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Laura VicenziLaura Vicenzi
Giornalista
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Interviste

Cantiere kLit

A tu per tu con Morgan Palmas: in home page kLit, il primo festival dei blog letterari che si terrà in luglio a Thiene

Pubblicato il 12-03-2012
Visto 3.347 volte

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È in fase di progettazione kLit, il primo festival dei blog letterari www.klit.it/. L’iniziativa è unica nel suo genere e sarà realizzata per la prima volta in Italia, sono già state rese note le date, il 7 e l’8 luglio 2012, e il luogo che ospiterà la convention dei blogger, la città di Thiene. Parliamo del progetto che sta vivendo le sue prime fasi organizzative con Morgan Palmas, ideatore dell’iniziativa e curatore del blog Sul Romanzo www.sulromanzo.it.

Perché kLit?


kLit porta con sé due concetti: la k di key, chiave in lingua inglese, e lit, abbreviazione di literature, letteratura. kLit vuole essere una chiave interpretativa del mondo dei blog letterari. Inoltre, kLit possiede un suono simile a click. Da qui l’idea, nata dopo estenuanti conversazioni fra gli organizzatori all’inizio della nostra avventura qualche mese addietro.

Quali iniziative prevede in concreto il progetto?

Il progetto prevede più di 6000 minuti di attività, distribuite su due giorni, per quasi 200 appuntamenti in agenda. Questi i numeri. Le iniziative sono tante, avrete modo di capirne la struttura e la complessità seguendoci sul nostro sito, in continuo aggiornamento.

Quali collaborazioni avete già messo in cantiere?

Numerose. Per esempio una rubrica dedicata ai trentenni a cura di Flavia Amabile, giornalista de La Stampa. Ma ci stiamo muovendo su più fronti. L’intento è di coinvolgere addetti ai lavori e artisti, lettori e curiosi.

Come e dove si svolgeranno gli appuntamenti?

Ci saranno sette location di Thiene che pulseranno per due giorni di vitalità. Immaginate di trovarvi in un’epoca passata, entrando in un caffè letterario, avrete la possibilità di sbirciare chiacchierate sui più diversi argomenti caldi della contemporaneità, perché i blog letterari si occupano sì di letteratura ed editoria, ma soprattutto di cultura. Sarà un’occasione unica nel suo genere e noi organizzatori speriamo possa rappresentare un incontro di stimoli culturali e umani.

kLit si propone un abbraccio tra chi si occupa online di diverse arti e si tratta di un incontro non virtuale, partecipato. Il festival propone di abbattere una barriera propria della rete, che non ha confini se non quello scelto dell’azione in anonimato, e quindi dell’impersonalità.

Uno degli obiettivi è proprio creare un processo inverso: portare le persone che sono online nella realtà fisica, farle incontrare, conoscere, conversare con chi magari seguono da anni su internet. La rete è un rischio e un’opportunità, il rischio di isolarsi e un’opportunità di condivisione, noi vorremmo abbattere il primo concentrandoci sul secondo, tutto questo in un unico luogo fisico. Se mi permette la provocazione, è un esperimento sociologico, dai risultati imprevedibili che in ogni caso saranno interessanti. Un esempio personale: seguo un blog letterario da quasi dieci anni, uno dei redattori è oramai uno scrittore e blogger affermato, gli darò un volto, passeggerà per le vie di Thiene, incontrerà i suoi lettori. Soltanto questo mi sembra già una bellezza fisica, concreta, non virtuale. Immaginate migliaia di casi simili, perché migliaia saranno le persone presenti in quei due giorni a Thiene.

L’idea di una community di lettori che si incontra uscendo dal virtuale come si coniuga col desiderio di leggere? La sua finalità è più sociale. Leggere è un atto che si compie da soli.

Sono elementi ineludibili nel processo di consapevolezza critica, uno nutre l’altro e viceversa. Un grande intellettuale dell’Ottocento sosteneva che in solitudine un uomo può acquisire qualsiasi cosa, ma non un carattere. Un carattere ha bisogno della condivisione, di stare conficcato nel tessuto sociale, di farsi specchio del proprio io sugli occhi di chi lo guarda, non per qualche motivo di necessità, bensì per un cinico desiderio di sentirsi nel mondo con coraggio, e la fisicità dei rapporti umani passa anche attraverso il confronto su temi contemporanei e su argomenti cari a un lettore.

Che senso diverso ha, per te, parlare di letteratura in rete, nei blog, invece che nei luoghi preposti, biblioteche, librerie, salotti letterari?

Per fortuna non vivo di miti e di convinzioni ridicole di essere al centro. Sono modi differenti di promuovere la crescita personale, come cittadini. Non possiamo tuttavia dimenticarci che internet ha soffiato sul vento della modernità, permettendoci da casa di comunicare con persone distanti centinaia e migliaia di chilometri, ma pure con un’altra stanza di uno stesso edificio. La rete non uccide il passato, ma lo affianca; la rete non fa implodere, ma scatena celerità nei rapporti. Posso comprendere i nostalgici, ciononostante non capire i grandi cambiamenti in atto è come voler oggi andare in autostrada con il cavallo e il calesse… forse non è il luogo adatto. I mutamenti delle geografie di relazione permettono di parlare di letteratura su nuovi canali, fagocitando tempi e liberando le idee.

Dall’osservatorio privilegiato del tuo blog, Sul Romanzo, in questi anni hai potuto constatare che qui, in Italia, e adesso, nel mondo della multimedialità, c’è davvero ancora voglia di leggere i libri, e di leggere in particolare letteratura?

I dati sono inequivocabili, gli italiani leggono poco rispetto ad altri paesi europei, leggono sempre meno e si concentrano in particolare sui best seller, rendendosi schiavi di strategie di marketing pensate per coccolare la curiosità ammorbata dei lettori. Dall’altro lato, non bisogna dimenticare che internet permette a tutti noi di leggere molto. L’opulenza di informazioni è un problema, mi piace utilizzare un’immagine, perché non bisogna neppure dimenticare che internet è un fenomeno recente. Pensate a una diga in deflagrazione, noi siamo lì sotto, nelle acque agitate, la furia delle correnti ci confonde, ci trascina, verranno tempi nei quali nuoteremo su un fiume più calmo, meno agitato. Diamo tempo al tempo. La voglia di leggere va sostenuta con ogni forza, unico modo per rendere i cittadini e i lettori inseriti nel presente, senza farsi soltanto travolgere dalle acque: i blog letterari, nel loro piccolo ruolo, hanno la possibilità di promuovere la lettura e non solo.

I blog letterari consentono ad alcuni libri e ai loro autori di uscire dall’anonimato, o dagli scaffali impolverati; in rete si percorrono le strade alternative del passaparola; le community bypassano le logiche del mercato e l’avallo della critica ufficiale: questi aspetti peculiari possono essere una garanzia di ricerca di qualità o anche degenerare nella fanzine.

Entrambe. L’autorevolezza in rete è un problema che va gestito con fasi di lettura interpretativa che si dovrebbero nutrire attraverso una costante curiosità. La ricerca della qualità non è uno stato dell’anima, ma una scelta quotidiana. Ci sono tifoserie scatenate, il distinguo va operato grazie alla seria informazione, e che cosa significa seria informazione? Frequentare la rete e capire chi sono gli opinion leader, coloro di cui fidarsi, che hanno dimostrato nel tempo capacità critiche indipendenti e originali.

C’è nel cantiere di kLit il proposito di dare il via a uno spazio nuovo in rete, costruito insieme?

Sì, kLit non sarà soltanto un festival, ma è troppo presto per parlarne… un passo alla volta, come noi vicentini amiamo fare.


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