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Allarme tartarughe

L’innocua tartaruga della fiera, può rivelarsi una vorace predatrice. Il parco Cappeller impegnato nel ripopolamento delle tartarughe nostrane

Pubblicato il 16-11-2012
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La tartaruga dalle guance rosse che viene spesso venduta nelle sagre o fiere di paese può diventare un pericolo per l’ecosistema del nostro territorio. Per evitare questi rischi e incorrere in sanzioni è necessario che la tartaruga acquistata sia accompagnata dalla dovuta documentazione. Il Parco Cappeller riceve circa tre, quattro richieste di donazione di questo rettile a settimana, una domanda che nel periodo precedente le vacanze estive raddoppia. Per questo lancia un segnale d’allarme per l'aggravarsi della situazione.

Questo tipo di tartaruga, del genere trachemys (dalle caratteristiche guance rosse), sono importate dall’America come animali da compagnia, raggiungono nel tempo dimensioni tali che non possono essere più tenute in acquario. Ogni anno centinaia di tartarughe palustri, anche di altri generi, vengono comprate nei negozi o vinte alla pesca di paese, ma una volta cresciute possono diventare ingestibili, e infine vengono abbandonate nei fiumi, laghi, fossi e stagni. Quando vengono rilasciate nell’ambiente e causano un grande danno agli ecosistemi locali perché sono molto voraci. È una specie onnivora che mangia tutto quello che trova: pesci, insetti, molluschi, vermi, piccoli mammiferi, girini, anfibi, carogne, alghe, piante acquatiche e piante sommerse.

Sanno adattarsi molto bene, per questo se ne trovano insediamenti stabili in Spagna, Francia, Italia, dove hanno spesso preso il sopravvento sulla fauna locale.
In alcuni casi vengono recuperate dal Corpo forestale che le porta negli zoo. Per evitare tutto questo è importante che anche chi compra l’animale stia attento. “Prima dell’acquisto bisogna informarsi sui documenti necessari per detenere legalmente la tartaruga, e per l’eventuale futura cessione. Noi non accettiamo più da tempo quelli sprovvisti”, ricorda Samantha Cappeller, responsabile del Parco faunistico della famiglia. In base al Cites, un accordo internazionale tra governi nato per controllare il commercio di animali e piante e limitare l’estinzione di alcune specie, queste tartarughe rientrano nell'allegato B del Regolamento CE (338/97) e necessitano di una specifica documentazione.

Da circa cinque, sei anni il Parco rileva l’aggravarsi del problema. Ha iniziato quindi un progetto di ripopolazione e salvaguardia della tartaruga palustre europea “Missione Emys”, in collaborazione con Ekoclub International, per evitare l’estinzione a breve termine. Vengono riprodotti esemplari in siti seminaturali per reintrodurli successivamente degli habitat più adatti e si è dato vita a programmi di divulgazione naturalistica con lo scopo di sensibilizzare la cittadinanza al rispetto e alla tutela della specie.

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