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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Musica

Un tuffo tra album alieni, per Las Flaviadas

Giovedì 14 novembre, Villa Angaran San Giuseppe ha ospitato Daniele Cassandro, tra ascolti musicali e pagine del suo nuovo libro

Pubblicato il 16-11-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Giovedì 14 novembre, Villa Angaran San Giuseppe ha ospitato l’incontro d’esordio dell’ottava stagione de Las Flaviadas, rassegna dedicata all'ascolto collettivo di dischi che da anni offre esperienze musicali immersive e coinvolgenti. Il primo incontro di questa edizione autunnale, che da dicembre a maggio proporrà un ciclo di appuntamenti condotti da un team di selezionatori locali, filo conduttore la narrazione e l’ascolto guidato di interi album di volta in volta scelti con gusto personale e con passione.
Protagonista della serata è stato Daniele Cassandro, che ha portato con sé il suo libro titolato Dischi volanti - 40 album alieni da Duke Ellington a Lady Gaga (Curci Edizioni). La pubblicazione nasce da una rubrica nata nel periodo della pandemia che l’autore tiene tuttora sul periodico “Internazionale”, all’interno della quale invita a conoscere e ad ascoltare album rimasti nell’ombra, che meritano per diversi motivi non scontati un apprezzamento.
A conversare con Cassandro è stato il libraio Francesco Nicolli. L’incontro è stato realizzato in collaborazione con la Libreria Palazzo Roberti e Pick Up Records.

Daniele Cassando, primo ospite dell'ottava edizione de Las Flaviadas

Nel momento dell’introduzione, Marco Lo Giudice e Mattia Pontarollo hanno illustrato il programma delle flaviade che accompagneranno le serate in Villa nel corso dell’inverno e della primavera. Il tema comune individuato è “Alieni”, ovvero incontri del terzo tipo alla riscoperta di autori, band, album che sembrano risuonare da altri mondi, lasciare tracce estranee.
Anche il filo conduttore del libro di Cassandro verte sul tema dell’estraneità, in questo caso al mainstream, a logiche imprenditoriali o al governo di algoritmi caratterizzanti quest’epoca di “musica liquida”.
La sua attenzione si è rivolta in particolare ad album in parte estromessi dai panorami dell’ascolto: attraverso un arco temporale di circa settant’anni, fallimentari successi a scoppio ritardato, capolavori eccentrici realizzati da personaggi sghembi, o su un altro versante, racconti di vite normalissime, così normali da incutere timore. Ha suddiviso su sette scaffali i 40 album scelti, inventariabili tra tentativi di auto-sabotaggio di carriere già ben improntate, dischi non amati dai loro artefici e autentici sconosciuti capolavori.
Tra i nomi noti dei loro artefici, Duke Ellington, che spiazzò tutti proponendo una suite orchestrale in quattro movimenti al posto dei soliti ballabili; qualche nota più in là Robbie Williams che realizzò un album imbarazzante per quanto andasse fuori direzione rispetto alla sua carriera.
Numerose le artiste, nomi celebri come Nina Simone ma anche una celebrità di matrice più recente come Lana Del Rey, icona newyorkese decadente che può a pieno titolo accomodarsi sullo scaffale destinato al cinema noir degli anni Quaranta, lei autrice di un album, Honeymoon, molto cinematic, che sembra scritto e diretto da David Lynch. Poi Nina Persson, cantante dei Cardigans, ricordata anche per la colonna sonora del film Romeo+Juliet, di Baz Luhrmann, con un album in cui ha creato un miscela esplosiva fatta di testi dolorosi e musica felice.
Inoltre Britney Spears, che ha premuto forte, ad arte, sull’acceleratore dello scandalo, nel periodo più duro della sua carriera.
Un ascolto particolare merita Lucinda Williams, cantautrice statunitense vincitrice di un Grammy con il pezzo Passionate Kisses che nell’album Essence, del 2001, narrò in alcuni pezzi un grande amore impossibile di quelli che segnano perché non vissuti fisicamente — ma portatore di un altissimo tasso sensuale ed erotico sublimato attraverso l’arte, tanto da superare in intensità ogni altra storia “vera”.
Oltre alla narrazione, è stato proposto l’ascolto di brani scelti, secondo le consuetudini della rassegna, in nome di riscontri che indicano che «la nostra volontà di ascoltatori, la nostra capacità di scegliere, di reagire, di empatizzare, di discutere, di interagire con i suoni si stia atrofizzando come un muscolo che usiamo sempre meno. La prova è che stiamo anche perdendo la capacità di ascoltare un album per intero», come ha ricordato Cassandro.
Il prossimo incontro è fissato per giovedì 28 novembre, serata nel corso della quale sarà presentato il libro Niente specchi in camerino. La storia dei Soundgarden, presente l’autrice Valeria Sgarella.
L’ingresso è libero, su prenotazione: flaviadas@villangaransangiuseppe.it.

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