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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Con Giacobbo, Walk on the Grappa Side
Si è parlato di Bassano della grappa, all'AperiLibro della Bassanese, con Gianpaolo Giacobbo. Ospite d'onore, Vittorio Capovilla
Pubblicato il 24-02-2024
Visto 4.715 volte
Un AperiLibro del tutto appropriato, quello offerto venerdì 23 febbraio dalla Libreria La Bassanese.
La rassegna di incontri con l’autore ha infatti ospitato la presentazione del nuovo libro di Gianpaolo Giacobbo, che porta il titolo: Il piacere della grappa, in pubblicazione per Slow Food, che entrerà a far parte della collana dei Manuali della casa editrice.
Il libro era assente giustificato, ancora in fase di stampa, ma l’occasione è stata propizia per accendere in modo competente i riflettori sul mondo della grappa e sul binomio “Bassano-della grappa” distillato da tempo e anticipatore nel bene e nel male di tanti brand costruiti guardando ad altre direttrici e forse destinati ad attecchire di meno.
Gianpaolo Giacobbo, ospite della LIbreria La Bassanese
Giornalista, ma anche speaker radiofonico, docente e formatore, grande esperto ed estimatore del vino con un’accesa passione per la narrazione, come testimoniano le sue iniziative e il suo blog Walk on the Wine Side — tra le altre cose storico collaboratore di Bassanonet — Giacobbo intervistato da Alberto Tonello (a sua volta “amante dei viaggi, della buona musica, del buon vino e del buon cibo”) ha raccontato al pubblico numeroso presente in libreria la genesi del libro. Da buon giornalista e docente ha scelto per il suo desco un invitato speciale, ad arricchire il menù: Vittorio Capovilla.
Il focus era sulla grappa, «l’unico distillato di vinaccia che si può definire “grappa” è quello italiano» è stato ricordato dal Maestro bassanese (appellato “sua Santità”, da qualcuno in sala), considerato a livello internazionale tra i più grandi e i migliori distillatori di frutta, se non sul podio più alto del settore. Capovilla ha narrato con perizia e passione ben accesa le prassi di lavorazione che portano a ottenere una grappa nobile, di qualità, dalle vinacce dell’uva — «l’unica grappa di Bassano», la sua, ha spiegato, in quanto ricavata da materia completamente attinta nel territorio bassanese. Ha in seguito approfondito alcuni aspetti legati alla realizzazione di distillati di frutta, per i quali è utilizzata la laboriosa tecnica a bagnomaria — che siano necessari 50-60 chili di lamponi selvatici, boschivi, per realizzare un litro di distillato d’eccellenza non è forse un dato noto. Bello anche il racconto dell’alchimia che rende tanta frutta dal colore intenso un esiguo, prezioso, gocciolio trasparente.
La grappa ha una storia che si intreccia con monopoli, autorizzazioni e aspetti fiscali (ovviamente), apparentata con il tabacco è legata a filo stretto ai temi del contrabbando e del proibizionismo, e Giacobbo tra i capitoli del suo libro da esperto anche del settore commerciale ne fa cenno, ma il manuale ha un respiro ampio, divulgativo e teso soprattutto a mettere in luce la sensibilità nuova, il “nuovo rinascimento” che sembra percorrere l’aria attorno al prodotto spiritoso in questione.
Bar tender, mixology, terroir, brand ambassador, questi i termini ricorrenti nella conversazione: non si parla di sicuro in veneto, o marciando parole da Alpini, tra gli addetti del settore, dove si sta lavorando da un lato per recuperare pratiche di eccellenza legate alla tradizione nella lavorazione e dall’altro per ampliare la cura del dettaglio nella produzione, al fine di caratterizzare finemente le proprietà delle grappe ottenute.
Del resto, ha ricordato Giacobbo, quella legata agli alcolati è per storicità, condizioni attuative e fattivo impegno una cultura mitteleuropea — il distacco in termini di numeri tra Austria e Italia, per restare nei pressi di casa, è impressionante. Ma un capitolo dedicato al rasentin non poteva mancare, ha affermato l’autore, e non solo per questioni affettive legate al territorio, ma anche per ragioni di esaltazione qualitativa di proprietà organolettiche legata del gesto e ai materiali coinvolti.
Riuscire a produrre una grappa che evochi il suo terroir, che segua i dettami della tipicità del vino, è la nuova tendenza da seguire, ha concluso Giacobbo — un "degu-custode" che protegge dal pessimo sorseggiare, così l’ha definito Marco Bernardi presentando l’incontro.
Piace molto, che nel corso della presentazione sia stato ricordato che l’alcol è un veleno, una sostanza tossica, e che misura e saggezza nel suo consumo sono fondamentali per la salute: i suoi cultori nel fare divulgazione devono tenere ben presenti gli spettri, i fantasmi che abitano i labirinti profondi di prodotti alcolici anche buoni; con loro, l’attrattiva dell’immagine dell’ebbrezza come momento di formazione e la sua poetica fantastica, e poi l’eco di potenza legata al consumo di alcol, il legame con l’occulto e alcune accezioni tramandate in frasi storiche come in vino veritas, eccetera, eccetera — sarebbe un lungo elenco che sconfina in altri mondi molto interessanti e molto complicati.
La conoscenza approfondita del prodotto è sempre una buona strada, utile in un centro abitato che ospita tra le mura, tra i suoi esercizi, una proporzione spropositata di bar.
L’incontro si è concluso con un aperitivo-degustazione, offerto dalla Libreria e dall’autore.
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