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Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Modalità lettura 3 - n. 0
Parte una nuova edizione della rubrica di Bassanonet dedicata ai libri e (novità) a film e serie tv. Una recensione de Il passeggero, di Cormac McCarthy
Pubblicato il 05-11-2023
Visto 4.567 volte
Riprende da questa prima domenica di novembre la rubrica festiva e periodica dedicata ai libri, alla lettura e (novità) alla visione di film e serie tv, di Bassanonet.
Giunta alla terza edizione ̶ il nutrito numero zero è partito nel 2017 ̶ Modalità lettura negli anni ha recensito oltre settanta libri, letti con passione e seguendo libere scelte. Il catalogo degli articoli si può consultare nell'archivio. Ha ospitato anche scritti inviati in Redazione da diversi utenti, le loro recensioni sono state pubblicate nel canale "Cultura" della testata.
Partendo dal presupposto fondante che il tempo della lettura non è un tempo rubato, ma un tempo scelto e sempre più da difendere con determinazione, e che le singole scelte che si compiono per le proprie "letture" (anche di film e serie tv) seguono canali spesso sotterranei, in questa edizione la rubrica esplorerà nuovi titoli, non necessariamente "nuove uscite" editoriali e televisive, guidata dall'ottica dell'approfondimento e insieme del divertimento.
Cormac McCarthy
Saranno coinvolti anche i mondi che orbitano nel settore come le biblioteche, le librerie, i gruppi di lettura, i canali web che, liberamente, vorranno offrire il proprio contributo. L'invito a partecipare per arricchire Modalità lettura 3 è come sempre esteso e rivolto a tutti.
I testi che riceveremo e che saranno ritenuti interessanti verranno pubblicati all'interno dei numeri della rubrica con firma dell'autore. L'indirizzo a cui inviarli è il seguente: laura.vicenzi@bassanonet.it
E per partire, si inizia il nuovo viaggio in compagnia Cormac McCarthy (Stati Uniti, 1933-2023) e della recensione di chi scrive del suo: Il passeggero.
Opera ultima di Cormac McCarthy con Stella Maris, uscito a settembre sempre per Einaudi, che fa parte della diade progettata dallo scrittore del Tennessee, Il passeggero (2023, 392 pagine, 21 euro) è un libro-mondo di quelli nei quali è inutile cercare di seguire una trama.
Più utile potrebbe essere citare i ringraziamenti della traduttrice, Maurizia Balmelli, che annoverano dodici consulenti esperti nei seguenti ambiti: fisico-matematico, tanto per dire, e poi per la nautica, per i motori e le corse automobilistiche, per le immersioni subacquee, per l’aviazione, per le pagine sulla guerra, per le estrazioni petrolifere, per la materia legale.
Solo questo può fornire una traccia utile, ma c’è “masticato” molto altro tra le pagine: il tema della salute mentale; la solitudine pregna di malinconia dei numeri primi; la bomba atomica e l’omicidio di Kennedy; l’abbraccio a una diversità che si manifesta in attitudini sessuali come in reclusioni più o meno volontarie in zone d’ombra collocate ai margini della società. L’intreccio molto articolato ha la fuga (e un violino cremonese divenuto forziere) come motivo-guida.
Il “passeggero” non è solo il membro assente dell’equipaggio di un velivolo turistico inabissatosi per oscuri motivi esplorato su commissione dal sommozzatore dedito alle acque profonde Bobby Western. “Passeggeri” sono gli individui che Western ha intorno nelle sue molteplici vite (prima studente di fisica, poi appassionato di auto da corsa, sommozzatore da abissi e infine fuggiasco, rifugiato prima in una baracca persa tra le dune di Bay San Louis, in un vecchio cascinale dell’Idaho e in un vecchio mulino in disuso a Formentera poi) nel mezzo tante apparizioni alcune delle quali folli, altre fantasmatiche, incontrate nel suo spazio-tempo anni Ottanta dominato da un cielo di stelle fredde.
“Passeggero” è lui stesso, come “passeggero” è lo scrittore che ha il potere di dare la vita alle storie: «… so bene che i personaggi della storia possono essere sia reali che immaginari e che quando saranno tutti morti non farà nessuna differenza. Se delle creature immaginare muoiono di morte immaginaria saranno comunque morte. Mentre la stanza scivola nella penombra e il suono delle voci svanisce capisci che il mondo e tutto ciò che contiene presto cesseranno di esistere… Il loro mondo non è mai stato tuo».
Ci sono delle lettere, lettere importanti che dicono cose che penetrano sottopelle dopo dieci anni; un gatto e tanti altri animali di quelli generalmente meno amabili sempre rispettati e considerati coinquilini alla pari, o compagni di viaggio; c’è un personaggio pinnato e folle di nome Talidomide Kid che appare e scompare da menti disturbate vicine, in contagio; su tutto brilla la luce eterna di un amore di quelli impossibili, per Alicia, creatura geniale, bellissima, sorella.
Non è un libro facile da approcciare, bisogna lasciare andare ogni resistenza e seguire lo scrittore per le vie che ha tracciato, lasciarsi guidare tra abissi e cieli stellati — che in fondo sono la stessa cosa — dall’ottantenne che l’ha scritto con mano ferma che procedeva sicuro e spedito davanti ai passi del lettore, uno scrittore sapiente che ha riempito le pagine di digressioni e di fili da riannodare, o anche no, un po’ come fa la vita.
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