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"I just wanna make people dance and people dance to good beats"
Con questo motto, dopo essersi creato un gran seguito di sostenitori grazie ai rave illegali, Oneman arriva a conquistare a soli 21 anni i due club londinesi di punta: FWD>> e DMZ (serata della prestigiosissima etichetta dubstep fondata da Coki, Mala, Loefah e SGT Pokes). Nel 2008 lentra nelle grazie di Mary Anne Hobbs per "Generation Bass Showcase", show in onda niente meno che su BBC Radio 1.
Oggi, a soli 25 anni, ha una trasmissione sulla più famosa radio undergound del mondo, Rinse FM, ed è uno degli ospiti fissi più acclamati di Boiler Room. A novembre si esibirà finalmente per la prima volta in Italia, in due date esclusive a Torino e Bassano del Grappa. A Bassano, in particolare, sarà ospite idi Trash Dance questo Sabato 12 novembre allo Shindy Club.
Oneman (foto di Georgina Cook).
Dicono ci sia una regola non scritta che impone agli aspiranti dj dubstep queste due cose: o hai un incredibile arsenale di vinili, e li sai mixare con tecnica sopraffina, oppure hai un talento smisurato per la produzione. Recentemente un dj ha sfatato questo mito, scalando le ripide gerarchie della scena senza nessuna di queste condizioni.
Il suo nome è Oneman, e questo è quello che ci ha raccontato.
info:
www.facebook.com/pages/TRASH-DANCE/117365694960237?ref=ts
boilerroom.tv
rinse.fm
www.mixcloud.com/ONEMAN
Nei tuoi mix, c'è qualcosa di veramente eclettico: in qualche modo, sembra che non ti interessano trend, regole di genere, strutture o schemi. È semplicemente un'espressione di libertà e puro entertainment, oppure questo eclettismo rispecchia una tua ricerca stilistica originale?
Credo che, tanto quanto portare la musica verso il futuro sia molto importante, ciò che è successo nel passato sia ancora una parte vitale di quel che siamo ora. Quando devo decidere cosa suonare ad un party o agli eventi di Boiler Room o Rinse FM, pesco la musica che fondamentalmente mi piace, dai miei primissimi ascolti a quelli di oggi.
Cosa sta succedendo a Londra in questo momento? Tutto ciò di nuovo (brani, mode, stili) arriva dalla city, e per noi poveri e pigri italiani il futuro è lì. Da un lato, ci sembra che l'elettronica si stia muovendo in direzioni essenziali ed evocative (il dubstep asciutto di Burial, o tutti i nuovi fenomeni di witch house, come Holy Other, Salem, ecc...), dall'altro, vediamo un'esplosione ibrida e multicolore di generi e beats. Quali saranno i prossimi passi della musica elettronica, dal tuo punto di vista?
Penso che la Londra sotteranea stia attraversando, in questo momento, un vero e proprio cambiamento. Il suono più popolare, per me, è la broken house, molto scura e vintage, frammentata di campioni vocali e bassi profondissimi. Produttori come Pearson Sound, Joy Orbison, Boddika, Bad Autopsy e The Night Slugs oggi stanno facendo le cose migliori. È tutta gente cresciuta con il dubstep delle origini e con la scena grime di metà anni zero, evolvendosi poi ognuno i differenti direzioni.
È incredibile come Londra rimanga un punto di riferimento mondiale nella musica, soprattutto quella elettronica. Come esplodono e prendono piede i nuovi generi e le big thing? È sempre un movimento dal basso, legato a party e club di successo (FWD, Boiler Room, …) e quindi ai gusti delle persone? Qual è il ruolo, allora, alla fine di questo 2011, di cose come Boiler Room, che tu frequenti assiduamente? Sembra il progetto e il party notturno più cool di Londra, adesso. È vero?
Tutto comincia con l'amore per qualcosa. Nessuno farebbe niente per cominciare a produrre o a promuovere un certo tipo di musica se non gli piacesse; perciò, si: è sempre un movimento dal basso, underground, che comincia in quattro mura, come Boiler Room, che non è affatto iniziato nel contesto e nella tipica atmosfera del party, ma letteralmente in una stanza di una casa abbandonato nell'est di Londra, dove alcune persone con mentalità e gusti simili hanno cominciato a suonare... Oggi è un po' più grande, con tanto di pubblico e grandi nomi alla consolle, ma mantiene ancora quella credibilità underground, perché fondamentalmente ne ha ancora i tratti essenziali: Boiler Room è essenzialmente una piattaforma video live e online per la musica elettronica, e – come fosse una trasmissione televisiva – è soltanto una volta a settimana dalle 8 alle 11 di sera.
Raccontaci qualcosa di più su Rinse FM. Sappiamo che per sedici anni Rinse è stata una radio pirata di culto. Sappiamo poi che nel giugno del 2010 ha ottenuto la legale licenza di trasmissione. E sappiamo che Rinse FM oggi significa anche attenzione all'aspetto educativo e alle marginalità sociali. Quanto conta una realtà come Rinse FM oggi a Londra? Credi sia possibile creare qualcosa di simile in altre parti del mondo? Quali sono le condizioni necessarie perché accada una cosa del genere?
Nei giorni gloriosi delle radio pirata di Londra intorno alla metà degli anni novanta, Rinse FM non era considerata una grande stazione, nonostante ci fosse e facesse cose egregie. Rinse ha cominciato ha trasmettere jungle nel 1994 con Geeneus a ha guadagnato successo, credibilità e riconoscimento con l'esplosione del grime dal 2000 in poi. MC come Dizzee Rascal e Wiley hanno cominciato su Rinse FM, idem DJ Hatcha e Logan Sama. Centinaia di straordinari MC grime sono passati per Rinse FM, e probabilmente qualche migliaio di DJ. Oggi Rinse FM significa moltissimo per Londra, è vitale per la nostra musica. Con internet, poi, ha davvero permesso di portare la scena underground UK ad un pubblico mondiale, cosa che nessun'altra stazione sta facendo realmente.
Simon Reynolds ha recentemente pubblicato un libro dal titolo Retromania, dove dice che la cultura pop oggi è, sostanzialmente, uno specchietto retrovisore puntato sul passato: ascoltiamo e facciamo musica che è un riferimento costante a cose già scritte. Che ruolo ha la professione del DJ, secondo te, in questa evoluzione dei trend musicali?
Sono pienamente d'accordo con Reynolds. Penso però che il ruolo del DJ sia diventato meno importante con il passare del tempo. Oggi il ruolo chiave ce l'hanno i produttori e la gente che va a vederli. Un DJ deve passare per forza per un'etichetta discografica e per la produzione. Ho il massimo rispetto per quel produttore che sa separare, nei suoi lavori, i due stili (il DJ da una parte, il produttore dall'altra). Personalmente, attraverso la selezione, lo stile del mix, l'attitudine, tutto insomma, cerco il più possibile di differenziarmi dal qualsiasi DJ o DJ-produttore.
Nella tuo modo di mixare vedo molto DJ Shadow: tanti anni ottanta, tanto funk e un'arte sublime di mescolare generi completamente differenti. È una delle tue influenze? Quali altri maestri hanno ispirato e ispirano il tuo lavoro?
No, Shadow non fa parte delle mie ispirazioni, non l'ho mai visto né ho sentito molta della sua musica! Una grande importanza hanno avuto, invece, per me DJ EZ, una vera leggenda della scena garage UK. Ha fuso insieme ogni tipo di musica undeground di allora... 2step, 4x4, grime, beats più scuri, roba da MC, campioni vocali ragga, girly, insomma tutto insieme nel mix. Altri DJ con cui ho suonato negli ultimi mesi, come Jackmaster o Martelo, mi hanno ispirato molto, e ho imparato davvero tantissimo da loro.
Anni 80: molta critica li definisce una sorta di “medioevo” della musica. Io penso invece che non abbiamo più ballato come in quegli anni. Tu come la pensi?
Si, certo, di sicuro, ma tutto dipende dalla musica. Ad esempio, ho visto molta gente ballare la nuova dubstep, ed è quasi un pogo. Con il giusto groove, la gente trova un modo per ballare, sempre. Anche le droghe fanno la loro parte, a Londra, e così è stato soprattutto nei novanta.
Quelli di oggi sembrano tempi di rivoluzione: quest'estate a Londra, pochi giorni fa in tutta Europa e nel mondo. In Italia, la musica ha perso quella vena e quel potere sociali e politici che abbiamo potuto ammirare nei settanta. La cultura alternativa e dei club di Londra ha ancora un ruolo attivo nell'espressione politica dei giovani inglesi?
Penso che chiunque vada nei club vuole in qualche modo esprimere se stesso, che sia questa un'espressione politica o meno. In qualche caso – soprattutto per quanto riguarda gli MC grime – si parla di polizia, oppure ci si riferisce ad episodi o situazioni legate al contesto, e la politica viene coinvolta direttamente. Ma, in realtà, non vedo più un sovrastante potere politico nella musica, se non altro non più come nei settanta.
Che cosa significa la musica per te? Lavoro, passione, sacrificio, ricerca? Tutte queste cose insieme?
É stata sempre fin dall'inizio passione pura, poi si è aggiunta la ricerca, quindi lavoro e ultimamente sto sperimentando il sacrificio!
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