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Da quattro a quindicimila euro al mese, un salasso che lascia tramortiti.
L’esplosione delle fatture di gas ed energia elettrica sta diventando giorno dopo giorno un problema di vita o di morte commerciale per le imprese.
I casi portati al pubblico dominio dalla stampa si moltiplicano.

Andrea Moretti
Ma ogni cronaca racconta una storia aziendale diversa, con problemi e possibilità di reazione alla “guerra energetica” differenti.
Il forno artigiano Moretti produce pane ogni santo giorno dal 1907: fondato da Angelo Moretti, oggi è arrivato alla quarta generazione di panificatori.
Nella sede di Galliera Veneta ininterrottamente da 115 anni ogni notte un panettiere si presenta per mettere gli impasti nel forno.
Non hanno mai saltato un giorno di lavoro. Attualmente impiegano 33 dipendenti e sfornano circa 8 quintali di pagnotte al giorno.
A Bassano sono attivi dal 2004 e dall’anno scorso hanno inaugurato il nuovo panificio proprio in Piazza Garibaldi.
In più di un secolo, passando per due guerre mondiali e la crisi energetica degli anni Settanta, hanno pagato bollette praticamente in ogni epoca della storia italiana recente, da Giolitti fino a Mario Draghi. Tuttavia quello che sta succedendo in questi mesi è molto diverso dal passato, perché l’aumento esponenziale delle bollette inizia a mettere davvero preoccupazione per il futuro delle imprese, come ci spiega Andrea Moretti, in prima linea tra forno e contabilità d’impresa.
«La situazione sta andando fuori controllo.
Non vogliamo scendere a compromessi, siamo artigiani e dobbiamo garantire la massima qualità del prodotto. Ma tra bollette e aumento delle materie prime…».
Partiamo dall’energia elettrica, fatture alla mano: l’anno scorso a luglio, su base mensile, per un consumo preciso alla lettera di 19.633 kwh (kilowattora) il forno Moretti ha speso 4.084 euro.
La bolletta arrivata nei giorni scorsi, calcolata sempre sul mese di luglio, per un consumo di 24.695 kWh è arrivata alla mirabolante cifra di 15.593 euro.
Il costante ed inarrestabile aumento della voce energetica non si è consolidato solo di recente, ha origini precedenti alla guerra in Ucraina, ed è databile già dalla fine della scorsa estate. Il conflitto russo-ucraino ha portato ad una escalation di aumenti che oggi sono giunti ad un livello di allarme rosso.
Per le tasche delle famiglie e per la sopravvivenza delle aziende. Da giugno, con la scadenza in moltissimi casi dei contratti semestrali a prezzi prefissati, si è aperta ufficialmente la voragine nella contabilità delle aziende.
Nel caso specifico, per il panificio Moretti l’aumento delle bollette aveva preso una brutta piega già dal dicembre dello scorso anno, con una fattura della corrente elettrica di 9.726 euro (consumo per 20.271 kWh) contro una fattura di 3.082 euro del dicembre 2020 (consumi di 15.082 kWh).
«Tutti i nostri macchinari vanno ad energia elettrica, solo il grande forno di Galliera è alimentato a gas».
Anche sul fronte del gas la proiezione degli aumenti è incredibile: la bolletta del luglio 2021, a fronte di un consumo di 1.835 metri cubi, costava alla ditta 1.374 euro.
Stesso periodo di quest’anno, quindi luglio 2022, 4.009 euro per 1.734 metri cubi. Andiamo anche sul gas a verificare dicembre su dicembre: nel 2020 bolletta da 1.373 euro (2.704 metri cubi), versus bolletta del dicembre 2021 a 4.799 euro (consumo 3.031 metri cubi). È evidente che a questi prezzi il sistema economico comincia ad andare in corto circuito; ma il pane e i prodotti da forno sono beni primari e cosa potrebbe succedere se dal livello governativo non si riuscirà a trovare una contromisura temporanea? Una ulteriore ondata ravvicinata di aumento dei prezzi al consumatore finale sembra difficile da scongiurare.
«In primavera abbiamo alzato leggermente i listini, ma principalmente per cause legate all’aumento della farina e del burro».
Già, perché non c’è solo una guerra energetica in atto, ne esiste una parallela, altrettanto brutale, per le tasche dei consumatori, ovvero quella delle materie prime. Nel settore dei prodotti da forno, la farina di grano da 50 centesimi è balzata in pochi mesi verso quota 94-95 centesimi al chilo.
«Per il momento – prosegue Andrea Moretti – vogliamo provare a tenere duro sul fronte degli aumenti del listino. Siamo in contatto con dei consulenti energetici per un progetto di revamping, dicono che sostituendo le vecchie lampadine con quelle a led si potrebbe risparmiare fino all’80%. Stiamo pensando anche al fotovoltaico. Nel frattempo i gestori ci fanno capire che potremmo arrivare anche a bollette da 30 mila al mese per fine anno».
E, visto che sempre dal forno escono, non si potrà nemmeno dire al popolo affamato di comprare le brioches anziché le pagnotte di pane.
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