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Brassaï. L’occhio di Parigi

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Brassaï. L’occhio di Parigi

Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it

Primo piano

Mostre

Le memorie di Adriano

Inaugurata ieri, venerdì 7 dicembre, a Palazzo Agostinelli, “Adriano Olivetti e la bellezza”. La mostra sarà visitabile fino a domenica 27 gennaio

Pubblicato il 08-12-2018
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Brassaï. L’occhio di Parigi

È stata inaugurata ieri, venerdì 7 dicembre, a Palazzo Agostinelli, “Adriano Olivetti e la bellezza”, una mostra che sarà aperta e visitabile fino a domenica 27 gennaio, curata dall’architetto Cristina Barbiani e ideata da Livia Cuman.
Già nel 2015, a Marostica, in occasione dei festeggiamenti per cinquant’anni di attività dell’esercizio del padre Valentino, concessionario Olivetti, Livia Cuman aveva portato al Castello inferiore l’esposizione “Adriano Olivetti, un esempio di responsabilità sociale”, corredata di diverse attività collaterali programmate in collaborazione con il Comune, le scuole e i commercianti della città.
L’appuntamento si rinnova ampliato e arricchito di nuova energia, a distanza di tre anni. Promossa dall’assessorato alla Cultura del Comune di Bassano e dai musei bassanesi, realizzata con la collaborazione di studenti dell’Università Iuav di Venezia e di alcuni istituti superiori del bassanese, l’esposizione intende mettere in evidenza la filosofia aziendale di Adriano Olivetti e il suo rapporto con la bellezza, raccontando attraverso la presenza di oggetti diventati di culto e di numerosi filmati l’evoluzione dalle macchine per scrivere fino alla comunicazione digitale. Accanto a questo, si narra la storia della fabbrica esemplare nata a Ivrea — promossa dall’Unesco “città industriale del XX secolo”. Di questa storia, tante testimonianze sono custodite dall’associazione Archivio Storico Olivetti.

l'ingresso della mostra a Palazzo Agostinelli

Costituita nel 1908 come "prima fabbrica nazionale di macchine per scrivere", fin dagli inizi l'Olivetti si è distinta per l'attenzione alla tecnologia e all'innovazione, la cura del design, la presenza internazionale e la sensibilità verso gli aspetti sociali del lavoro. Questi caratteri, impressi dal fondatore Camillo Olivetti, sono stati valorizzati e potenziati dal figlio Adriano, che ha trasformato l'azienda familiare in un moderno gruppo industriale. La sua visione del ruolo dell’impresa e la sua personalità poliedrica l'hanno portato a occuparsi in modo fortemente innovativo anche di problemi sociali e politici, di urbanistica, architettura, cultura ed editoria fino alla sua prematura scomparsa, nel 1960.
Alla libreria Palazzo Roberti, in un’anteprima alla mostra, si è ricordato il ruolo di “Edizioni di Comunità”, la casa editrice fondata negli anni Quaranta da Adriano Olivetti che si proponeva di aprire un dialogo tra la cultura politica italiana, in quegli anni fortemente condizionata da ideologie contrapposte, e la scienza e la filosofia politica di tipo anglosassone.
Il visitatore, all’ingresso di Palazzo Agostinelli, è accolto da una platea di macchine per scrivere storiche, c’è anche in una bacheca d’onore la “M1”, il primo modello uscito dalle officine, e dalla proiezione di alcuni dei manifesti e poster artistici più noti dell’azienda, che ha collaborato tra gli altri con artisti del calibro di Egidio Bonfante, Giovanni Pintori, Jean Michel Folon, Ettore Sottsass. Accanto ad artisti e designer, fino agli anni '80 poeti, letterati e scrittori di rilievo del mondo della letteratura contemporanea hanno lavorato nella fabbrica di Ivrea ricoprendo ruoli diversi, anche di grande responsabilità, all’insegna di una contaminazione di ingegno e di opportunità che si è sempre dimostrata vincente ai fini del progresso e l’emblema di tanti imprenditori illuminati.
Tra la bella esposizione di macchine per scrivere storiche, che sembrano godersi il silenzio dopo tanto ticchettare, fa la sua comparsa anche la Valentine, disegnata da Sottsass. Bassano, questo dicembre, si presenta al pubblico dei cittadini e dei turisti con l’immagine di due “Valentine”, un più bella dell’altra.
Nella seconda sala al pianterreno, sono presentati oggetti-simbolo della ricerca e dell’innovazione proiettate verso il futuro tecnologico promossi da Olivetti, dai primi modelli di calcolatrici meccaniche alle macchine da calcolo elettroniche, e fanno bella mostra di sé vari modelli di Logos, Summa e Divisummma; al piano superiore la mostra è suddivisa in tre stanze che narrano, soprattutto attraverso i video, i luoghi, il rapporto con le persone, il territorio e la società coltivati in modo esemplare da Adriano Olivetti e infine il collegamento all’attualità, la contaminazione che si vorrebbe più allargata di quest’opera di lavoro culturale.
La mostra sarà visitabile dal lunedì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 19, e nel suo programma vede numerose iniziative collaterali.

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