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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Primo piano

Mostre

Ere poco glaciali

Sulle tracce dei ghiacciai è la mostra fotografica collocata all’interno della 6^ edizione di “Biennale Fotografia” che occupa le sale del museo civico destinate al contemporaneo visitabile fino al 17 febbraio

Pubblicato il 01-10-2019
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Brassaï. L’occhio di Parigi

Sulle tracce dei ghiacciai, di ciò che ne rimane, è la mostra fotografica collocata all’interno della sesta edizione di “Biennale Fotografia” che occupa le sale del museo civico destinate al contemporaneo.
La rassegna organizzata dalla Pro Bassano, che coinvolge oltre 300 fotografi le cui opere sono distribuite in 14 sedi espositive e 144 sedi “fuoripalazzo”, con personali ospitate all’interno di esercizi commerciali cittadini, tra i suoi “Sconfinamenti” ha collocato nella sede istituzionale più autorevole un’esposizione con un tema ambientale e di attualità, che invita alla riflessione e alla coralità d’intenti, che guarda al bene comune.
La mostra in queste prime due settimane di apertura ha già accolto tanti visitatori e consensi, sarà possibile visitarla fino a lunedì 17 febbraio.

l'inaugurazione della mostra al museo civico

Appesi alle pareti, gli esiti inquietanti di un ampio progetto che prevede oltre a mostre conferenze, programmi didattici, installazioni e documentari, realizzato negli ultimi anni dal fotografo ambientalista Fabiano Ventura.
Un’iniziativa ad ampio respiro, programmata con impegno e fede, che vedrà la sua conclusione nell’estate 2020.
Le immagini sono frutto di sei spedizioni tra i ghiacciai maggiori del globo realizzate nell’arco di dieci anni. Il via nel 2009 con il Karakorum, poi nel 2011 la catena montuosa del Caucaso, nel versante georgiano; nel 2013 l’Alaska, nel 2016 le Ande della Patagonia, nel 2018 l’Himalaya con l’Everest e poi la terza e la sesta vetta più alte della Terra e conclusione nell’estate dell’anno prossimo con la spedizione sulle Alpi italiane, francesi e svizzere.
“Sulle tracce” dei ghiacciai e di esploratori del passato che hanno conosciuto e documentato il paesaggio cento anni fa, per raccogliere dati scientifici e operare un confronto che immortalato non lascia dubbi: i giganti grigio-bianchi si presentano oggi a colori in una forma innegabilmente ridotta rispetto a un secolo fa. Ventura si pone un obiettivo divulgativo, intende diffondere tra il grande pubblico la conoscenza del problema del cambiamento climatico e dei suoi effetti sulla natura e gli equilibri del pianeta. La sua partecipazione a imprese alpinistiche, scientifiche e fotografiche nei luoghi più selvaggi e remoti della Terra, seguendo le orme delle più rilevanti spedizioni esplorative realizzate nel secolo scorso, ha permesso di realizzare degli scatti negli stessi luoghi, punti di ripresa e periodi dell’anno di quelle che documentavano lo stato dei ghiacciai a fine ‘800 e inizio ‘900 e di mettere sotto gli occhi di chi osserva la variazione netta di paesaggi dove regnavano ghiacci che eravamo abituati a definire “eterni”.
Le immagini d’epoca restaurate in bianco e nero campeggiano affiancate a quelle contemporanee, dove i muri di ghiaccio in liquefazione hanno lasciato il posto a laghi pro-glaciali, se non addirittura a boschi e praterie.
Ai grandi vecchi re delle montagne si destinano funerali, come agli esseri umani, per salutare pezzi dell'ecosistema noto che scompaiono. Sulla rapidità e l’accelerazione impresse a questo cambiamento dall’attività umana indaga in rincorsa la ricerca scientifica, le agende impongono limiti d’azione espressi in cifre in gran parte già disattesi: le testimonianze servono a ribadire, il linguaggio dell’arte a veicolare un messaggio teso alla salvaguardia e alla cessazione di comportamenti non sostenibili.
Gli orari di apertura della mostra: tutti i giorni dalle ore 10 alle 19, escluso il martedì, il 25 dicembre e il 1 gennaio. Ingresso con biglietto.

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