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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Musica

Belle atmosfere alla serata-concerto con ospite Lydia Lunch, con giusti gradi di buio

Sabato 8 giugno, a Villa Albrizzi Marini, il primo appuntamento in versione molto dark della rassegna Le Notti de Il Bandito

Pubblicato il 10-06-2024
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Sabato 8 giugno, a Villa Albrizzi Marini, a San Zenone degli Ezzelini, è stato ospitato il primo appuntamento presentato in versione quasi estiva, ma in realtà molto dark, della rassegna Le Notti de Il Bandito, ciclo itinerante di appuntamenti culturali e artistici organizzato da Gianfranco Gandolfi e il suo gruppo di collaboratori.
Ospite speciale attesa, in un ritorno dopo il concerto effettuato al Vinile di Rosà lo scorso giugno, un’icona dell'underground newyorkese negli anni Settanta e oltre: Lydia Lunch.
Annunciato, un tributo intitolato “Play Suicide”, omaggio a una delle band più provocatorie e influenti dell'intero movimento new wave e ad Alan Vega firmato dall’artista, accompagnata da Marc Hurtado.

Lydia Lunch con Marc Hurtado, a Villa Albrizzi Marini


Ad aprire la serata è salita sul palco del cortiletto degli artisti la leccese Samanta Campa, performer che, uno schermo luminoso animato alle spalle, ha proposto al pubblico in una suggestiva modalità orientaleggiante il suo Fake Mirror accompagnata da Stefano Dal Col (Stewie DC).
Sono arrivati poi i Temple Beat Lt.d (ovvero Giorgio Ricci e Simone Scarani) che hanno fatto ascoltare per circa venti minuti un estratto della loro storia musicale in una versione energica, dai connotati teutonici, agitata la notte intorno grazie agli arrangiamenti, agli strumenti elettronici, alla voce cupa e alla presenza scenica di Scarani. Tanti echi della musica industrial dei primi anni 90 nella loro esibizione, evocanti serate alla Beat (la serie) di altri tempi.
È poi venuto il turno di Claudio Valente, cantante, autore e compositore veneziano che nel corso del tempo ha dato vita a vari progetti partendo dall'elettro wave, esplorando più territori e tornando poi ad assetti new wave. Valente, sfidata qualche goccia di pioggia, è stato accompagnato nell’esibizione da Giorgio Ricci e da Eugene, quest’ultimo musicista e artista poliedrico che attualmente fa parte della band di Garbo, e ha presentato in una performance molto elegante dai tratti “bowiani”, a metà tra un dj set e un breve concerto, recenti versioni remixate di alcuni brani estratti dal suo nuovo lavoro, Radio Sky, un vero e proprio tributo d’amore alla radio, in cui canta come in mantra: shine, cry, goodbye.
Bella atmosfera, bella gente tra il pubblico, giusti gradi di buio, di luci colorate e giusta anche l’afa, a ricordare certe notti trascorse in discoteca al ritmo di certa musica.

Giunto il momento atteso del concerto di Lydia Lunch, la cantante è parsa subito infastidita: luci, attrezzature e suoni non proprio centrati, anche la calura incombente non erano propriamente di suo gusto. L'ha urlato a gran voce e ripetutamente a suon di fuck, fermando diverse volte l’esibizione. Non ha gradito inoltre che tra il pubblico ci fosse chi la filmava o la fotografava: a un certo punto sono volati in platea l’asta e il leggio e poi il liquido restante del suo bicchiere. Ripreso a sprazzi il concerto, due microfoni piuttosto fallici in mano, Lunch ha ritrovato in alcuni pezzi il mood che cercava, facendo riemergere con intensità amplificata la decadenza spettrale e notturna dei Suicide. Poi, a dieci minuti dal termine del programma, ha lasciato il palco interrompendo definitivamente l’esibizione.
In vero, il pubblico ha accolto le rimostranze accese della regina della serata con benevolenza, qualcuno era anche divertito, come se il fuori programma fosse in realtà parte di un teatrino atteso. A catalizzare l’attenzione in più momenti-salvataggio sono stati sullo sfondo gli impulsi, con contributi artistico-scenico-musicali davvero potenti, e l'aria selvaggia di Marc Hurtado.
Nel complesso è stato dimostrato da parte degli spettatori il giusto rispetto nei confronti di chi ha avuto una storia artistica importante a tale livello e che ha dato per decenni voce, mente e corpo senza risparmio, per esprimere le tinte più scure che abbiamo intorno, a volte dentro.
Tredici date fissate in giugno tra Italia e altri Paesi del continente, senza contare a corredo appuntamenti altri, in radio e altrove, compresa la presentazione del suo nuovo film-documentario incentrato sul tema "artisti e disturbi psichiatrici": qualche serata no ci potrà pur stare. Teniamo anche conto che agli uomini suoi coetanei sì, ma alle angry woman sensuali come è stata lei no, non è concesso nel nostro mondo fatato di invecchiare.
Una “Notte” nera dalle mille sfumature non solo musicali interessanti.

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