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A scuola con l'iPad
Il tablet al posto dei quaderni: scolari e insegnanti sperimentano il “Mobile Creative Learning”. Accade in una classe elementare di Cassola. E l'aula diventa “flessibile” per meglio rispondere alle nuove modalità di apprendimento
Pubblicato il 13-02-2012
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Carta e penna? Roba da trogloditi. Lavagna e gessetti? Oggetti da museo. Astuccio e quaderni? Puro antiquariato. Per seguire una lezione a scuola, a quanto pare, è meglio l'iPad.
I nuovi media, anche in un Paese ammalato di digital divide come l'Italia, fanno il loro ingresso - benché in modo ancora sperimentale - nelle aule scolastiche.
E c'è anche la scuola primaria della Direzione Didattica di Cassola tra le dieci scuole del Veneto selezionate per il progetto triennale del Ministero della Pubblica Istruzione denominato Cl@ssi2.0, che si propone di sviluppare un nuovo “ambiente di apprendimento” attraverso l'utilizzo sistematico in classe delle nuove tecnologie di comunicazione ICT.
Dalla lavagna al touch screen: alla 4° D della scuola primaria di Cassola la sperimentazione sui nuovi media applicati alla didattica
Paladini dell'innovazione didattica sono gli alunni della classe 4° D dell'istituto, che grazie al finanziamento del ministero e alla guida dell'insegnante Adriana Sartore, che si avvale della qualifica di “Apple Distinguished Educator”, stanno portando avanti il progetto “Mobile Creative Learning con l'iPad”.
L'idea di base, spiegano i promotori, “è quella di integrare nella didattica tradizionale l'uso di dispositivi mobili, come ad esempio l'iPad di Apple, e individuare nuovi sistemi di apprendimento per offrire agli studenti la possibilità di sviluppare le competenze digitali necessarie per realizzare le proprie idee e risolvere problemi stando al passo con la globalizzazione, in ambito personale, interpersonale e interculturale”.
L'iniziativa è il risultato di una grande lavoro di preparazione: la sola fase di progettazione ha occupato l'intero anno scolastico 2010/2011. Il progetto prevede inoltre la partecipazione di tutti gli insegnanti della classe in modo da poter sperimentare l'utilizzo delle ICT in tutti i settori dell'apprendimento.
E come ogni “web farm” che si rispetti, anche gli spazi fisici dell'aula 4° D sono stati ripensati, insieme ai ragazzi, per meglio rispondere alle esigenze legate alle nuove modalità di apprendimento.
Tavoli assemblabili e trasportabili al posto dei banchi fissi, arredi ideati per favorire il mantenimento della schiena in posizione corretta e ancora scaffali, tende e pannelli oscuranti abbinati alla nuova colorazione celeste chiaro delle pareti per favorire la concentrazione: sono le caratteristiche della nuova “aula flessibile” adibita allo scopo, la cui ristrutturazione è stata resa possibile grazie a un significativo contributo dell'Amministrazione comunale.
Anche sotto il profilo didattico, a sentire il resoconto dei diretti interessati, i primi riscontri risultano più che buoni. Fin dall'inizio - e non ne avremmo, del resto, mai dubitato - gli scolari hanno dimostrato una naturale predisposizione per l'iPad: una familiarità con i nuovi media, tipica delle nuove generazioni, che gli insegnanti hanno voluto soprattutto indirizzare verso un utilizzo creativo e critico.
“L'adozione degli iPad - affermano ancora i promotori del progetto - consente di fare un salto di qualità perché favorisce l'interazione tra insegnanti e ragazzi in una modalità più consona ai giovani d'oggi.”
Dalla lavagna al touch screen, insomma, il passo è breve. La scuola, per stare al passo coi tempi, si converte al tablet: e l'Apple ringrazia.
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