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Zaia: “Anche a Rosà prima il Veneto”
Il governatore veneto interviene all'ultima serata di presentazione della lista “Continuità e Rinnovamento” e del candidato sindaco Bordignon. Parlando di crisi, occupazione, Pedemontana e Valsugana. E sui problemi nazionali della Lega...
Pubblicato il 03-05-2012
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Il governatore del Veneto Luca Zaia arriva al PalaRosà in anticipo e riparte quasi subito dopo aver pronunciato il suo discorso, mantenendo fede al suo motto, ribadito per l'occasione: “Prediche corte e sopresse longhe”.
Il tempo a disposizione è limitato, e va rispettato: Rosà è infatti solo una delle tappe del tour elettorale intrapreso dal presidente della Regione a sostegno dei candidati sindaci della Lega Nord, o delle liste sostenute dalla Lega.
Giunto da Thiene e con un successivo appuntamento in agenda nel Padovano, Zaia è la “guest star” dell'ultimo appuntamento, promosso dalla lista “Continuità e Rinnovamento”, dedicato alla presentazione del candidato sindaco Paolo Bordignon e della sua squadra di candidati consiglieri.
Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia durante il suo intervento al PalaRosà
Oltre a Manuela Lanzarin - sindaco uscente, deputata, capolista e “presentatrice” della serata - partecipano all'evento, nella prima fila degli ospiti, altri tre noti esponenti del Carroccio: il consigliere regionale Nicola Finco, l'europarlamentare Mara Bizzotto e la deputata, presidente della Commissione Attività Produttive della Camera nonché attuale “commissaria” nazionale della Lega Manuela Dal Lago.
In mezzo al pubblico siedono altri amministratori in quota Lega Nord: come l'assessore provinciale Antonio Mondardo, i sindaci di Cartigliano e Solagna Germano Racchella e Carlo Nervo o i vicesindaci di Pove del Grappa e Solagna Paolo Gobbato e Roberto Ferracin.
“Semo tutti 'na fameja”, esordisce Zaia. Il suo tono - come sempre - è informale, ma il suo intervento in realtà è molto istituzionale. L'atteso ospite non entra più di tanto nel merito della contesa elettorale rosatese e si concentra sulle emergenze economiche e sociali a cui oggi deve far fronte la Regione.
“Il nuovo sindaco - afferma - non avrà più le sfide di Manuela di cinque anni fa, siamo di fronte a una crisi senza precedenti. Il Veneto ha perso 80mila posti di lavoro, più 70mila che sono in cerca di occupazione. Il Veneto di Rosà, di Vicenza, di Thiene è il Veneto che ha 150mila disoccupati. Oggi parliamo di imprese, suicidi e disoccupazione. Sul fronte dei giovani, un ragazzo su quattro nel Veneto è disoccupato e due su su quattro, sotto i 30 anni, sono precari. Questa comunità, se non riesce a garantire il lavoro ai giovani, è fottuta.”
“Noi siamo l'unica Regione in Italia che in questi due anni ha fatto cose particolarissime per l'imprenditoria - prosegue il governatore -, come il Fondo di accesso al credito, rivolto alle piccole imprese, per 1 miliardo e 900 milioni di euro. Le banche si sono prese l'ombrello finché pioveva e ce lo ridanno quando spunta il sole. Ci servono le banche che conoscevamo una volta. Poi c'è il Decreto Sviluppo, approvato in questi giorni con le parti sociali, per altri 1 miliardo e 300 milioni. Bisogna andare oltre il Patto di Stabilità, che io chiamo Patto di Stupidità, che entro certi limiti impone alla Regione di non pagare i creditori. Una volta si falliva per i debiti, oggi le imprese falliscono per i crediti. Ma oggi la tendenza a non pagare i conti è diffusa anche tra i privati. Il questo modo il patto sociale in Veneto rischia di saltare.”
Zaia ripropone anche due suoi cavalli di battaglia: la “virtuosità nella spesa sanitaria” e la viabilità. “Il futuro della sanità - dichiara - non è quello di fare più posti letto o più ospedali, ma un nuovo approccio rispetto alle cure sanitarie, come prevede il nuovo Piano Socio Sanitario regionale.”
Viabilità: “Abbiamo aperto la Pedemontana Veneta. Un'opera da 2 miliardi e 130 milioni di euro. E' civiltà permettere che da Montebelluna a Bassano si impieghino dieci minuti, ed è civiltà che una strada come la Schiavonesca-Marosticana, tra le più colpite dagli incidenti mortali, sia una strada da rendere urbana, salvando la vita della gente su una strada seria.” Valsugana: “E' un'opera da 730 milioni di euro. Si debbono rispettare i Comuni, dopodiché la facciamo. Dobbiamo dare modernità a questo territorio. Il Bassanese ha un 30 % in meno di rete stradale rispetto al resto del Veneto. Adesso che vi facciamo la strada, non esiste che mi dite che non serve.”
“Quello che chiediamo ai nostri sindaci”
E' a questo punto che Zaia riprende i temi della campagna elettorale.
“Io non sono abituato ad andare nei Comuni a parlar male degli altri. E' incivile. Ma posso dirvi come sono i nostri sindaci. Ai nostri sindaci noi chiediamo queste quattro cose: città vivibili e transitabili h 24 e sempre in sicurezza; decoro comunale e cioè “vivi il Comune come fosse casa tua”; “prima il Veneto” e cioè se a Rosà c'è un posto di lavoro libero, prima va a uno di Rosà e poi al resto del mondo e trattamento uguale per tutti. Il giorno dopo le elezioni tutti i i cittadini devono essere trattati alla stessa maniera. Se nei Comuni si trascinano per cinque anni le vendette personali, non si amministra più.”
Il governatore del Veneto fa anche l'unica affermazione della serata riferita ai problemi della Lega Nord a livello nazionale: “Siamo un partito che quando ha sbagliato si è dato un'autoflagellazione mai vista in Italia. Siamo qui a scusarci per chi ci ha dato il consenso e a guardarci nelle palle degli occhi. Ma la Lega degli amministratori non ha nulla a che fare con questi fatti. E' la Lega che tutti i giorni condivide la sfida del ragazzo che deve trovare lavoro.”
Quindi Luca Zaia saluta e se ne va, accompagnato all'uscita e all'esterno del palazzetto dall'europarlamentare Mara Bizzotto. Ma la serata non è terminata: sono infatti in scaletta altri quattro brevi interventi. Parte per primo Nicola Finco: “Siamo da sempre sinonimo di buona amministrazione. Noi non siamo quelli che fanno minestroni di partiti.”
Segue un'estemporanea scenetta. Manuela Lanzarin: “Segue adesso l'intervento dell'onorevole Mara Bizzotto, ma...è sparita.” L'europarlamentare, uscita in affiancamento al presidente della Regione e non ancora rientrata, ritorna di corsa al suo posto e risponde: “Come potevo sparire a casa mia, dai!”. L'on. Bizzotto tesse quindi le lodi del presidente Zaia “che ha tagliato il numero dei consiglieri e ha deciso di togliere i vitalizi.”
Manuela Dal Lago tesse invece le lodi di Manuela Lanzarin, che pochi istanti prima la aveva definita “la mia madrina personale”: “E' sempre al lavoro in aula e alle commissioni, che sono il vero impegno alla Camera, e negli altri giorni è impegnata nel suo Comune”.
Poi, schietta e diretta come sempre, la Dal Lago si rivolge al candidato sindaco: “Bordignon si presenta nella continuità di una buona amministrazione, sarebbe sbagliato non eleggerlo. Ma avrà un “davanti” molto difficile, e non solo per il Patto di Stabilità o per il governo che ghe ga ciavà la tesoreria. Lui, sindaco, dovrà chiedervi una tassa che vi dissangua, e non per darvi servizi. Monti ha detto che “siamo il Paese che paga meno sulla casa, ed è giusto che i cittadini paghino di più”. Ma siamo anche quelli che già pagano più tasse. Il problema di Bordignon, in questi cinque anni, sarà darvi servizi non avendo soldi.”
Sintetico, come suo stile, il candidato sindaco Paolo Bordignon nel suo intervento conclusivo: “Al centro del nostro programma c'è la persona e la famiglia, la sicurezza, l'economia e le imprese. E la viabilità e la qualità della vita per Travettore e S.Anna, deviando il traffico pesante. Mi sono messo in gioco con lo spirito di amministrare nella direzione dei “fatti, e non parole” e del buon governo dimostrato finora.”
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