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Alessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it
Acqua a Rossano: “Il Comitato è inquinato dalla politica”
Intervista al sindaco Gilberto Trevisan alla vigilia dell'atteso consiglio comunale di domani. “Io non ho paura di niente, ho sempre applicato le norme e le leggi". "Scrivere in giro che a Rossano l'acqua è inquinata è procurato allarme”
Pubblicato il 27-10-2012
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“Comune di Rossano Veneto - Cittadini rossanesi, state tranquilli! L'acqua NON è inquinata, non lo sarà MAI”.
Gilberto Trevisan, sindaco di Rossano Veneto, ci mostra in anteprima sul suo computer il messaggio che apparirà sul cartellone dell'Amministrazione comunale all'ingresso del paese, a fronte dei tanti striscioni e lenzuoli apparsi in questi giorni tra le case rossanesi, piazza Marconi compresa, che affermano invece il contrario.
Ad accendere la miccia della protesta - cavalcata dal Comitato spontaneo di Cassola e Rossano “No Gassificatore” -, la vicinanza di uno dei pozzi della rete idrica rossanese, ubicato in via S. Paolo, con il sito dell'impianto di stoccaggio e trattamento rifiuti previsto nella zona di via dell'Industria in territorio del Comune di Cassola.
Il sindaco di Rossano Veneto GIlberto Trevisan ci mostra in anteprima il messaggio del Comune che sarà rivolto alla popolazione (foto Alessandro Tich)
Intervistiamo il primo cittadino rossanese alla vigilia del consiglio comunale di domani mattina, in cui l'Amministrazione proporrà l'adozione di una variante al P.R.G. (Piano Regolatore Generale) in tema di tutela delle risorse idriche.
Al consiglio comunale è annunciata la mobilitazione in massa del Comitato, che richiede invece - per il tramite dei consiglieri di minoranza - l'adozione di una modifica alle Norme di Attuazione del P.A.T. (Piano di Assetto del Territorio) in modo da definire e immediatamente recepire “le nuove perimetrazioni delle aree di rispetto attorno ai pozzi”.
Sindaco Trevisan, domani arrivano le trombe e i fischietti in consiglio comunale. Il tema dell'acqua si sta surriscaldando...
“Trovo strano, dopo aver collaborato con il Comitato sul tema del gassificatore e aver cercato di capire la paura e la preoccupazione della gente traducendola in atti amministrativi, vedere oggi che tutto questo sforzo non è servito a niente. Questi comitati vengono inquinati - e mi si passi il termine, visto che si parla di inquinamento - da quella che è una politica di chi sente il vento delle prossime Amministrative.”
Politica...ovvero?
“Sulla vetrina della sede del PdL di fronte al municipio hanno messo uno striscione con la scritta “Acqua inquinata. Chi paga?”. Mi chiedo che cosa passi dentro la testa di chi, in base a chissà che cosa, dà per scontata questa scritta, senza alcuna verifica dei fatti. E' un'affermazione forte che ha mosso la preoccupazione in paese, tra i cittadini, le scuole, le mamme dei bambini dell'asilo e anche tra gli imprenditori, che hanno degli immobili in vendita e che stanno pensando di presentare denunce perché con una frase così nessuno comprerà mai una casa o un capannone a Rossano. Questo è un procurato allarme.”
Cosa mi dice dei primi striscioni sull'acqua apparsi tra le case e fatti rimuovere dal Comune?
“L'Amministrazione comunale ha sempre tollerato tutto. Ci sono cartelli e lenzuoli che sono lì da mesi, ma quando arrivano dei cittadini a reclamare perché ci sono dei cartelli da loro non autorizzati nella loro proprietà, il Comune è tenuto a intervenire.”
Sono stati quindi dei cittadini a chiedere di rimuoverli?
“Una parte di altra gente, che non si riconosce nei comitati, è venuta qua chiedendo di rimuovere dei cartelli non autorizzati che erano stati messi nella loro proprietà. C'è anche chi non è d'accordo. Il Comune, dopo le segnalazioni di altri cittadini, ha quindi rimosso i cartelli in base alla normativa sul decoro urbano.”
Nel volantino e negli interventi del Comitato sul “rischio inquinamento” dell'acqua lei viene preso particolarmente di mira...
“Una delle cose che vengono dette in questi giorni è che “il sindaco Trevisan ha paura”. Io non ho paura di niente, ho sempre applicato le norme e le leggi. Fra sei mesi concludo il mio secondo mandato da sindaco, dopo 10 anni la gente sa chi sono e come agisco e non ho nessun interesse a star qua a ricercare consensi, mi interessa dire come stanno veramente le cose.”
E cioè come stanno le cose?
“Tutto quello che bisognava fare per salvaguardare la falda e il territorio, Rossano Veneto lo ha fatto e lo sta facendo. Le mie norme non possono interferire con quelle del Comune di Cassola, la competenza è degli enti sovracomunali. Il P.A.T. di Rossano Veneto è in fase di adozione, questa è la fase delle controdeduzioni e una riguarda proprio il pozzo di via S. Paolo, che noi stiamo accogliendo in pieno. Chi in Regione rilascia il P.A.T. terrà conto che siamo d'accordo e l'ente preposto metterà i paletti necessari. Se i paletti li fa il Comune non conta niente, perché non è autorizzato a farlo. La modifica al P.A.T., secondo chi la propone, sarebbe “un atto emotivo”. A me interessa fare atti concreti. Se io oggi apro una variante al P.A.T. vuol dire buttare all'aria tutti gli anni di lavoro per arrivare al documento finale, aprire un capitolo nuovo di concertazione con la Regione e deludere le attese dei miei cittadini. Non serve a niente per la causa. La causa è una: a Cassola è prevista un'attività di stoccaggio e trattamento rifiuti che ha avuto l'autorizzazione degli enti sovracomunali. E' con questi ultimi che dobbiamo rapportarci, gli atti non servono a niente se fatti dall'ente locale.”
E quindi qual é la soluzione dell'Amministrazione di Rossano?
“E' quella non di proporre una variante al P.A.T., ma di agire direttamente sul P.R.G., come è consentito fare quando la questione è di interesse pubblico. E' l'argomento che domani, al punto 2 dell'Ordine del Giorno, sarà discusso in consiglio comunale: e cioè l'adozione di una variante parziale al P.R.G. per la modifica dell'articolo 25 delle norme tecniche di attuazione. In queste norme prevedo l'inserimento e l'adozione della normativa a tutela delle risorse idriche. Questa variante sarà recepita dal P.A.T. attraverso l'apertura di una variante di adeguamento da parte della Regione Veneto, ed è una soluzione che può arginare la preoccupazione di un comitato. Dobbiamo agire sul Piano già esistente, e non su quello che verrà: il P.A.T. ancora non c'è.”
Cosa dice, in conclusione, di tutta questa vicenda?
“Sono convinto delle mie azioni, e dei consigli degli enti superiori. Circa le varie scritte sull'acqua inquinata, ho segnalato la situazione al prefetto e alle forze dell'ordine. Saranno loro a valutare se e come intervenire rispetto al procurato allarme.”
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