Ultimora
Manifestazioni
20-11-2024
Arriva a Bassano del Grappa il “Gran Concerto Natale - Alessandro Lora concert”
21 Nov 2024 17:47
Autonomia: Zaia,se non la faremo per scelta sarà per necessità
21 Nov 2024 17:17
Morto boscaiolo travolto da albero abbattuto
21 Nov 2024 17:20
Università Padova, i magnifici 8 della Ricerca mondiale
21 Nov 2024 17:04
Faceva arrivare donne da Africa per farle prostituire, arrestata
21 Nov 2024 16:55
Rapina un volontario e aggredisce carabinieri
21 Nov 2024 13:20
Venezia, il pellegrinaggio alla Madonna della Salute
21 Nov 2024 20:35
Sinner - Baez 5-1 nel secondo set DIRETTA L'azzurro ha vinto il primo 6-2 Coppa Davis
21 Nov 2024 20:28
La Corte penale internazionale: mandato di arresto internazionale per Netanyahu, Gallant e Deif per
21 Nov 2024 15:48
La banana di Cattelan venduta a oltre 6 milioni di dollari
21 Nov 2024 20:26
Sinner - Baez 4-0 nel secondo set DIRETTA L'azzurro ha vinto il primo 6-2 Coppa Davis
Laura Vicenzi
Giornalista
Bassanonet.it
Primo piano
Disonorata società
L’ultimo appuntamento della stagione “Il teatro siamo noi” ha portato in scena al Teatro Remondini il nuovo spettacolo di Patricia Zanco dedicato al Vajont
Pubblicato il 25-04-2014
Visto 2.297 volte
Al Teatro Remondini, l’ultimo appuntamento della stagione “Il teatro siamo noi” ha portato in scena Onorata Società. Patricia Zanco, autrice e interprete anche di A perdifiato, ritratto in piedi di Tina Merlin e di Tina Merlin, una voce libera, in questo spettacolo scritto da Francesco Niccolini (autore con Marco Paolini della versione televisiva dello celebre testo sul Vajont) con la consulenza storica di Toni Sirena e dell’Associazione culturale “Tina Merlin”, narra “il Vajont dopo il Vajont” facendo la spola tra le voci note, in qualche modo eroiche, che hanno raccontato la tragedia, quella allarmata e inascoltata della giornalista dell’Unità e quella di Sandro Canestrini, avvocato di parte civile che denunciò i soprusi e le manovre perpetuate dall’Onorata Società – autore anche del libro Vajont: genocidio dei poveri, Cierre Edizioni – e tra il coro di tanti che dopo la notte del 9 ottobre 1963 hanno dato la loro versione del dramma e di quello che ne seguì.
«Genocidio è un termine corretto» ha spiegato l’attrice all’Aperitivo teatrale ospitato al Color Cafè che ha preceduto lo spettacolo «ci sono stati quasi duemila morti, un assassinio di massa dai caratteri mafiosi – da qui il titolo mutuato dal linguaggio della criminalità – che è rimasto in gran parte impunito, e poi una deportazione che ha ferito e a tratti ucciso un’intera comunità».
Nella rappresentazione, diretta dalla stessa Zanco insieme a Daniela Mattiuzzi, si aggrovigliano impastate dalla stessa ondata di fango voci diverse: bassi che riferiscono parti di un processo che non rese giustizia, il lamento alto dei sopravvissuti, il jazz stridente che narra la nascita e lo sviluppo virale – tradotti sul palco in un cabaret danzante, circense, da milleluci appunto – della volontà di infierire, di unire le forze non per risolvere, curare e prevenire, ma per arricchire, corrompere, truffare, vendersi e accettare i più bassi compromessi in nome del denaro. «Morire, dormire, sognare forse», cita Amleto a un certo punto l’interprete, a sottolineare la presenza in sottofondo di una tragedia antica quanto l’uomo in questo fatto di cronaca che forse, purtroppo, è stato il capostipite di altri disastri che di “ambientale” hanno solo le circostanze: Zanco cita il rogo alla Thyssen-Krupp, la strage dovuta al crollo di una fabbrica in India, il filo nero che lega il destino del Vajont con L’Aquila (che ospitò fino al 1969 il processo contro i colpevoli della tragedia). Cita i nomi, tanti, in risposta un coro muto: alla chiamata all’appello nessuno alza la mano e abbassa la testa, c’è poca umanità nella sfilata di industriali, scienziati, tecnici, avvocati, giudici, commercialisti, professori, notai, giornalisti, funzionari dello stato in parte correi se non per altro per omissione di cura e di civiltà di tante morti.
Patricia Zanco con Mattia Pontarollo all'Aperitivo teatrale di Color Teatri
«Il sottotitolo dello spettacolo era “primo movimento”», ha spiegato Patricia Zanco nell’intervista «in realtà quello rappresentato qui a Bassano è il “secondo movimento” perché il nostro progetto sta crescendo e maturando in scena, a contatto col pubblico». In parte è un'altra denuncia quella dell’attrice e ricorrendo al linguaggio della musica, dichiara che l’obiettivo è quello di riuscire a fare dello spettacolo una sinfonia. Lo spettatore percepisce qualche scollamento nel corso della rappresentazione che introduce accanto alla narrazione una commistione di linguaggi – quello delle immagini, l’apporto dei brani musicali molto rock – ma l’aspetto del work in progress si percepisce e piace nel suo allontanare dalla perfezione marmorea delle celebrazioni istituzionali che spesso impongono le briglie della retorica alla forza della testimonianza.
L’ascolto e l’informazione accurata, qui per fatti distanti cinquant’anni, altrove più ravvicinati, rimangono gesti da interpretare a cura dello spettatore.
Il 21 novembre
- 21-11-2023Notte Chiara
- 21-11-2022Oh che bel Macello
- 21-11-2022Chi ha incastrato Roger Rabbit?
- 21-11-2021Eviva España
- 21-11-2020Tendente allo Zero
- 21-11-2018Varda che dossier
- 21-11-2018El Tormenton
- 21-11-2018Peruvian Graffiti
- 21-11-2016Ma quanto mi Consta
- 21-11-2016Operazione Super G
- 21-11-2015Buon N@t@le
- 21-11-2015Tezze sul Brenta: baratto amministrativo in consiglio comunale
- 21-11-2014Cucinati a dovere
- 21-11-2013Jurassic Christmas
- 21-11-20136 milioni sul pavimento
- 21-11-2013Sul Ponte per il Tribunale, Filippin assente
- 21-11-2012Scacco a Scettro
- 21-11-2011Dai tacchetti al tacco 12
- 21-11-2011Tutti per Sammy, Sammy per tutti
- 21-11-2011“Violenza sulle donne, è il momento di dire basta”
- 21-11-2011Una webcam può aiutare a guarire
- 21-11-2009Mara Bizzotto: “A Natale regalerò un crocifisso ai sette giudici europei”
- 21-11-2009Crocifisso: “Seppelliremo di firme la sentenza di Strasburgo”