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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Alessandro TichAlessandro Tich
Direttore Responsabile
Bassanonet.it

Scrittori

Elena, Oriana e la “Grande Mela”

Incontro con la scrittrice Elena Attala Perazzini, newyorkese di adozione. Già titolare di un ristorante a Manhattan e segretaria personale di Oriana Fallaci. A Bassano per presentare il suo primo romanzo “Tre stop a New York”

Pubblicato il 01-10-2009
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Brassaï. L’occhio di Parigi

A New York City la vita è così frenetica che persino il tempo scorre più veloce.
Tanto che, per dire che qualcosa è accaduto in un istante, si usa la frase “It happened in a New York minute”, “E' successo in un minuto di New York”.
In questa metropoli che tutto divora e tutto fa rinascere, la solitudine è un sentimento naturale: ma è anche la grande molla che spinge i newyorkesi a cercare il contatto con gli altri. Per scambiare quattro chiacchiere, chiedere senza pregiudizi “da dove vieni, che cosa fai, cosa vuoi fare?” e per raccontare se stessi.

Elena Attala Perazzini: New York raccontata con lo spirito dei newyorkesi

Lo sa bene la scrittrice Elena Attala Perazzini: donna brillante ed eclettica, che dodici anni fa, dalla sua nativa Rimini, è partita per New York per seguire un corso di danza di tre mesi. Travolta dal “free spirit” della Grande Mela, ci è rimasta a vivere definitivamente.
Prendendo al volo le mille occasioni offerte dalla “città che non dorme mai”: laureatasi in Italia in Giurisprudenza, a NYC si è occupata di tutt'altre cose. E che cose: è stata manager PR della “Rainbow Room” al Rockefeller Center e producer per RAI International.
E, per quattro mesi, è stata pure segretaria personale nientemeno che di Oriana Fallaci.
“Si era già isolata, restava chiusa nel suo appartamento e non voleva uscire in strada - racconta l'autrice, ricordando la sua illustre datrice di lavoro -. Continuava ad assumere e a licenziare segretarie. Per me è stata un'esperienza importante. Un giorno le dissi che mi sarebbe piaciuto scrivere un libro e lei mi rispose di non farlo. Ma dal modo in cui me lo disse, era come un invito a provarci.”
Titolare per alcuni anni di un ristorante nell'East Village newyorkese, Elena Attala Perazzini ha trovato tra i tavoli dei clienti gli spunti per raggiungere il suo obiettivo. Storie, problemi, vicende e confidenze che i commensali le raccontavano senza remore.
Ne è scaturito “Tre stop a New York”: il suo primo romanzo, pubblicato da Barbera Editore, ispirato alle esperienze di personaggi reali e presentato al pubblico nel corso di una piacevole serata alla Trattoria “Garibaldi” di Bassano del Grappa.
Un'opera fresca di pubblicazione, e già al centro di incontri e di diverse interviste. Fosse ancora viva Oriana Fallaci - ci ha confidato l'autrice - le avrebbe senz'altro mandato una copia.
Nel libro i tre protagonisti - Susana, spacciatrice e cantante rock in perenne crisi; Micky, affascinante barman e immigrato clandestino; Benjamin, omosessuale di successo che aspira a diventare padre - inseguono i loro sogni, progetti ed espedienti finché le loro vite si intrecciano in una data fatidica: l'11 settembre 2001.
“Ma anche dopo questo giorno così apocalittico - spiega la scrittrice - la tragedia delle Torri Gemelle non diventa protagonista, ma fa da sfondo alle vite delle persone che continuano ad occuparsi dei loro fatti e dei loro problemi. Anche nel mio ristorante, dopo l'attacco dell'11 settembre, i clienti continuavano a venire, a mangiare e a parlare delle loro cose. L'immagine che è stata data dalle televisioni, e cioè di una New York deserta e impaurita nei giorni dopo il crollo delle Twin Towers non corrisponde al vero. Anzi, i newyorkesi hanno proseguito la loro vita normale, quasi una reazione di rinascita che è normale per la loro mentalità, sempre rivolta al futuro.”
“Tre stop a New York” ci fa capire tutto questo. Un libro che Elena Attala Perazzini ha scritto con prosa veloce, a ritmi e cadenze da sceneggiatura cinematografica.
Da leggere, se volete, tutto d'un fiato: come tutta d'un fiato scorre la vita all'ombra dei grattacieli di Manhattan.

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