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È Bedin Galvanica di Vicenza l’azienda vincitrice della prima Championship di “Radici Future 2030”, mentre Baxi di Bassano del Grappa si aggiudica la menzione speciale per l’innovazione.
La Championship è un contest di “Radici Future 2030” - il festival della sostenibilità, dell’economia circolare e dell’etica d’impresa di Confindustria Vicenza - a cui le aziende vicentine hanno potuto partecipare mettendo in risalto il loro miglior progetto sulla sostenibilità. Un’opportunità unica per spiegare al meglio l’impegno concreto profuso per la realizzazione di un futuro migliore e, allo stesso tempo, per compiere un’accurata analisi degli strumenti e delle forze messe in campo da ciascuna azienda. Un progetto, quindi, che, se da una parte ha messo in luce eccellenze e buone pratiche, ha al contempo restituito alle imprese un’immagine reale dei propri punti di forza e di miglioramento.
Stefania Bedin (Bedin Galvanica) e Alberto Favero (Baxi) con il Comitato tecnico scientifico di
Per dotare la Championship di forme e strumenti adatti ai propri intenti, Radici Future ha coinvolto nell’ideazione e nell’organizzazione del contest risorse interne ed esterne al festival. È stato istituito, quindi, un Comitato tecnico scientifico formato dal Presidente di AsVess (Associazione Veneta per lo Sviluppo Sostenibile) Giorgio Santini, dall’Assessore regionale all’Istruzione e alla Formazione Elena Donazzan e dalla Professoressa Elena Claire Ricci, ricercatrice del Dipartimento di Economia Aziendale dell’Università degli Studi di Verona. Ed è proprio nell’ambito dell’ateneo scaligero che è stato creato lo strumento di analisi con cui sono stati individuati i vincitori del contest.
Sostenibilità, economia circolare ed etica d’impresa sono le tre tematiche di partenza su cui la Championship aveva il compito di indagare. Partendo da questi aspetti si è deciso, quindi, di lavorare per individuare l’iniziativa non solo più originale e innovativa, ma che influisse contemporaneamente su un maggior numero di aspetti legati all’ambiente, alla società e all’economia.
È stato, quindi, creato un questionario con 80 domande, aperte e chiuse, somministrato alle aziende allo scopo di auto valutarsi per riportare, in maniera quanto più fedele e dettagliata, la reale condizione del proprio approccio alla sostenibilità, partendo da una panoramica generale, scendendo via via nel particolare, per definire infine un quadro che andasse oltre le mere percezioni personali.
Basandosi sui 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dettati dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, si è scelto per il questionario della Championship un approccio “quali-quantitativo” che coniugasse, cioè, la raccolta dei dati, oggettivi ed essenziali, con un’analisi più approfondita delle pratiche e dei contesti aziendali. Questa soluzione ha dato modo di realizzare delle valutazioni fedeli e realistiche, anche se non strettamente tecniche. L’abile connessione dei due aspetti analitici ha, infatti, fornito elementi in grado di dirimere dubbi e colmare lacune, durante l’accurata rielaborazione dei dati raccolti.
Per individuare i vincitori ci si è quindi concentrati sui criteri di originalità e innovazione, ma anche sul grado d’integrazione nel tessuto aziendale delle pratiche messe in atto e sull’impatto che queste hanno avuto sia internamente, e quindi sul business model dell’impresa, sia esternamente, cioè sull’ambiente, la società e l’economia.
“Abbiamo sempre ritenuto che le aziende vicentine siano molto sensibili ai temi della sostenibilità, dell’economia circolare e all’etica d’impresa – afferma Andrea Visentin, tra gli ideatori del festival “Radici Future 2030” –. Questa seconda edizione di Radici Future ne è la conferma. Sapevamo che tante aziende avevano molti progetti di valore che non erano ancora stati raccontati e per questo abbiamo pensato alla Championship, con un duplice obiettivo: il primo è che le aziende, stimolate da questa occasione, avrebbero potuto rivedersi internamente e il secondo che, con la logica della competizione, avrebbero individuato i punti più performanti che avrebbero potuto farle vincere, venendo riconosciute come apripista e modello di riferimento. Consapevoli che non è facile valutare la sostenibilità, ci siamo affidati ad una giuria composta dal mondo accademico, politico e da esperti del settore. La quantità degli elaborati che ci sono pervenuti ci conferma che la nostra è stata una proposta corretta, che le aziende hanno voglia di raccontarsi e che questa è la via da seguire anche per il futuro con una nuova edizione della Championship”.
Stefania Bedin, Owner - Marketing & Finance di Bedin Galvanica, ricevendo il premio ha dichiarato: “Grazie per questo premio che considero un riconoscimento per tutte le donne e gli uomini di Bedin. La scelta di partecipare a Radici Future è stata dettata dalla forte analogia tra la bontà del progetto e la filosofia aziendale. Una filosofia che, in Bedin, non è stata abbracciata soltanto negli ultimi anni e non è finalizzata a catturare visibilità e nuovi mercati. Anzi, è frutto di un volere datato, permanente e mai messo in discussione. Essere sostenibili, secondo noi, non significa possedere un bollino che arriva dopo un periodo formativo, come fosse una certificazione di qualità. È infatti attraverso il lavoro inteso come valore, la ricerca, l’innovazione che rispetta e favorisce l’ambiente, l’elevazione del talento, l’acquisizione di competenze sempre al passo con le esigenze del contesto in cui operiamo e assolutamente senza distinzione di genere che Bedin fa impresa. Come imprenditrice e come donna auspico che si continui con questa e molte altre iniziative che possono, di fatto, contribuire a tracciare e definire una cultura della sostenibilità duratura e concreta”.
Alberto Favero, Direttore Generale di Baxi, ricevendo la menzione ha affermato: “È un privilegio per Baxi ricevere questa menzione speciale a testimonianza del grande impegno profuso dall’azienda a partire dal 2016 nel progetto dell’idrogeno, con la convinzione che questo vettore energetico possa davvero contribuire alla transizione energetica. L’impiego dell’idrogeno per apparecchiature per il riscaldamento destinate all’ambito residenziale e non solo, porta all’azzeramento delle emissioni di CO e CO2: un grande traguardo per gli obiettivi di sostenibilità”.
LE MOTIVAZIONI
Il vincitore - Bedin Galvanica
Dal 1971 Bedin Galvanica crea finiture galvaniche preziose per moda, design, abbigliamento, calzature, pelletteria e arredamento. Azienda a conduzione familiare, dal 2009 ha trasferito e ampliato i propri impianti tra la sede vicentina dell’Arpav e un’oasi WWF.
Il Comitato tecnico scientifico ha apprezzato la multidimensionalità dell’iniziativa. L’azienda ha mostrato di aver saputo cogliere la natura multisfaccettata della sostenibilità, non fermandosi alla sostenibilità come mera ottimizzazione dei processi, ma “andando oltre”, generando valore sociale sul territorio.
L’azienda è dotata anche di un sistema di monitoraggio delle proprie performance di sostenibilità, promuovendo, dunque un impegno continuo verso la sostenibilità a 360 gradi. In particolare, è stata apprezzata l’inclusione nel loro progetto di iniziative con impatti legati agli aspetti ambientali guardando l’inquinamento, ma anche alla biodiversità e al clima, sia agli aspetti sociali - in relazione a una radicata parità di genere in azienda, alle relazioni con i dipendenti e all’inclusione sociale - nonché l’impegno per la ricerca di soluzioni innovative nell’ambito dei processi produttivi e l’attenzione per il territorio in cui sono inseriti.
Menzione speciale per l’innovazione - Baxi
La storia di Baxi comincia nel 1925 dalle “Smalterie Metallurgiche Venete”, con la produzione di prodotti smaltati. Oggi Baxi progetta, produce e distribuisce sistemi per il riscaldamento e la climatizzazione per contesti residenziali e commerciali.
Il Comitato tecnico scientifico ha voluto segnare una menzione speciale al progetto per la sua innovatività tecnologica, apprezzando la radicolite dell’innovazione messa in campo. L’azienda ha, infatti, saputo cogliere la sfida della sostenibilità, andando oltre i metodi tradizionali e trovando soluzioni innovative e creative. Si è puntato, in particolare, sulla ricerca di prodotti dirompenti rispetto al business tradizionale che possono portare a notevoli impatti di diverso genere. Oltre a chiari benefici ambientali, la promozione di questo tipo di prodotti può avere anche altri effetti interessanti legati all’accettazione e/o promozione di iniziative con un alto potenziale di innovatività. Questo tipo di prodotti può sensibilizzare alla sensibilità ambientale, ma anche alla ricerca di innovazione radicale, sia i clienti sia altre imprese, di settore e non.
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