancarie o assicurative. Il danno erariale per il Comune per oggi non c'è.”

La conferenza stampa della Commissione d'indagine oggi in municipio a Bassano (foto Alessandro Tich)

L'argomento - top secret fino a ieri sera, quando è stato presentato e discusso in una seduta del consiglio comunale a porte chiuse - esce ora alla luce del sole. Con una conferenza stampa convocata dalla Commissione, che vuole essere solo il primo atto di “massima e immediata trasparenza” sulla vicenda.
I commissari hanno elaborato un documento di sintesi sui risultati dei loro sette mesi di lavoro (sei mesi di mandato, più un mese di proroga), consegnato alla stampa, che sarà anche pubblicato on line sul sito internet del Comune. “Il primo interlocutore è tutta la cittadinanza - sottolinea Poletto -. Siamo disponibili a incontrare i cittadini in incontri pubblici e nei quartieri.”
“Abbiamo voluto capire - spiega il presidente - come si è venuti a conoscenza degli errori e abbiamo quindi condotto l'indagine sulla base di atti e documenti e di audizioni. Permangono forti dubbi rispetto alla capacità autonoma della struttura comunale di evidenziare simili errori.”
Ma andiamo per ordine: come è stato possibile che oltre 2 milioni e 200mila euro dovuti al Comune si siano persi per strada, costringendo il Comune stesso a una affannosa azione di recupero per ritrovarli a bilancio?
Il problema, come sintetizza Poletto, si è verificato a seguito di “errori materiali e deficit di controllo” nelle procedure di calcolo degli oneri da parte dell'Ufficio Urbanistica. Le irregolarità sono state riscontrate su 49 pratiche a destinazione commerciale/direzionale, sulle 230 controllate dalla Commissione. A cominciare dal 2004, l'anno in cui si è potuti risalire alla prima pratica urbanistica “sfuggita” al corretto conteggio degli oneri da corrispondere all'Ente comunale.

Errore n.1: lo scorretto utilizzo del software

La prima e importante “tipologia di errore” emersa nell'indagine riguarda il calcolo della percentuale del costo di costruzione per gli immobili a destinazione commerciale e direzionale. Un problema che si è verificato “a causa di un non corretto utilizzo del software “Alice”, in dotazione all'Ufficio Urbanistica dal 2004 all'autunno del 2010”.
Il programma informatico - sul quale è stata compiuta anche una simulazione - calcolava automaticamente il valore dell'onere, dopo che il tecnico aveva inserito i parametri necessari. Ma per le pratiche a destinazione commerciale/direzionale “era necessario inserire un dato in un'ulteriore finestra dell'applicativo, altrimenti il calcolo finale non lo considerava e la percentuale da applicare risultava inferiore a quella corretta.” Cosa che - appunto - si è verificata più volte, ad esempio con oneri corretti del 6% “abbassati” all'aliquota del 2%.
Errore umano, quindi, e non difetto di software. “La Commissione - si legge nella sintesi - evidenzia che il programma presentava un modo di procedere non rigorosamente lineare, ma che una volta compreso fosse sufficiente e semplice attenersi alla procedura prevista per non incorrere in errori nelle pratiche commerciali-direzionali”. Ma come mai l'errore di calcolo non ha riguardato tutte le pratiche? La risposta si trova in una delle “considerazioni finali” del documento, riguardanti anche altri “tipi di errore” riscontrati: “La Commissione ha avuto modo di constatare che nel periodo oggetto di indagine alcune pratiche venivano evase con una certa disomogeneità di azione, di metodo e di approccio”. Ovvero, spiegato a voce da Poletto: “Negli anni passati la disomogeneità ha caratterizzato parte del lavoro della struttura urbanistica. In base al tecnico che si trovava di volta in volta, si trovava un approccio oppure un altro”.

Gli ammanchi più ingenti: Grifone, Unicomm, “Palazzo delle Professioni”

Delle cifre mancate all'appello per errori di calcolo, la quasi totalità (e cioè quasi 2 milioni di euro) riguardano gli iter urbanistici dei due centri commerciali di Bassano del Grappa: I.C.P. “Il Grifone” (Grifone Shopping Center) e Unicomm (Centro Commerciale Unicomm - Emisfero).

IL GRIFONE - Tra “errata applicazione dell'aliquota per non corretto utilizzo del software”, “mancato ricalcolo del costo di costruzione per la parte dell'edificio in completamento” e la questione “parcheggi interrati” - di cui parleremo tra poco - il totale delle cifre introitate o da introitare (garantite con polizza fideiussoria, a seguito della contestazione e successiva accettazione a pagare gli oneri mancanti da parte della proprietà del centro commerciale) è di 920.887 euro.
Riguardo al “Grifone”, la Commissione si sofferma sulla questione dei parcheggi interrati. Gli standard pubblici del PRG, vigenti all'epoca della pratica in oggetto, prevedevano un'equa ripartizione tra parcheggi ad uso pubblico e parcheggi privati con vincolo di destinazione. Per questi ultimi è stato invece richiesto il pagamento del “contributo di costruzione”, come se fossero parcheggi esclusivamente privati. Da qui la “sovrapposizione”: “Si deduce che questi parcheggi assolvano sia alla funzione di parcheggio privato sia a quella di parcheggio pubblico”. Emergono pertanto “dubbi sulla corretta individuazione degli standard pubblici in relazione ai parcheggi privati”. Ma c'è di più: nella tortuosa e complessa vicenda urbanistica del Grifone, per la Commissione, c'è stato anche un “errore nel rilascio della nuova concessione a costruire” dopo la richiesta di proroga di ultimazione dei lavori nel 2006: “Il ricalcolo andava eseguito sull'intero edificio e non solo sulla parte in ampliamento”.

CENTRO COMMERCIALE UNICOMM - Come accertato dai commissari, “in questa pratica gli errori riguardano la percentuale del costo di costruzione” e, analogamente al Grifone, “la mancata considerazione dei parcheggi privati a servizio della struttura commerciale”. Totale delle cifre recuperate o da recuperare, a seguito di accordo tra le parti: 1.044.501,35 euro.

PFD CONSULTING - “PALAZZO DELLE PROFESSIONI” - Per il discusso edificio di viale Asiago, tra “errori materiali e di interpretazione di norme” (errato calcolo del costo di costruzione e errore nel conteggio delle aliquote per i parcheggi interrati), è mancata all'appello “la somma finale da recuperare, già accertata, di 226.334,23 euro”.

Le indicazioni finali della Commissione

A seguito di quanto rilevato, la Commissione d'indagine “attesta che rimane un forte dubbio circa l'esistenza di procedure e attività di controllo sufficienti a far emergere con tempismo ed efficacia, all'epoca dei fatti, ciò che in seguito è venuto alla luce” e “raccomanda caldamente una verifica circa i cambiamenti organizzativi e procedurali nel frattempo apportati all'interno dell'area urbanistica”.
“Un ulteriore motivo di perplessità - è ancora un passo del documento - ha a che vedere con la concentrazione degli ammanchi più significativi delle pratiche più corpose e complesse. Stupisce che le lacune maggiori siano emerse nelle pratiche commerciali-direzionali più consistenti, più articolate e in parte prive di precedenti (grandi strutture di vendita). Queste pratiche, proprio per questi motivi, avrebbero dovuto richiedere un surplus di attenzione, un sistema di controlli e di revisione accurato (...), in altre parole un maggiore investimento di energie volto a evitare errori o interpretazioni discutibili.”
Riguardo, infine, all'Ufficio Urbanistica: “Tutti i casi analizzati hanno avuto in comune, pur in misura diversa, un deficit di controllo da parte del responsabile, ossia del Dirigente in quel momento in carica. Se da una parte non è immaginabile che un Dirigente abbia la possibilità concreta di controllare tutte le attività della propria area, è auspicabile e doveroso che tale controllo si concretizzi e si eserciti nelle attività più importanti sotto il profilo della complessità, delle dimensioni e anche degli importi finanziari per il Comune”.
Quanto sopra riportato è solo una parte della relazione conclusiva della Commissione, i cui “rilievi e criticità” dovranno ora - negli auspici dei commissari - essere recepiti dal Segretario Generale del Comune e dall'assessore all'Urbanistica Beraldin, a cui viene chiesto di relazionare al riguardo in consiglio comunale “entro la fine del 2013”.
La lunga e articolata indagine della Commissione speciale si è concentrata sull'origine e sulle dinamiche degli errori evidenziati e non sulle eventuali responsabilità - personali e materiali - degli errori medesimi, che sono di competenza della Corte dei Conti, che a seguito della segnalazione del Collegio dei revisori dei conti del Comune nell'aprile del 2012 ha aperto un fascicolo sull'intera vicenda.

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