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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Ambiente

Agricoltura, “serve una Banca dell'acqua”

Termina nelle nostre campagne la stagione di irrigazione, che ha coinciso in estate con l'eccezionale siccità. Il Consorzio di Bonifica Brenta evidenzia le criticità del sistema-acqua e lancia alcune proposte

Pubblicato il 25-09-2012
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Brassaï. L’occhio di Parigi

La stagione estiva contraddistinta dalla siccità è ormai alle spalle, ma per l'agricoltura e il territorio restano sempre attuali i problemi della difficile gestione della risorsa acqua, che passa dai periodi di scarsità estrema a periodi di sovrabbondanza idrica, con rischio di esondazione per fiumi e canali.
“E' corretto affidarsi al recupero dei danni piuttosto che fare prevenzione e realizzare infrastrutture che possono risolvere i problemi?”. E' l'interrogativo lanciato al riguardo dal Consorzio di Bonifica Brenta, tramite un comunicato trasmesso in redazione, che riportiamo di seguito:

Gli effetti della siccità di questa estate a Bassano. Foto Alessandro Tich

COMUNICATO

Con l’equinozio di settembre l’estate è terminata, così come la stagione irrigua con le abbondanti piogge di lunedì scorso, mettendo la parola fine ad un periodo di eccezionale siccità iniziato ancora in primavera e che è stato particolarmente intenso tra luglio ed agosto.
Viviamo in una società in cui le contingenze legate all’attualità ed una certa tendenza a dimenticare rapidamente tendono ad archiviare tutto, ma qualche riflessione al proposito si rende necessaria.
Restano infatti degli interrogativi che ci si dovrebbe porre, non tanto e non più ormai per risolvere una situazione che è andata come è andata, ma soprattutto per attrezzarsi ad affrontare il futuro; che, come i climatologi da tempo ormai sottolineano, sarà caratterizzato dall’alternarsi di periodi di scarsità d’acqua ad altri in cui l’acqua sarà invece troppa. Qualcuno ha addirittura coniato il termine “bombe d’acqua”, ed il periodo delle piene si sta avvicinando…
E’ possibile che in una regione moderna e che intende essere all’avanguardia ci fossero i bacini pieni in montagna e le campagne arse nella bassa pianura?
E’ corretto affidarsi al recupero dei danni piuttosto che fare prevenzione e realizzare infrastrutture che possono risolvere i problemi?
Si dà abbastanza significato all’importanza dell’acqua e di una sua corretta gestione?
Si interessano i politici di questi temi?
Le domande, come si può notare, non mancano, e forse in passato si poneva maggiore attenzione a questi delicati aspetti, che costituiscono le basi per lo sviluppo ed il mantenimento di un territorio sano. Non fosse altro perché l’acqua la beviamo e con l’acqua si producono i cibi con cui ci alimentiamo, e l’agricoltura è uno dei principali fattori del made in Italy.
Acqua - e buona - significa quindi sopravvivenza, ma significa anche salute, ed è bene ricordarlo.
“Il Consorzio di bonifica Brenta in effetti non ha mai smesso di segnalare alla cittadinanza le criticità e le potenzialità in materia - afferma il presidente dell’Ente, Danilo Cuman - e quest’estate è riuscito, pur tra notevoli difficoltà, a superare l’emergenza ed assicurare i raccolti; grazie a canali e manufatti idraulici che la saggezza dei nostri progenitori ha inteso realizzare fin dall’epoca della Serenissima e grazie ad ulteriori impianti ed opere costruite più recentemente, dalle centrali di pompaggio per l’irrigazione a pioggia fino ai grandi bacini come i serbatoi del Corlo e del Senaiga, che hanno dimostrato ancora una volta la loro rilevanza strategica.” “Tutto questo però non è più sufficiente - prosegue Cuman - ed è ora ormai di portare alla concretizzazione una serie di interventi che abbiamo progettato non da poco, e la cui utilità ormai è sotto gli occhi di tutti.”
Il Consorzio Brenta ha infatti numerosi progetti pronti, sia per quanto riguarda la trasformazione dell’irrigazione dagli antiquati sistemi a scorrimento ai moderni metodi a pioggia, sia per la ricarica artificiale della falda.
Essi sono affidati al Piano Irriguo Nazionale, che tuttavia dopo una prima emanazione non è più stato finanziato; mentre il Piano di Sviluppo Rurale della Regione Veneto, tra le poche in Italia a non aver finanziato impianti irrigui ai Consorzi di bonifica, secondo voci che circolano pare che rischi di non riuscire a completarsi entro la scadenza del 2013, il che porterebbe a dover restituire all’Unione Europea somme cospicue.
“Spero che questo non avvenga, perché sarebbe paradossale e grave - conclude il presidente Cuman -. Ma ricordo che c’è un’altra partita aperta, che è quella del nuovo serbatoio del Vanoi. Esso è utile non solo a integrare le scarse portate fluviali estive, ma soprattutto per calmierare le piene. Spero che la Regione prenda a cuore questa importante ‘banca dell’acqua’ e cerchi di portarla avanti in collaborazione con la vicina Provincia di Trento, come si sta lavorando in modo apprezzabile per quanto riguarda la Valdastico Nord.”

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