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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Cinema

Cinema e Risorgimento presenta Il Gattopardo

Prosegue l’appuntamento al cinema, per i festeggiamenti del 150° dell’Unità d’Italia, giovedì 21 aprile alle ore 20.30 in sala Martinovich con il film di Luchino Visconti a cura dell' Assessorato allo Spettacolo.

Pubblicato il 19-04-2011
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Continua la rassegna Cinema e Risorgimento dedicata all’Unità d’italia, con uno dei film che hanno fatto la storia del Cinema italiano, Il Gattopardo di Luchino Visconti.
Datato 1963, Il Gattopardo, è tratto dall' omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa e vincitore della Palma d’oro come miglior film al 16° Festival di Cannes. Un cast “stellare”, con Burt Lancaster, Claudia Cardinale, Alain Delon, Paolo Stoppa, Romolo Valli, Giuliano Gemma, Ottavia Piccolo, solo per citarne alcuni e la preziosa colonna sonora di Nino Rota, hanno contribuito a consacrare questo film nella storia del Cinema italiano.
Nel maggio 1860, dall'alto della propria villa, la famiglia nobiliare dei Corbera accoglie con preoccupazione la notizia dello sbarco delle truppe garibaldine in Sicilia per rovesciare il regno borbonico e avviare il processo di unificazione dell'Italia. Il capofamiglia Fabrizio, principe di Salina, sfruttando la propria intelligenza politica e l'attivismo dell'ambizioso nipote Tancredi Falconeri fra le file delle camicie rosse, comprende che i tempi stanno cambiando e che il potere politico e istituzionale è ormai in mano ad una nuova classe di ricchi borghesi. Per adattarsi al tramonto dell'aristocrazia e difendere il prestigio della propria casata, il principe decide così di attendere la presa di Palermo da parte dei garibaldini, appoggiare apertamente l'annessione all'Italia ed accettare le nozze fra l'adorato Tancredi e la bella figlia di un sindaco ricco e incolto, perché “affinché niente cambi, bisogna che tutto cambi”.

Una scena de Il Gattopardo di Luchino Visconti

Il film ha il suo culmine nella celebre scena finale del ballo, lunga sequenza che richiese 36 giorni di riprese.

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