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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Luigi MarcadellaLuigi Marcadella
Giornalista
Bassanonet.it

Imprese

Il caso Faresin

“Il nuovo polo ecosostenibile non si ferma”: braccio di ferro anche tra la Faresin Industries S.p.A. e il comune di Sarcedo

Pubblicato il 04-08-2023
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Nel territorio vicentino non c’è solo il caso Baxi-Pengo ad infiammare il dibattito pubblico tra il mondo delle imprese e la politica.
Un caso simile – non uguale evidentemente – a Sarcedo, a pochi chilometri fuori dalla cintura di Bassano, coinvolge la Faresin Industries S.p.A., importante azienda che produce carri miscelatori e strumenti per il settore zootecnico ed agricolo.
A Sarcedo il “terreno” dello scontro riguarda la possibilità da parte del Comune di concedere l’autorizzazione per la costruzione di uno stabilimento industriale in una ex cava di ghiaia.

Il management di Faresin Industries S.p.A.

Il progetto della Faresin Industries prevede nello specifico un nuovo sito produttivo di circa 46.000 metri quadri di lotto edificabile in un’area complessiva della superficie di 137.000 metri quadri.
Nell’area verrebbero realizzate opere accessorie, la creazione di parcheggi e un bacino idraulico di mitigazione.
Emerge dunque anche in quella parte dell’alto vicentino la necessità di riprendere in mano il governo dello sviluppo del territorio e dell’insediamento delle sue attività produttive.
Le amministrazioni locali hanno di fronte il difficilissimo compito di individuare alcuni punti cardine per far coesistere nei nostri territori le condizioni per “fare impresa” e allo stesso tempo cercare di tutelare l’ambiente e il verde, dopo un lunghissimo periodo di tempo in cui l’economia del Veneto e del vicentino si è sviluppata in modo sì straordinario ma allo stesso tempo disordinato. Suona comunque in modo positivo l’incipit iniziale del comunicato stampa inviato in redazione da Faresin Industries – che riportiamo di seguito integralmente - dopo il voto del consiglio comunale di Sarcedo avvenuto nei giorni scorsi (“L’azienda è pronta a dialogare con l’Amministrazione di Sarcedo dopo il voto del consiglio comunale”).

***

Questo voto, di cui vogliamo vedere l’atto depositato per decidere in quali sedi e in quali modi muoverci, ci sorprende enormemente. Sono mesi che ci confrontiamo con l’amministrazione per illustrare la bontà del progetto, che rappresenta un valore aggiunto per Sarcedo da tutti i punti di vista: lavorativo, sociale, ambientale. Abbiamo - e siamo pronti a lavorarci ancora - accolto richieste, fatto modifiche e, in totale trasparenza, presentato il progetto senza alcuna remora perché siamo sereni sulla sua qualità. Poi, senza alcun confronto o semplice comunicazione, arriva questo fulmine a ciel sereno. Un voto dettato evidentemente da ragioni che nulla hanno a che fare con il progetto, ma che è solamente un inizio di schermaglie da campagna elettorale.

Siamo in un territorio in cui creare opportunità di lavoro, crescere, assumere, sviluppare tecnologie green sono ancora, speriamo, dei valori condivisi. Invece scopriamo, dalle dichiarazioni alla stampa, che l’Amministrazione non ritiene i propri cittadini degni di avere un polo produttivo con tutti i crismi dell’edilizia sostenibile e che sviluppa le tecnologie avanguardia per la transizione energetica. Un polo tecnologico che attira giovani e lavoro di qualità sul territorio.

E tutto questo per motivi di chiusura simil-corporativa e precedenza autarchica. Una scelta strumentale e non di merito.

Questa posizione dell’Amministrazione contro il lavoro, i lavoratori e l’occupazione ci lascia sbalorditi. Il rischio concreto di perdere posti di lavoro non deve essere sottovalutato. Le notizie sono di questi giorni: il PIL ha iniziato la prevista brusca frenata e le aziende vicentine hanno subito un calo di produzione di quasi il 4% nel secondo trimestre. In questo contesto, quando ci sono imprese del territorio che riescono a creare valore qui, nell’Alto Vicentino, ed essere competitive nel mondo: una mozione di un consiglio comunale blocca gli investimenti per un polo tecnologico green perché l’azienda ha sede nel comune confinante?

Faresin Industries ha adottato tutte le iniziative necessarie al rispetto delle condizioni originariamente impartite dall’Amministrazione. Abbiamo fatto un cammino insieme e condiviso sempre tutto. Da più di un anno l’azienda ha chiesto un confronto con la comunità, promesso ancora in fase iniziale, ma questa opportunità ci è sempre stata negata. L’azienda è sempre stata dialogante e in ascolto rispetto ad eventuali esigenze che sono nate durante il percorso per migliorare l’intera proposta progettuale.

Nel piano industriale di Faresin Industries l’innovazione sostenibile è il motore dello sviluppo, attraverso nuovi processi industriali e prodotti eco-compatibili. Anche il nuovo polo è stato concepito per essere ecosostenibile e integrato nel paesaggio. Oltre a questo, Faresin si è più volte impegnata con l’Amministrazione Comunale a risolvere attivamente varie criticità ambientali all’interno del territorio comunale di Sarcedo, in particolare il caso ben noto della cava Corsea, ex discarica.

Noi siamo disponibili a ritornare al tavolo e approntare il progetto affinché possa accogliere le legittime esigenze dei cittadini; quindi, la nostra volontà è continuare a dialogare con trasparenza, apertura al confronto, serietà e soprattutto sincerità. Ci serve però un segnale concreto perché quello che è successo martedì dice esattamente il contrario di come invece si è lavorato negli scorsi mesi. Altrimenti, per responsabilità sociale, dovremo far valere i nostri diritti in tutte le sedi che valuteremo opportune.

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