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Cinema

Le visioni dell'arte

Dal 27 al 30 giugno nei Giardini di Villa Ca’Erizzo Luca

Pubblicato il 22-06-2024
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Prosegue la collaborazione tra Operaestate Festival e Fondazione Luca che, come da tradizione ormai consolidata, ambientano una piccola ma preziosa rassegna cinematografica negli incantevoli giardini di Villa Ca’ Erizzo Luca, dal 27 al 30 giugno alle ore 21.30. Filo conduttore della rassegna 2024 l’arte, con una selezione dedicata a quattro grandi artisti.
4 appuntamenti speciali aprono dunque la densa programmazione cinematografica di Operaestate Festival, concentrandosi quest’anno su quattro grandi artisti che hanno contrassegnato la loro epoca e il mondo delle arti. Partendo dall’immaginario estetico e poetico dell’architetto Carlo Scarpa, attraverso la ricerca della bellezza e la sua passione per la cultura giapponese, si arriva alla visione di Lech Majewski, che trasforma in un racconto l’opera di Bruegel, connotandone il mondo visionario.
Anche l’arte di Van Gogh prende vita in Loving Vincent, una storia per immagini con oltre 60.000 tele dipinte e animate. A concludere, un docufilm su Frida Kahlo, che racconta le diverse anime della rivoluzionaria artista messicana.

Un momento della conferenza stampa nei Giardini di Villa Ca’Erizzo Luca


Apre il programma, giovedì 27 giugno, il film documentario Il padiglione sull’acqua di Stefano Croci e Silvia Siberini. Uno straordinario viaggio cinematografico nel mondo dell’architetto veneziano Carlo Scarpa, che rievoca, attraverso le parole del figlio Tobia, di alcuni allievi e del ricercatore J.K. Mauro Pierconti, la sua poetica, la ricerca del senso della bellezza e la sua grande passione per la cultura giapponese, a partire,dall’opera che dà il titolo al film: il memoriale Brion di San Vito d’Altivole. Il Giappone rappresentò per l’architetto infatti, un universo di grande ispirazione ed è anche il luogo dove morì, nel 1978, all’apice della sua carriera. Ci rimane la sue opera e la meraviglia che continua a suscitare e che in questo film si anima, trova respiro, risponde alla domanda che lo sottende: “Che cos’è la bellezza?”

Segue, venerdì 28 giugno I colori della passione di Lech Majewski, il regista e video artista polacco amico di Basquiat e Andy Warhol, che mette in scena una profonda contemplazione del mistero dell’arte e del mondo del pittore Pieter Bruegel. Il film è del 2011 e dà letteralmente vita al capolavoro fiammingo La salita al calvario di Bruegel il Vecchio che vi descrisse meticolosamente 500 personaggi del suo tempo, adattando l’età della crocifissione agli usi e costumi dell’Europa di metà ‘500. E così, dopo cinque secoli, il cinema rimette in movimento quello
che la pittura ha fermato, ripetendone le luci, i colori, le foschie che tutto avvolgono. Gli stessi contadini e gli stessi musici percorrono gli stessi sentieri, e gli stessi bambini giocano e litigano, mentre Cristo e i ladroni s’avvicinano al luogo del supplizio. Il tutto in un’opera geniale e originale!

Non meno originale il film di sabato 29 giugno: Loving Vincent, che racconta l’anima di un uomo sensibile e il genio di un artista immenso, come se le immagini stesse fossero quadri (animati) di Van Gogh. Ogni singolo fotogramma del film infatti, è stato dipinto a mano su tela da più di 100 artisti provenienti da varie parti del mondo che con brillanti colori ad olio e pennellate dinamiche hanno animato scene e personaggi, per un totale di oltre 65 mila tavole. Frutto della proficua collaborazione tra la pittrice polacca Dorota Kobiela e il regista inglese Hugh Welchman, ricco di premi e candidature, il film è un’inedita e coinvolgente restituzione della vita e dell’arte di uno fa gli artisti più noti e amati i sempre.

Chiude il programma, domenica 30 giugno, il docufilm su Frida Kahlo di Giovanni Troilo, Frida Viva la vida. Un omaggio al Messico e alla rivoluzionaria artista, diventata un’icona pop. Un viaggio in sei capitoli alla ricerca di Frida che, alternando documenti d’epoca, testimonianze e ricostruzioni suggestive e opere della stessa artista, ne mette in luce le due anime: da una parte l’icona, simbolo del femminismo contemporaneo, dall’altra l’artista libera nonostante le costrizioni di un corpo martoriato. Ma Viva la Vida si concentra anche sull’ispirazione che ha tratto l’artista dalla sua terra, dal paesaggio, le sue credenze popolari, il folklore, le affascinanti atmosfere selvatiche e colorate del suo Messico.

In caso di maltempo le proiezioni si terranno nell’oratorio della Villa, in Cappella Mares.

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