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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
A tu per tu con Claudio Morici
Corse fuori linea
Pubblicato il 22-06-2009
Visto 3.251 volte
“La terra vista dalla luna”: il titolo non c’entra col corto di Pasolini, nè con la canzone dei Tiromancino
Il corto di Pasolini è bellissimo, ma no, non è un riferimento voluto: il titolo riporta una frase pronunciata dal protagonista Simon e si riferisce ad un’esperienza allucinatoria, in realtà non vissuta, che descrive bene, con efficacia, si prestava a tradurre con un’immagine la filosofia del racconto

Claudio Morici al Piccolo Festival
La presenza femminile pacifista no global era presente anche in “Actarus, la vera storia di un pilota di robot” che hai pubblicato con la Meridiano Zero, ora però si riflette negli specchi del conformismo
Sì, non c’è la pretesa di giudicare scelte o atteggiamenti, c’è però l’osservazione critica di una ricorrenza, di una generalizzazione di comportamenti che induce a riflettere. La community degli ostelli è simile ovunque: non c’è tutto il mondo, non si trovano ragazzi somali negli ostelli. In un passaggio del libro riporto, letteralmente, i testi delle mail che scrivono i ragazzi e le ragazze in viaggio e che tutti conosciamo, ce le girano per chiedere fondi per questo o quell’intervento umanitario. Ci leggo sempre oltre all’eco buono la volontà di far apparire una personalità nuova, impegnata, riscattata, un sottofondo d’egocentrismo non condannabile, solo... uniforme
Ho letto in una traccia biografica che sei un ex psicologo: è possibile essere un ex psicologo?
Ho lavorato per alcuni anni in comunità terapeutiche, ma non sono mai riuscito a ritrovare una corrispondenza tra ciò che avevo studiato, la teoria che tanto mi aveva appassionato e la pratica degli interventi in quei mondi chiusi, dove i confini in realtà sono sempre ben segnati. Non capivo cosa stessi facendo. Ho percepito una scissione tra il mio rapportarmi con lo studio e con le persone, non riuscivo a far interagire le conoscenze teoretiche che avevo maturato coi rapporti umani. Mi è rimasta un’impronta psicologica nella curiosità per le persone, nelle modalità di osservazione, nella lettura della realtà
Il titolo della tua tesi di Laurea era “Fenomenologia esperienziale del sognare lucido”: potrebbe essere un descrittore, un tag dedicato a chi scrive
Sì, scrivere trasporta un’altra dimensione. Ho scritto gran parte del libro negli Internet Point, episodi a pezzetti digitati su tastiere di diverse parti del mondo, spediti a me stesso e destinati ad essere poi ricuciti assieme, mancava poco che nelle mail alla fine mi mandassi i saluti! In realtà il “sognare lucido” tecnicamente è uno stato molto particolare, anche destabilizzante, un’esperienza che descrive un episodio della coscienza.
Il tema del viaggio: un viaggio è sempre un allontanarsi che sottende un avvicinarsi
Sì, a volte in viaggio ritornano prepotenti e più puri i rimandi all’altrove, alle cose di casa. Sono romano, ho sempre vissuto circondato da Chiese, ma mi è capitato per esempio di capire il significato vero della presenza di una Chiesa in luoghi lontanissimi e deserti dove all’improvviso compariva nel nulla un piccolo edificio sacro popolato di immagini forti, reso vivo dal pianto.
Tu viaggi molto?
Sì, moltissimo. Negli ultimi tempi mi sono fermato a Londra, ma amo l’idea di partire, è sempre forte la tentazione di lasciare tutto e di salire sul primo autobus, sull’aereo no, odio l’idea di volare
Chi “guida”?
Gli autisti, nel caso degli autobus.
In Gordo.it sei un net artist. L’arte libera, “slega”?
Gordo.it è un’esperienza che mi ha dato tanto, c’era dietro anche un progetto innovativo rispetto all’idea di arte. Mi ha anche permesso di mantenermi economicamente facendo cose che ritengo utili. La collaborazione con Legambiente, con Greenpeace sono state belle occasioni
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