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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Referendum da riferire
È in corso anche nel bassanese la raccolta firme per due iniziative referendarie che propongono l’abrogazione di alcune indennità destinate ai parlamentari
Pubblicato il 16-07-2012
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In tutta Italia, e anche in zona, procede a macchia di leopardo la raccolta firme per l’approvazione di due quesiti referendari che chiedono la soppressione di alcune indennità dei parlamentari. Entrambi le petizioni propongono un referendum per l’abrogazione di parte della legge n.1261/65, precisamente del punto dell’art. 2 che determina i compensi per le spese di soggiorno a Roma destinati ai membri del Parlamento (la diaria ammonta a circa 3500 euro al mese a persona).
Le due proposte vengono da un partito politico, Unione Popolare, e da un gruppo di cittadini denominato “Comitato del Sole”, quest’ultimo nel quesito propone anche l’abrogazione di parti della legge disciplinate da altri articoli arrischiando una lama più “tagliente”. Nei loro siti internet sono descritte le iniziative in dettaglio.
L’obiettivo dei promotori è la raccolta in tempo utile di 500 mila firme, come stabilito dalla normativa sui referendum. Fin qui la notizia, di cui si parla, è innegabile, in ritardo.
In rete c’è molto fermento e dai social network si rilancia l’accusa, legittima è il caso di dire, che il disorientamento di tanti cittadini sia dovuto al fatto che non circola informazione su queste due proposte referendarie. Fare informazione, cioè mettere “in forma” la notizia districandosi dal copia-incolla di comunicati praticato in rete non è affare da poco: nel dibattito i detrattori contestano la scelta di ricorrere all’istituto del referendum per una questione così capillare come l’abrogazione di una diaria; i favorevoli seguono con apprensione l’iter tempistico delle iniziative, temono gli effetti dell’indolenza estiva e la scure dei vincoli normativi (è ancora fresca la memoria della raccolta firme del 2008 per i tre referendum associati ai V-Day rivelatasi poi inutilizzabile), e a questo proposito da più parti si fa presente ai promotori che è indispensabile un’attenzione calibrata ai tempi da destinare alla raccolta e alla consegna delle firme (esistono disposizioni precise a riguardo, inoltre per legge non può essere depositata richiesta di referendum nell'anno solare anteriore alla scadenza di una legislatura e nei sei mesi successivi alla data di convocazione dei comizi elettorali per le elezioni).
La data ufficiale indicata da Unione Popolare per la chiusura della raccolta firme negli uffici comunali era il 27 luglio (28-29 per i banchetti), ma in questi giorni è comparso in rete un video in cui la Coordinatrice del partito, Maria Di Prato, annuncia che la raccolta riprenderà con una nuova tornata dopo la pausa estiva. Il referente di zona del Comitato del Sole indica come termine utile la fine di agosto.
Al di là dell’atto di fiducia da accordare o meno ai promotori, del grado di condivisione delle proposte, e di tutte le questioni tecniche e giuridiche di cui si potrebbe certo discutere a lungo, il fatto da ricordare è che con le procedure del referendum e della proposta di legge viene sempre offerta ai cittadini l’opportunità di dare di persona un segnale chiaro e poco equivocabile (in questo caso si sottoscrive la propria delegittimazione nei confronti di certi privilegi che ha chi ci governa) e che la cittadinanza ha una "voce" propria con cui parlare. Le due prassi richiedono l’attivazione di una partecipazione democratica senza delega a qualcuno, l’impegno a informarsi, a uscire da casa e ad andare a fare una firma o due – qui, restando nel merito, per chiedere di abolire una spesa pubblica se la si giudica iniqua.
Fa pensare il fatto che molti considerino già un ostacolo insormontabile la necessità di accertarsi se il proprio Comune stia effettuando o no la raccolta firme o se (e quando), in alternativa, vi siano gazebo di volontari in sosta nelle piazze; e poi che molti arretrino perché mancano i moduli necessari o perché in alcuni complessi collegiali cittadini la petizione non è nota.
A Bassano è possibile firmare all'ufficio elettorale (dal lun al ven dalle ore 9 alle 12.45, il giov anche dalle ore 16 alle 18.15) per il referendum proposto da Unione Popolare e per tre proposte di legge che riguardano il finanziamento ai partiti, il quorum zero e le unioni di fatto.
È anche vero che tanti organi di informazione a larga diffusione hanno abdicato all’azione di servizio di facilitare le persone, ma forse, accanto a questo, è mancata soprattutto l’offerta doverosa di analisi e di contributi in grado di raggiungere tutti che può essere utile per scegliere di fare proprie, o di declinare, proposte come queste: un’altra assenza che ci si trova spesso ad annotare, evidente in modo particolare in questi momenti di crisi, è quella del contributo di tanti uomini di cultura (tranne rare e preziose eccezioni), di chi conosce bene il mondo delle leggi, della politica, e non mette il suo sapere e la sua capacità di leggere il presente a servizio delle esigenze della comunità in cui vive.
I due referendum che molti sul web definiscono “oscurati” mettono in luce, ancora una volta, la necessità di un maggiore impegno personale da parte dei cittadini e di un accrescimento delle conoscenze sul funzionamento della cosa pubblica; come sempre, ma soprattutto nei tempi bui, la condizione per poter cambiare le cose che non vanno, resta questa.
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