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Acque agitate per Veneto Acque
La Regione chiede spiegazioni alla società partecipata per l'assunzione di collaboratori precari, a loro volta impegnati nelle strutture regionali, nonostante il blocco delle assunzioni imposto dalla spending review
Pubblicato il 09-04-2013
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Questa non l'avevamo ancora sentita: i “precari fantasma”. Ma così è, se vi pare: persone assunte con contratti a progetto da una società partecipata della Regione Veneto, che lavorano nelle sedi della Regione per conto della Regione stessa, nonostante il blocco delle assunzioni dell'ente regionale imposto dalla spending review.
La società in questione è Veneto Acque: Spa partecipata al 100 % dalla Regione Veneto e che ha ottenuto dalla stessa la concessione di effettuare servizi nel ramo acquedotti, ovvero - come leggiamo nel sito venetoacque.it - interventi riguardanti “la progettazione, l’esecuzione e la gestione delle reti, delle strutture e delle opere connesse al servizio idrico integrato, secondo lo Schema Acquedottistico del Veneto Centrale (S.A.VE.C)”, offrendo inoltre “servizi di consulenza, studio e ricerca nell’ambito della riorganizzazione del sistema acquedottistico regionale”.
La vicenda è emersa nei giorni scorsi a seguito di un articolo del Gazzettino (www.gazzettino.it/regioni/veneto/precari_fantasma_in_regione_assunti_da_societ_con_8_manager_e_7_operai/notizie/263386.shtml).
Palazzo Balbi, sede della Giunta Regionale del Veneto
Con la formula del co.co.pro (contratto di collaborazione a progetto), Veneto Acque - che non dispone ancora di un regolamento per le assunzioni - negli ultimi due anni ha rinforzato le fila dei propri collaboratori, impegnati per la maggior parte non nella sede della partecipata, ma nelle strutture della Direzione Ambiente della Regione Veneto. 14 assunti a tempo determinato nel 2011, altri 23 contratti a progetto inseriti nel budget 2012, e un'altra selezione di co.co.pro aperta nel febbraio di quest'anno.
L'aspetto curioso di tutta la questione - sempre secondo gli articoli di stampa - è che, a quanto pare, i vertici politici di Palazzo Balbi non sapessero nulla delle assunzioni dei precari della società partecipata: al punto che ancora un anno fa l'assessore all'Ambiente Maurizio Conte aveva chiesto a Veneto Acque di darne motivazione, salvo poi, come scrive in un secondo articolo sempre il Gazzettino, “dare incarichi alla stessa Spa col risultato di trovarsi quei precari nella propria struttura”. E ancora Roberto Ciambetti, assessore regionale alle Partecipazioni Societarie, ha dichiarato: “Se saranno accertate responsabilità nell’operato di Veneto Acque, dovranno risponderne il consiglio di amministrazione e nel caso il collegio dei revisori dei conti”.
Il CdA di Veneto Acque è composto da cinque consiglieri (www.venetoacque.it/section.asp?id=60) a cui si aggiungono i cinque componenti del collegio sindacale e un direttore generale.
Il vicepresidente del Consiglio di Amministrazione è un nome noto ai nostri lettori: si tratta infatti di Luciano Todaro, segretario e capogruppo consiliare della Lega Nord di Bassano del Grappa. Abbiamo cercato di contattarlo, per farci spiegare il suo punto di vista, ma inutilmente: il suo telefono, contattato due volte tra ieri e oggi, ha suonato a vuoto. Cogliamo l'occasione per invitare Todaro, qualora ne avesse l'intenzione, a contattare a sua volta la nostra redazione per fornire, come è suo diritto, le sue spiegazioni sulla vicenda.
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